Una collezione di siti web d’artista in mostra a Siena. E c’è anche la project room virtuale
Succede al Museo d'Inverno, piccola ma affascinante realtà culturale senese, ideata da una coppia di artisti: Francesco Carone ed Eugenia Vanni. Dopo aver esordito con una mostra di James Lee Byars presentato da Maurizio Nannucci, stavolta è il turno di Miltos Manetas. Che espone una collezione di siti web d'artista
Due artisti aprono un museo. Ad esporre invitano altri artisti, che però non portano opere fatte da loro, bensì scelte dalla propria collezione personale. È il progetto del Museo d’Inverno, realtà senese nata nel 2015 da un’iniziativa di Francesco Carone ed Eugenia Vanni e sito in un piccolo ma affascinante edificio storico: la casina che sovrasta Fontenuova, un’antica fonte trecentesca nella Contrada della Lupa. Dopo aver esordito a febbraio con una mostra di James Lee Byars presentata da Maurizio Nannucci, la programmazione continua in questi giorni (fino al 26 giugno) con un evento molto particolare, nato dall’immaginazione dell’artista greco, ma italiano d’adozione, Miltos Manetas (Atene, 1964).
COME ESPORRE LA NET ART?
Invitato a presentare la propria collezione al Museo d’Inverno, Manetas si è trovato con un bel problema da risolvere: come esporre dei siti web d’artista in uno spazio fisico? La sua collezione personale, infatti, è composta in gran parte di opere d’arte digitali, pensate per essere fruite tramite il browser e una connessione internet. La problematica, che può sembrare nuova ma che in realtà assilla artisti e curatori già da due decenni (se ne parlò per la prima volta in occasione dell’edizione di Documenta del 1997, che apriva le porte alla net art senza sapere bene cosa farci), è stata però affrontata e risolta brillantemente, proponendo un allestimento ad hoc in grado di offrire allo spettatore qualcosa di più di un semplice computer collegato in rete.
UNA RIEVOCAZIONE “STORICA”
La collezione, che si chiama ElectronicOrphanage, consiste in un gruppo di opere internet-based, e nasce nel 2001 in uno spazio fisico di Los Angeles dedicato alla sperimentazione su videogiochi e web. Un vecchio negozio cinese con vetrina, sulla strada pedonale Chung King Road, veniva utilizzato come un grande monitor in cui venivano proposte opere di web art realizzate dagli artisti del movimento Neen (corrente artistica fondata da Manetas nel 2000). Oggi a Siena quel luogo e quel momento storico vengono rievocati attraverso oggetti, documenti e una serie di url stampati sulle pareti. A completare la mostra c’è poi un intervento molto particolare, sempre ideato da Manetas e che poi rimarrà come addizione permanente al museo: una project room virtuale, visibile soltanto tramite la tecnologia della Realtà Aumentata, che inaugura con una mostra dell’artista svizzera Nora Renaud.
– Valentina Tanni
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