La realtà interiore di Mimmo Jodice in mostra a Torino
Al grande fotografo napoletano quasi-novantenne è dedicato il percorso delle Gallerie d’Italia, che attraversa cinquant’anni di sperimentazioni e riflessioni sulla libertà del linguaggio fotografico
È raffinata ed elegante, densa di riflessioni sul senso dell’operare artistico e fotografico la mostra Mimmo Jodice. Senza Tempo, che Gallerie d’Italia Torino dedica a uno dei più grandi fotografi del nostro tempo, come seconda puntata del progetto La Grande Fotografia Italiana, a cura di Roberto Koch (la prima è stata dedicata a Lisetta Carmi).
La mostra di Mimmo Jodice a Torino
La rassegna presenta 80 fotografie, realizzate tra il 1964 e il 2011, che raccontano il percorso di un maestro che è riuscito con la sua ricerca, ma anche con le sue profonde riflessioni – come testimonia il documentario inedito di Mario Martone, presentato in mostra – a escludere ogni dubbio sulla valenza artistica del mezzo fotografico.
La mostra è divisa in piccole sezioni, che tuttavia riescono sinteticamente a spiegare alcune parti del lavoro dell’ottantanovenne artista: Anamnesi, Linguaggi, Vedute di Napoli, Città, Natura, Mari.
Nell’introduzione alla sezione Linguaggi presente nel catalogo, edito da Edizioni Gallerie d’Italia|Skira, Mimmo Jodice (Napoli, 1934) spiega: “Le sperimentazioni mi hanno portato a capire fino a che punto si potessero forzare i limiti del linguaggio fotografico, stravolgere le regole convenzionali e arrivare a una dimensione creativa, libera e autonoma”. Il processo in camera oscura è parte fondamentale del suo lavoro, dell’atteggiamento empirico che lo contraddistingue. Quando ne parla i suoi occhi azzurri intensi brillano carichi di entusiasmo. Afferma che rifarebbe tutto quello che ha fatto durante la sua lunga vita, iniziata con un’infanzia difficile e povera nel partenopeo Rione Sanità.
Mimmo Jodice e la fotografia
Il suo è stato un cammino straordinario alla scoperta del linguaggio, della cultura, della storia. Un cammino fortemente segnato dal mare, dal Mediterraneo, dalla cultura classica, che a Napoli ha un ruolo portante, ma anche dalla conoscenza con gli artisti conosciuti durante la vita, da Beuys a Warhol.
“La realtà e la mia visione interiore coincidono”, così ad accompagnare le malinconiche immagini dei mari, la cui atmosfera è sospesa nel tempo.
La sezione Natura presenta opere esposte per la prima volta. “La mia ricerca fotografica ha seguito una doppia progettualità: da una parte ho indagato la storia e lo spirito dei luoghi per fornire una rappresentazione significativa; dall’altra li ho raccontati alla mia maniera, trasfigurandoli in una dimensione irreale”. Così, alberi, frutta, dettagli talvolta non immediatamente riconoscibili, conducono chi guarda in una sorta di mondo altro che richiede, in controtendenza con la vacua velocità del nostro tempo, tempi lunghi di osservazione e di riflessione.
Angela Madesani
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