La direttrice Cristiana Collu presenta la sua nuova GNAM di Roma e inaugura la prima mostra
Cristiana Collu presenta il nuovo corso della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Dalla risistemazione del museo, alla questione della Sala delle Colonne, alla prima mostra, dedicata - non a caso - al concetto di tempo e di "durata"...
L’operazione di rinnovamento della GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la direttrice Cristiana Collu lo descrive come un’operazione archeologica e se può sembrare un ossimoro, in realtà non lo è affatto. Per un museo in passato lasciato vivere, piuttosto che reso vivo ed effettivamente vissuto (ma già con la gestione di Maria , si tratta prima di tutto di riscoprirne le origini e il valore. “Nulla è stato aggiunto, a tutto è stata tolta una patina opaca” dice lei “L’architettura di questo edificio incrocia viste luminose, che mettono in collegamento l’interno del museo con l’esterno, un fuori fatto di verde, di giardini, di scalinate e di città”. Si riparte, quindi, dalle forme originarie della Galleria, togliendo – come si farebbe restaurando una tela antica – gli strati, le superfetazioni, gli interventi successivi che ne avevamo alterato i percorsi. La parte centrale torna piazza aperta a tutti, si recuperano i due cortili laterali diventati giardini fruibili. E se la prima polemica poteva essere ancora la questione relativa alla rimozione dell’opera di Alfredo Pirri nella Sala delle Colonne, la nuova sistemazione dell’ingresso monumentale della GNAM è stata affidata a Martì Guixè, uno dei nomi eccellenti e più originale del design internazionale, lo abbiamo intervistato e presto potete sentire come ha lavorato dalla sua viva voce.
LA SALA DELLE COLONNE E IL NUOVO LOGO
“Non è stata un’operazione cosmetica” spiega ancora Collu “è stata invece la traduzione del prendersi cura. Una cura che guarda all’eredità con gli occhi di questo tempo” . L’ambiente d’accoglienza della Galleria, secondo l’ex designer spagnolo ha recuperato, per sottrazione, il proprio spirito originario: i testi schizzati a mano, ma utilizzando il carattere Bodoni alludono ad una classicità senza tempo, unita alla dimensione informale, che dovrebbe caratterizzare la visita al museo.
Anche il logo è rinnovato, semplificato ed elegante, iscritto nei due rettangoli che richiamano i “frontoni” neo-neoclassici delle facciate primonovecentesche disegnate da Cesare Bazzani. Lo ha ideato il duo di Designwork (Artemio Croatto e Chiara Caucig), già insigniti del Compasso d’Oro ADI nel 2014.
UNA MOSTRA SULLA DURATA, PER INIZIARE
Mentre il museo riscopre sè stesso (ma insiste nel tentativo di aprirsi alla città e integrarsi con l’offerta culturale: ad esempio arriva un biglietto integrato col Maxxi), si riorganizza e rinnova l’allestimento delle Sale dell’Ottocento e del Novecento, per non restare con le mani in mano, Cristiana Collu ha inaugurato anche la sua prima mostra, che occupa in uno spazio denso ma efficace, interamente il Salone Centrale, alle spalle delle Colonne. L’esposizione, curata da Saretto Cincinelli si intitola The Lasting. L’intervallo e la Durata e giustappone lavori d’artisti contemporanei a opere della collezione della Galleria di Alexander Calder, Medardo Rosso e Lucio Fontana: la riflessione sul concetto di percezione dello spazio e del tempo è affidata tra gli altri a Tatiana Trouvé, Giorgio Andreotta Calò, Marie Lund, Alessandro Piangiamore ed Emanuele Becheri.
IL FUTURO E I NUOVI SPAZI
Intanto, il 21 giugno, in occasione della Festa della Musica, la Galleria s’apre verso la città, ospitando sulla scenografica gradinata principale prima il jazz di Gavino Murgia e del suo quintetto e poi un dj set di Daniele Greco. A Cristiana Collu l’onere di pensare alle nuove sfide, in primis (ora che grazie al Governo sono arrivati i soldi) il cantiere dell’ampliamento, sul retro, della annosa Ala Cosenza, addizione architettonica partita una vita fa, poi interrottasi, poi abbandonata anche a causa della concentrazione pubblica sul progetto – Maxxi. Ora è tempo di ripartire anche lì e si tratterà, cosa non banale, di una nuova architettura contemporanea nel cuore di Roma. Una sfida non banale che necessariamente porterà, a valle dell’apertura, tutta la Galleria ad una nuova riorganizzazione.
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