Placido Domingo inaugura l’Opera House di Dubai. La città vuole entrare tra le capitali mondiali della cultura
Un grand opening per la Dubai Opera House: l'edificio, dai raffinati interni e dall'acustica perfetta, ha ospitato il suo primo concerto, un recital di Placido Domingo con brani d'opera e repertorio pop...
“State certi, non avrete più bisogno di andare in Europa o negli Stati Uniti per vedere i migliori concerti”. Queste le parole del Khaleej Times, una delle principali testate locali, in anticipazione dell’apertura di mercoledì 31 agosto della Dubai Opera House, inaugurata, come sempre si fa nella capitale Emiratina, in grande stile, con un concerto del leggendario Placido Domingo.
Dubai continua cosi la sua corsa per entrare a pieno titolo nel firmamento delle capitali della cultura mondiale e per affermarsi in Medio Oriente come hub indiscusso delle arti e dell’intrattenimento.
L’Opera House, teatro multifunzionale progettato dal gruppo Atkins, ha aperto le sue porte ieri intorno alle 19: l’elegante ed innovativo edificio a forma di dhow, la tradizionale imbarcazione che solcava in antichità i mari del Golfo Persico, completato nel tempo record di 4 anni e poco più, ha accolto i suoi ospiti sfavillante di luci.
UN HASHTAG PER INIZIARE
All’ingresso, in lettere cubitali, l’hashtag #dubaiopera, immancabile in una città i cui abitanti sono attivissimi social users. Un’accoglienza all’insegna della grandiosità e dello sfarzo, nonostante l’esterno sia ancora solo parzialmente pronto rispetto al progetto approvato, che prevede un vero e proprio distretto dell’Opera, inclusivo di hotel, ristoranti, negozi, passeggiate e bar. L’interno, al contrario, ha incantato per la raffinatezza degli arredi: dalle balconate in legno scuro, anch’esse progettate con una forma che ricorda quella dei vascelli, alle eleganti, più classiche, sedute in pelle, e per l’efficienza tecnica: Domingo ha cominciato il suo spettacolo in una sala gremita e dall’acustica impeccabile.
DALL’OPERA AL MUSICAL
Accompagnato dalla soprano Ana Maria Martinez e dall’orchestra del Teatro Verdi di Trieste diretta da Eugene Khon, dopo un’apertura orchestrale dal Die Meistersinger Von Nurnberg di Richard Wagner ha eseguito alcuni brani della Traviata e del Trovatore di Verdi, per passare poi al musical, con canzoni di My Fair Lady, South Pacific e West Side Stories, commuovendo una folla partecipe ed emozionata.
Sarà sempre il Teatro Verdi a portare in scena questo weekend le proprie produzioni de I Pescatori di Perle di George Bizet e del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, scelta di titoli non certo casuale: da un lato l’elegante richiamo alla tradizione locale della pesca delle perle, dall’altro la scelta di un’opera rappresentativa del repertorio Italiano.
SPAZIO ALLE PRODUZIONI LOCALI
L’intenzione del CEO Jasper Hope, precedentemente a capo della Royal Opera Hall di Londra, è infatti quella di portare spettacoli di grande eccellenza, pur mantenendo un occhio di riguardo verso l’audience locale: i 3 atti e 4 scene del Barbere di Siviglia, ad esempio, sono stati adattati e accorciati in due atti, senza doverne tuttavia rimuovere nessuna parte, per esser resi più fruibili ad un pubblico ancora acerbo. Ciò nondimeno, il futuro riserva una rassegna ricca di spettacoli di fama internazionale, grandi titoli nel mondo del musical, del balletto e della musica classica. Ed ovviamente da grande spazio a produzioni ed artisti del mondo arabo.
Domingo ha infatti concluso la sua serata sottolineando l’importanza dell’Opera House come centro culturale e, aggiungiamo noi, come fonte di ispirazione e centro aggregante per una produzione artistica e musicale interamente locale.
-Benedetta Leone
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