Andy Warhol. L’uomo e l’artista, in mostra in Veneto
I simboli del consumismo tramutati in icone pop, i ritratti seriali, le provocazioni e l’ironia dietro alla rivoluzione estetica della Factory di Warhol. Uno spaccato degli Anni Sessanta che ha cambiato l’arte
Colori accessi e tinte sgargianti accendono le oltre sessanta opere, provenienti da collezionisti privati italiani, di Andy Warhol (Pittsburgh, 1928 – New York, 1987), che con il suo fare eclettico e con un linguaggio innovativo ha raffigurato il presente all’insegna della sperimentazione e della libertà.
Il percorso espositivo presso il Centro culturale Bafile a cura di Matteo Vanzan racconta la rinascita artistica della seconda metà del Novecento, segnata dalla rivoluzione estetica di Warhol e dalla sua Factory.
La mostra su Andy Warhol a Caorle
Provocante e ironico, poliedrico e stravagante Warhol si è cimentato dalla pubblicità al cinema, dalla pittura al fumetto, rivisitando l’immagine del mondo e della società in una maniera unica, tanto da far diventare iconica una scatola di zuppa. Tra le pareti bianche delle sale e le teche trasparenti che racchiudono pezzi originali come il Brillo Box, si succedono le celebri tele di Marilyn, Beethoven, Mao e la famosa banana adottata dai Velvet Underground per la copertina del loro album. I simboli del consumismo e del quotidiano si alternano nelle opere Flowers, nelle banconote e nelle copertine della rivista Interview, dove la serialità e la riconoscibilità diventano una lettura potente e espressiva della cultura comune. Presenti inoltre diversi documentari e video originali dell’epoca a “raccontare l’uomo prima dell’artista – come ricorda il curatore – con tutte le sue nevrosi e le sue insicurezze in un corollario di aforismi che, nell’ironia della sua essenza, tracciano inequivocabilmente la personalità di Andy Warhol come entità capace di generare un microcosmo che riassume in sé il clima degli Anni Sessanta”.
A dialogare al primo piano con l’artista di Pittsburgh ci sono i principali protagonisti di una stagione straordinaria in cui l’arte figurativa esplode in maniera moderna e anticonvenzionale dopo la stagione dell’Informale. Da Roy Lichtenstein con le sue litografie a Robert Rauschenberg in un mix di collage, serigrafia e impressioni a rilievo, a Robert Indiana con il suo LOVE a caratteri cubitali, fino agli esponenti della corrente pop italiana, dove Mimmo Rotella e Mario Schifano con i loro Matrix e Ozono trasformano immagini in scenari e codici. Alle visioni d’artista di Marco Lodola si mescolano gli acrilici di Tano Festa e di Emilio Tadini, mentre avvisano e segnalano le decalcomanie con il pericolo di morte di Michelangelo Pistoletto.
Silvia Papa
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