Il senso di Brad Pitt per il design. Passione antica, che oggi diventa mestiere. Si ispira all’Art Déco la nuova collezione di mobili griffata Pitt-Pollaro
Fanno gli attori, i cantanti, le star dello showbiz. E poi, a un certo punto, decidono di diventare imprenditori. Nel settore dei beni di lusso, naturalmente. Aprono ristoranti, spesso, oppure lanciano linee di abiti, di lingerie, di profumi, di occhiali da sole, qualche volta di borse e scarpe. Questo il trend. Ma c’è qualcuno, tra […]
Fanno gli attori, i cantanti, le star dello showbiz. E poi, a un certo punto, decidono di diventare imprenditori. Nel settore dei beni di lusso, naturalmente. Aprono ristoranti, spesso, oppure lanciano linee di abiti, di lingerie, di profumi, di occhiali da sole, qualche volta di borse e scarpe. Questo il trend. Ma c’è qualcuno, tra i vip dell’Olimpo di Hollywood, che esce fuori categoria e sceglie una via più colta e chic. In linea con certe passioni di sempre. Parliamo di Brad Pitt. Di cui tutti conoscevamo l’anima da collezionista d’arte contemporanea, sopraffino e sfegatato. Ma che certo non ci saremmo immaginati nelle vesti di designer. Già, perché è questa, oggi, l’attività a cui l’attore si dedica, parallelamente al cinema. Né ristoranti, né profumi: per il fascinoso Brad un nuovo lavoro creativo, in perfetto accordo col suo amore per l’arte.
In tandem con il produttore Frank Pollaro, lancia oggi la sua prima collezione di mobili, a firma Pitt-Pollaro. Si può scegliere tra un tavolo da pranzo, un letto, una poltrona, un tavolo da cocktail, comodini, e una vasca da bagno in marmo. Tutto di ispirazione Art Déco: linee sinuose ma improvvisamente spezzate, motivi a zig zag, forme essenziali ma massicce, materiali come vetro, alluminio, acciaio inossidabile, legno. Da realizzare su misura, con possibilità di personalizzare i singoli pezzi: solo edizioni numerate e produzioni limitatissime.
E ci tiene a sottolineare, Brad, che non si tratta di un fuoco di paglia e o di un divertissement dell’ultimo minuto. Come ha dichiarato ad Architectural Digest, era fin dagli anni ’90 che si dilettava a buttar giù idee e schizzi per case e complementi d’arredo. Da quando, cioè, aveva scoperto Charles Rennie Mackintosh e Frank Lloyd Wright.
E proprio rifacendosi a Mackintosh il novello deisgner si cimenta con una lettura metaforica dell’elemento “linea”: tutto cominciò per lui con la scoperta della rosa di Glasgow del maestro dell’Art Nuveau, caratterizzata da un segno dolce e continuo. Aggiungendo che, però, ci sarebbe “qualcosa di più grande in gioco: come se si potesse raccontare la storia della propria vita con una linea sola”.
Per essere la prima prova non c’è male davvero. Ma, a detta dei due, l’avventura non si ferma qui: c’è tutta la voglia di andare avanti, lanciando il marchio con vigore e facendone un solido business. Il sacro fuoco del design brucia, nel cuore del seduttore Brad: sedotto lui, stavolta. Irreparabilmente.
– Helga Marsala
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