Dopo cinque anni di chiusura per restauri, il 27 luglio a Palermo ha riaperto le porte il Museo Archeologico Antonino Salinas. Sul complesso architettonico, anticamente un convento dei Padri Filippini – immerso nel cuore del centro storico della città a pochi passi dal Teatro Massimo – sono stati effettuati consistenti interventi di consolidamento delle strutture e di restauro pittorico, scultoreo e lapideo.
L’intero cantiere è costato 9 milioni di euro, ottenuti grazie a Fondi europei: restano da sistemare il primo e il secondo piano – lavori stimati per altri 2 milioni di euro – che potrebbero essere pronti già entro la fine del 2017.
LE SORPRESE DEL MUSEO
E non sono mancate le sorprese: durante il cantiere, sono emersi elementi seicenteschi e barocchi che erano rimasti imprigionati sotto le stratificazioni ottocentesche, come il solaio ligneo del primo piano e la pavimentazione del Terzo Cortile.
È stato rinnovato anche il progetto espositivo che, attraverso l’aggiornamento scientifico e la realizzazione di nuovi spazi, ha riportato alla luce frammenti architettonici, ceramiche e oreficerie che giacevano nei depositi del museo.
LE NUOVE SEZIONI
“Sono stati ricostituiti interi contesti” ha detto Francesca Spatafora, direttrice del museo, che in questi anni ha continuato l’attività espositiva, negli spazi disponibili a seconda del corso dei lavori “Per la prima volta vengono quindi esposti numerosi reperti: almeno il 30 per cento dell’intera collezione”.
Oltre alle sale sul sito archeologico di Selinunte, ne sono state allestite altre su Agrigento, Tindari, Enna, Randazzo e la contrada di Pizzo Cannita.
Per festeggiare il suo restyling, il museo sarà visitabile gratuitamente fino alla fine di ottobre. Intanto ecco le foto delle nuove sale e delle opere inedite…
-Desirée Maida
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