Milo Moirè arrestata e una denuncia colpisce Laura Lima e l’ICA di Miami. Quando il corpo delle donne diventa reato

Due facce opposte della medaglia femminista. Milo Moiré arrestata a Londra. Laura Lima denunciata a Miami con lCA che ospitava la sua performance. Il corpo delle donne sotto accusa...

È rimbalzata in tutto il mondo la notizia dell’artista svizzera Milo Moirè arrestata a Londra per la sua performance Mirror Box, nella quale coperta “sulle pudenda” da una scatola fatta di specchi, ma con una efficace fenditura, si faceva toccare dai passanti nelle parti basse attraverso di essa. Il motivo? Protestare e rivendicare la libertà delle donne di decidere di farsi toccare quando pare e piace loro, senza forzature, violenze e costrizioni sociali. L’azione controversa, inscenata con tanto di megafono in mezzo alla strada, ha sortito l’effetto – nella non più tanto liberale Regno Unito – di un intervento efficace delle forze dell’ordine, che hanno tratto la signora Moiré in questura – come si direbbe nel burocratese dalle nostre parti – e le hanno fatto passare i bollenti spiriti al fresco.
Ha fatto invece meno parlare di sé una storia altrettanto forte, ma dai contorni non meno conturbanti, raccontata dal Miami New Times e ripresa da qualche giornale internazionale, ma con meno clamore. Oggetto? Una performance svoltasi all’ICA di Miami nel Design District, ideata dall’artista brasiliana Laura Lima. Una corda avvolgeva come un cobra gigante le colonne del museo e l’intera struttura, raggiungendo il primo piano e culminando tra due paia di gambe femminili che fuoriuscivano da un buco semicircolare nel muro.

Laura Lima, The inverse, Miami ICA 2016

Laura Lima, The inverse, Miami ICA 2016

L’ALTRA FACCIA DEL FEMMINISMO
La denuncia è arrivata da due giovani modelle che hanno partecipato prima ai casting e poi alla performance credendo fosse “un privilegio” poter lavorare con una istituzione così importante e come performer della mostra The Inverse.
Kayla Delacerda, insieme ad un’altra giovane che ha preferito rimanere anonima, ha dichiarato di aver ricevuto inquietanti istruzioni. Ovvero, di auto-penetrarsi con l’estremità della corda di nylon (cosa niente affatto riportata nella descrizione del lavoro da 15 dollari all’ora alla quale le due ragazze avevano risposto), con tanto di offerta di finger condoms e lubrificante. Delacerda si è rifiutata; l’altra ragazza che invece si è prestata, sotto le indicazioni dell’artista e della direzione del Museo, dice di essere rimasta traumatizzata dall’esperienza.

IL CORPO DELLE DONNE: SCELTE E COSTRIZIONI
Come donna” ha commentato amaramente la collega “sei sempre sottoposta a rischi simili”. L’artista ha naturalmente negato di aver mai fatto alcuna pressione sulle modelle e ha dichiarato di essere rimasta molto sorpresa dalla denuncia. Anche la direttrice del centro culturale, Ellen Salpeter, ha negato qualsiasi pressione. “I partecipanti” ha dichiarato “dovevano esclusivamente indossare un abito” e ha aggiunto “Il lavoro di Laura consente all’esecutore di prendere decisioni autonome circa il modo in cui parteciperà. Il museo e l’artista hanno detto esplicitamente ai modelli che la loro privacy e il loro comfort è fondamentale e che non dovrebbero in nessun caso fare qualcosa che non vogliono fare “.

Santa Nastro

www.icamiami.org

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

Scopri di più