Kyta, la residenza per artisti ai piedi dell’Himalaya. L’italiano Sergio Racanati è stato selezionato per il 2016
Il villaggio perfetto - dove l'arte convive con la natura - esiste: si trova alle pendici dell’Himalaya ed è la sede della residenza KYTA. La nuova edizione parte il 9 settembre. C’è anche l’italiano Sergio Racanati con un crowfunding per il suo film...
Forse non tutti sanno che ai piedi dell’Himalaya esiste un programma di residenze per artisti. Si chiama KYTA – Karma Yatri Travel and Art ed è un progetto sperimentale con sede nel villaggio di Kalga, nella valle Parvati, in India. L’obiettivo di questo singolare luogo, davvero eccentrico rispetto alle rotte abituali dell’arte contemporanea, è cercare ed esplorare il rapporto tra viaggio, vita, cultura ed espressione.
Ogni anno vengono invitati 10 artisti – scelti tra le varie discipline e differenti nazionalità – che sono inoltre incoraggiati a creare scambi culturali con l’India e la sua scena creativa. Quest’anno il villaggio aprirà le sue porte a partire dal 9 settembre. Alla sua terza edizione, sono cinque gli artisti indiani e cinque quelli internazionali che saranno ospitati fino al 16 ottobre. L’anno in corso segna ancora una novità: la costruzione di una collezione brandizzata KYTA che sarà diffusa nei villaggi hilamayani, tra installazioni ambientali e piccoli lavori. Inoltre saranno prodotti nuovi lavori video atti a documentare la vita degli artisti e il processo creativo durante la residenza.
KALI from sergio racanati on Vimeo.
I RESIDENT DEL 2016 E UNA CAMPAGNA DI CROWFUNDING
I cinque partecipanti internazionali provengono da Slovacchia, Sud Africa, Germania, USA e Italia. Sono Maria Cukor, Jo Voysey, Sam Heesen, Nadine Baldow, Sergio Racanati, mentre i colleghi indiani sono Sachin Shetty, Sharan Narayan, Farah Mulla, Rohan Joglekar, Harsha V Durugadda, tutti giovani, ma con già un solido background alle spalle. Racanati, originario di Bisceglie e nato nel 1982, si presenta con il progetto di un film che sarà realizzato durante il periodo di residenza, basato sul contatto con la natura che l’artista sperimenterà nel mese indiano e lo scenario contemporaneo e urbano indiano.
“Metterò a confronto” spiega l’artista “il localismo e il globalismo accanito e devastante di Nuova Delhi, in una produzione che non è né fiction né documentario, ma un film d’artista”
Nel frattempo, ha lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma BeArt per chiedere il sostegno della rete alla realizzazione del film. Donazioni da 5 a 500 euro. I benefit? Le foto che egli stesso scatterà nell’ambito della residenza, fino alla qualifica di co-produttore del film. Si può sostenere il progetto anche con donazioni minime di euro. Alcune delle immagini che si possono “conquistare” sono già sulla piattaforma.
– Santa Nastro
http://sheikspear.wixsite.com/kyta/kyta-2016
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