Anzhelika Lebedeva – Abitare
/f urbä/ presenta il progetto dell’artista Anzhelika Lebedeva, Abitare.
Comunicato stampa
ABITARE | Anzhelika Lebedeva
A cura di Simone Marsibilio
“Essere soli ha a che fare con l'ombra, con la quantità di ombra che il linguaggio porta con sé nel suo medesimo far luce”
Daniele Del Giudice
/f urbä/ presenta il progetto dell’artista Anzhelika Lebedeva, Abitare.
Siamo all’interno di un'abitazione, un luogo personale che rispecchia e comunica le emozioni contrastanti, effimere e complesse che riguardano il quotidiano. Il vivere di ognuno è trasportato all’interno di questi studi che Anzhelika Lebedeva fa dono a chiunque guardi e ci si soffermi.
La sua ricerca artistica è un’indagine sull’interiorità umana, un mondo ricco di paure e sogni nascosti, desideri e determinazione. L’opera di Anzhelika Lebedeva traccia così una sottile demarcazione tra ciò che sfuma nel passato e ciò che persiste nel presente. L’opacità che troviamo nelle tele, ottenuta attraverso una ricerca tecnica dello strumento, riconduce ad una necessità di comprensione profonda delle cose.
Abitare vuol dire avere una propria abitazione, risiedere in un luogo ma anche avere un intenso rapporto di fruizione con un ambiente.
Le opere presentate in questa “casa” condividono, proprio come /f urbä/ si prefigge e si sforza di fare, un sentimento lieto di bellezza disposto ad ascoltare tutti i coinquilini, tutti i vicini, tutte le persone che circolano attorno a quello che esiste.
Nelle opere di Lebedeva è evidente uno studio dei confini tra naturale e artificiale, fisico e metafisico. L’artista conduce un’indagine analitica e personale delle cose e delle idee suscitate da queste, cercando di definire il punto di incontro tra la realtà e la percezione che l’uomo ha di quella. Il risultato di questa ricerca si rivela nella creazione di opere in cui si combinano elementi figurativi e astratti come i Light study e Empty bed, gli oggetti sulle tele sembrano dissolversi nel loro ambiente e l’immagine è sfocata o frantumata.
Infine una nuova materia installativa sarà presentata all’interno di questa mostra: Hyle, il cambiamento persistente che lascia un segno tangibile. Collegata al suo concetto di trasformazione e autenticità, la visione di questi elementi lignei trasmette quella distintiva differenza che caratterizza tutti i lavori dell’artista.
L’intensità di Anzhelika Lebedeva riflette il suo mondo interiore. L’artista si appropria dello spazio di /f urbä/ con due opere dedicate, Abitare, un lavoro che nasce dalla sua intima connessione con il luogo, facendo così di uno spazio comune il suo spazio personale ma a portata di tutti, delineando l’ambiente e permettendoci di abitare sotto lo stesso cielo.
/f urbä/
Via Tripio 145, Guardiagrele (Ch)
Dal 30.07 al 03.09.2023
Opening 30 Luglio 2023 dalle ore 17:00 alle 21:00
INGRESSO LIBERO
Orari Sabato e Domenica 11-13 17-20
Fuori orario su appuntamento
Contatti: Cell. 3286959165
ABITARE | Anzhelika Lebedeva
A cura di Simone Marsibilio
Luoghi deputati ce ne sono sempre stati nella vita delle persone, deputati al lavoro, alla vita privata, allo studio, al consumo. Un binomio casa/lavoro che spesso si pone come complementarietà, unendo l'ozio all'azione mescolandosi e integrandosi nella crescita personale.
Ho presente la tipica casa urbana medioevale, un immobile cielo e terra col fronte sulla via a cui si accedeva da un portoncino stretto, una parte riservata al ristoro e immediatamente una scala ripida che portava alla riservatezza, all'azione umana di cui noi ci appropriamo. Penso che sia sbagliato dire che lo spazio abitativo sia delimitato da quattro mura, perché la casa rappresenta l'estensione fisica ed architettonica del nostro essere. La casa indica un luogo coperto che ci protegge e ci difende dall'esterno ma è anche e soprattutto un confine tra dentro e fuori, un rapporto intangibile ma concreto tra noi e lo spazio circostante.
Il percorso dell'essere umano è pieno di esperienze di crescita e di momenti di crisi che ci portano ad acquisire consapevolezza, a prendere coscienza di essere presenti sia come oggetti che soggetti. A fare da filo conduttore ci sono soprattutto gli oggetti che nascondono sempre qualcosa di chi li possiede e sono il risultato dell'incontro tra chi siamo e ciò che scegliamo, tra noi e lo spazio. Sono emozioni, ricordi, persone. Gli oggetti ci accompagnano in un viaggio nel passato, ci aiutano a ricordare. Qui viene in aiuto anche la cancellazione come strumento per superare un dolore, una perdita o per abbracciare a pieno un cambiamento, come per esempio un nuovo posto in cui abitare. Vaporizzare, prendendo spunto da George Orwell, nel senso di eliminare la presenza della documentazione visiva dalla propria vita. Questo approccio ci permette di mantenere il ricordo di attimi, ma senza renderlo visibile, trasformandolo in un mezzo potente per trasmettere emozioni e sentimenti più profondi e intimi.
Quello che si agita nelle opere di Anzhelika Lebedeva, come nella serie Light Study e nella tela Empty bed, sono i soggetti e gli oggetti protagonisti di un luogo del quale desideriamo appropriare allontanando quello che c'era prima e mantenendo l'identità e il corpo attuali, al fine di raggiungere l'incrollabile obiettivo di abbracciare la pace con il passato che ci ha preceduto, trasmutandolo in un ricordo tangibile e vissuto in modo profondo. Una malinconia, intessuta di romanticismo e intraprendenza, ci spinge ad essere indomabili e talentuosi, ad essere persone in grado di percorrere il mondo con sicurezza e mai soccombere. Un'essenza innata, alimentata dal più ardente desiderio.
Fa paura essere soli, fa fatica. Essere soli, citando Daniele Del Giudice, ha a che fare con l'ombra, con la quantità di ombra che il linguaggio porta con sé nel suo medesimo far luce.
Da qui nasce l'opaco, il desiderio di vedere e di produrre fantasmi e narrazioni, in cui l'ombra genera immaginazione, inquietudine e fantasie, creando conoscenza del vivere, prendendo consapevolezza e agendo sulla sua struttura. L'abitare di Lebedeva, nella sua opacità ricca di geometria, di analisi e di ricerca, ci conduce all'interno del suo dentro e del suo fuori, in maniera diretta racconta come ciò che non è visibile esiste ed è presente. Ogni cosa è illuminata qui perché deve essere così per lei. Il passato che cerca di vincere viene accompagnato fuori dalle mura ed acquisisce una nuova vita, lasciando spazio a un futuro segnato dalla sua identità
Il percorso espositivo si conclude con Hyle, un'installazione scultorea il cui titolo deriva dal greco antico ὕλη ed indica nella concezione comune la sostanza di cui sono fatti gli oggetti sensibili, considerata come in sé esistente, provvista di peso e di inerzia, estesa nello spazio e capace di assumere una forma. Hyle rappresenta la sostanza di ciò che siamo: materia e cambiamento in divenire, consapevole di essere parte di un ciclo che si lega al legno sia come significato sia come elemento strutturale facente parte di una struttura interiore. Rispondendo alla rigenerazione, il legno passa da materiale abbandonato a un nuovo senso di vita, rappresentando il passato, il presente e il futuro, recuperando valore e conservando la memoria dell'abitare che porta benessere interiormente.
Appare in maniera silenziosa il rapporto tra visibile e invisibile, tra realtà e finzione, portando con sé la profonda consapevolezza del tempo e della solitudine accompagnata dalla brama di immergersi e nuotare in mezzo a un naufragio. Anzhelika Lebedeva lascia immaginare l'abitare, illuminando quei luoghi remoti ed intimi che attingono forza in uno scambio continuo, dicendo delicatamente che non ti resta che guardarci dentro.
BIOGRAFIA
Anzhelika Lebedeva nasce a Tver, in Russia nel 1995. Un’istruzione versatile porta l’artista a combinare diverse pratiche, tecniche e materiali. Inizia la sua formazione artistica in Russia a Mosca nel 2012 presso la Moscow Academic Art School (MAXY) iscrivendosi al corso di Progettazione Ambientale. Dopo aver completato gli studi si trasferisce a Firenze, laureandosi nel 2020 all’Accademia di Belle Arti di Firenze in Grafica d’Arte. Durante lo stesso periodo segue un corso di litografia presso la Royal Academy of Fine Arts Antwerp in Belgio. Attualmente vive e lavora a Cellino Attanasio in provincia di Teramo. L’autrice nella sua pratica artistica e nella ricerca accademica mira ad esplorare il mondo interiore della persona, ricercando le sue paure, desideri, sogni nascosti per capire come un individuo possa sopravvivere e trovare l’armonia con il mondo che lui stesso ha creato, ma in cui non trova posto.
L’arte di Anzhelika Lebedeva studia i confini del naturale e dell’artificiale, del fisico e del metafisico, rivela i temi delle cose e delle idee su di esse, cerca di definire dove finisce la realtà e inizia la percezione che l’uomo ha di quella. Il risultato di questa ricerca si rivela nella creazione di opere in cui si combinano elementi figurativi e astratti, gli oggetti sulle tele sembrano dissolversi nel loro ambiente e l’immagine è sfocata o frantumata in pixel. Questo linguaggio si manifesta per la prima volta nella serie “Room” esposta nel 2020 come progetto di laurea all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
La serie di dipinti diventa un tentativo di ritrarre una sostanza invisibile ma onnipresente che segue il corpo ovunque vada e lascia le sue tracce, ombra che resta presente come un odore dentro una stanza. Si tratta dell’essenza metafisica dell’uomo, parte imprescindibile della sua esistenza. Queste idee hanno continuato il loro sviluppo nei successivi cicli dell’artista “Four walls”, “Light study” e “Last days of summer”. L’artista ha partecipato a numerose mostre collettive e personali negli ultimi anni, tra cui OMBRE (2022) a cura di Antonio Zimarino presso lo Spazio Inangolo, Penne (PE), Italia e NOSTOS ALGOS (2022) a cura di Lorenzo Belli presso la Cappella Marchi, Seravezza (LU), Italia. Le opere di Anzhelika Lebedeva sono conservate in collezioni private e pubbliche in Belgio, Italia, Regno Unito e Russia, tra cui Openbaar Entrepotvoor de Kunsten (OPEK), Leuven, Belgio; Fondazione La Rocca, Pescara, Italia; YAG/garage, Pescara, Italia; A60 Contemporary Art Space, Milano, Italia.
FORMAZIONE
- BFA, Accademia di Belle Arti di Firenze, Firenze / Dipartimento di Grafica d’Arte
- The Royal Academy of Fine Arts Antwerp, Anversa, Belgio / Dipartimento di Printmaking
- Diploma, The Moscow Academic Art School (MAXY), Mosca, Russia / Dipartimento di Progettazione Ambientale
MOSTRE PERSONALI
- OMBRE a cura di Antonio Zimarino, Spazio Inangolo, Penne (PE), Italia
- NOSTOS ALGOS a cura di Lorenzo Belli, Spazio Cappella Marchi, Seravezza (LU), Italia
MOSTRE COLLETTIVE
- XX Biennale di Penne“Tra l’estetico e il politico” a cura di Antonio Zimarino e Chiara Di Carlo, Fondazione Musap, Penne (PE), Italia
- “ENSEMBLE” a cura di Curating The Young, Chinastraat, Gand, Belgio
- “FOCUS on Painting” a cura di Ivan D’Alberto, YAG/garage, Pescara, Italia
- “De Kotroute” a cura di Amuseevous, Gand, Belgio
- 2020. “La Vita dell’Arte”, a cura di Emanuele Gregolin e Pengpeng Wang A60 Contemporary Art Space, Milano, Italia
- “Premio Stibbert”, a cura di Enrico Colle, Claudio Rocca, Valentina Gensini, Antonio Natali e Giovanna Uzzani, Accademia di Belle Arti di Firenze, Firenze, Italia
- “Premio Arte Carlo Farioli”, Palazzo Marliani Cicogna, Busto Arsizio (VA), Italia
- “OPUS MODERNUM”, a cura di Mikhail Rozanov e Kirill Preobrazhensky, Moscow Contemporary Art Center Winzavod, Mosca, Russia
- “MAXY. The 90’s Anniversary of Foundation”, VDNH, Mosca, Russia
- “OPUS PRACTICUM” a cura di Evgeniy Kravtsov, Palazzo Panichi, Pietrasanta (LU), Italia