A Palazzo Strozzi di Firenze arriva una grande mostra su Anish Kapoor
Lo spazio espositivo fiorentino ospiterà dal prossimo ottobre opere vecchie e recenti del maestro che ha rivoluzionato l’idea di scultura contemporanea
Firenze si prepara ad accogliere un maestro della scultura contemporanea, l’enfant terrible anglo-indiano che spiazza il pubblico con i suoi splash di rosso e il profondissimo nero, con le forme esageratamente bombate e quelle cave, e che ogni pochi mesi scatena una nuova polemica (qui quella recente di New York): parliamo del solo e unico, Anish Kapoor (Bombay, 1954). Dal prossimo 7 ottobre Fondazione Palazzo Strozzi ospiterà la nuova, grande mostra con monumentali installazioni, ambienti intimi e forme conturbanti, creando un originale dialogo con l’architettura e il pubblico di Palazzo Strozzi. Il tutto, ideato e realizzato con lo stesso Kapoor con la curatela del direttore Arturo Galansino.
La grande mostra di Kapoor a Palazzo Strozzi
Il percorso espositivo di Anish Kapoor. Untrue Unreal, aperto fino al 4 febbraio 2024, condurrà i visitatori attraverso opere storiche e recenti produzioni, invitando a entrare in contatto diretto con un’arte discordante ed effimera. Le opere di Anish Kapoor, che ha da poco inaugurato a Napoli una avveniristica stazione della metro, uniscono infatti spazi vuoti e pieni, superfici assorbenti e riflettenti tramite materiali disparati (come pigmento, pietra, acciaio, cera e silicone) che vengono manipolati, scolpiti, levigati, saturati e trattati mettendo in discussione il confine tra plasticità e immaterialità. La trascendenza anche filosofica che Kapoor propone unendo pittura, scultura e forme architettoniche invita a esplorare le potenzialità del rapporto umano con il mondo e spinge a riflettere su dualismi come corpo-mente e natura-artificio. In continuità con il programma contemporaneo e anticonformista proposto negli ultimi tempi da Palazzo Strozzi, gli spazi si faranno qui luogo “concavo e convesso, integro e frantumato”, esortando il pubblico a mettere in discussione i propri sensi e percezioni.
Anish Kapoor e l’Italia
Vincitore del Premio Turner (tra i molti) e insignito del cavalierato britannico nel 2013, Anish Kapoor ha uno stretto rapporto con l’Italia e le sue istituzioni. Sono diversi infatti i musei che ospitano le sue opere, come il MAXXI di Roma, che conserva la grande opera Window, un tubo nero in pvc lungo 15 metri che termina con una tromba da grammofono, e ancora di più i musei che gli hanno dedicato delle mostre personali (a cominciare dalla Fondazione Prada, nel 1995). L’artista ha poi scelto Venezia per aprire la nuova sede della sua omonima Fondazione, che si trova all’interno di Palazzo Manfrin sul Cannaregio ed è affidata a Mario Codognato: il palazzo nobiliare, riqualificato in virtù del nuovo ruolo, ha aperto le proprie porte l’anno scorso come seconda sede della grande retrospettiva dedicata a Kapoor ospitata alle Gallerie dell’Accademia in concomitanza con la 59. Biennale Arte. Qui, aveva raccontato l’artista ad Artribune, “con la collaborazione della città, Mario Codognato e io vorremmo riportare in vita il legame tra questo palazzo e l’arte, così vivo nel passato“. Kapoor aveva già dimostrato l’anno prima, nel 2020, di avere un legame speciale con Venezia e le sue istituzioni: subito dopo il lockdown, infatti, aveva contribuito alla campagna di aiuto per la Peggy Guggenheim Collection donando 100 esemplari dell’opera Blood and Earth ad altrettanti sostenitori che avessero aiutato la PGC con almeno 5 mila euro ciascuno.
Giulia Giaume
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