Michelangelo Pistoletto chiede di liberare il clochard che ha incendiato la sua Venere

Al clochard responsabile dell'incendio servono cure e riabilitazione, non il carcere: è quanto sostiene anche l'artista, che vede in lui una spia del malessere che affligge la nostra società

Simone Isaia, il clochard accusato di aver dato alle fiamme l’installazione Venere degli stracci, in Piazza Municipio a Napoli, ha bisogno di essere curato, non del carcere. Le istituzioni si prendano cura di Simone”, con queste parole, don Franco Esposito, gestore della casa di accoglienza Liberi di volare della Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli, si è dichiarato disponibile a ospitare il 32enne responsabile del rogo di Napoli, per seguirne la riabilitazione. All’appello è seguita un’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato di Isaia, Gabriella Di Nardo, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno. E al coro di voci che esorta le autorità a concedere la libertà al ragazzo, per favorirne il recupero, si unisce ora anche l’artista biellese Michelangelo Pistoletto.

Resti della venere di Pistoletto a Napoli. via comune.napoli.it
Resti della venere di Pistoletto a Napoli. via comune.napoli.it

L’appello di Michelangelo Pistoletto per liberare Simone Isaia

In una intervista concessa a Floriana Rullo sul Correre della Sera, Pistoletto si esprime a favore della scarcerazione del 32enne, accusato di incendio e distruzione di beni culturali, sottolineando che “bisogna eliminare la punizione del carcere e portare chi ha incendiato la mia opera alla cura. Perché curare lui vuol dire farlo con la società. La nostra, del resto, è una società stracciata e stracciona, proprio come la mia Venere”. Una riabilitazione che si fa specchio di un recupero collettivo, poiché “il problema della nostra società si rivela con il gesto compiuto contro la mia opera, che così viene umanizzata. Questa persona non è soltanto un malato, ma mostra la malattia sociale con cui conviviamo. I governi si stanno battendo per permettere alle persone di sopravvivere. E la cultura, che nasce dall’arte, può aiutare questo cambiamento”, continua l’artista. Così la “Venere in fiamme” diventa un simbolo: Pistoletto non giustifica il gesto, ma lo comprende, in quanto espressione di un forte malessere a cui “l’arte può portare sollievo”. 

Molti gli addetti ai lavori che si sono accodati alla richiesta, che si fa ufficiale, ed è capitanata da Iod Edizioni. Scrive il giornalista Ciro Pellegrino sulla propria pagina Facebook: “Qualche giorno fa sono stato fra i primi firmatari di una petizione che ritengo sacrosanta: quella di Iod Edizioni per chiedere la scarcerazione di Simone Isaia, 32 anni, il senza fissa dimora responsabile dell’incendio che ha distrutto l’opera “Venere degli stracci” in piazza Municipio a Napoli. È quasi un mese che quest’uomo è a Poggioreale, è incensurato e nella sua cella sono in 7. Sono sconvolto: perché è in galera una persona che necessita evidentemente di cure? I volontari della mensa del Carmine dicono questo : «Fino a 4 anni fa Simone Isaia lavorava come garzone in un bar di via Chiaia ed era più che apprezzato dai clienti per i modi cortesi. Poi qualcosa in lui si è rotto, si è perso e nel corso degli anni, le sue condizioni mentali sono peggiorate». Ieri il tribunale del Riesame ha confermato il carcere. Chiedo a voi se sia possibile una stortura del genere. Vi lascio nei commenti il link alla petizione, ma più che una firma può la protesta. Anche verso quella Amministrazione Comunale che sta tacendo in maniera assordante su questa vicenda”.

Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, Piazza Municipio, Napoli, 2023. Photo sito web Comune di Napoli
Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, Piazza Municipio, Napoli, 2023. Photo sito web Comune di Napoli

La nuova Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto a Napoli 

La chiosa dell’intervista è riservata alla speranza di realizzare una nuova Venere degli Stracci a Napoli, augurandosi che non generi gesti violenti, ma che conduca al dialogo. Un desiderio che potrebbe concretizzarsi grazie al crowdfunding annunciato lo scorso 15 luglio dal Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, per ripristinare la gigantesca installazione in piazza Municipio. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di raccogliere 200mila euro per la nuova opera (a fronte della cospicua somma già spesa per la realizzazione della “prima” Venere), cifra che ha incontrato lo scetticismo di parte dei cittadini napoletani, più propensi a chiedere l’investimento di fondi su altrettanti beni culturali o sull’assetto urbanistico di Napoli. 

Valentina Muzi  

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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