L’Ucraina ha lanciato un database con tutte le opere d’arte legate ai russi colpiti dalle sanzioni
Il database riporta capolavori come il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci e le Four Marilyns di Andy Warhol. La speranza è che il portale “renda difficile agli oligarchi russi vendere questi beni” e quindi aggirare le sanzioni
Rendere dura la vita degli oligarchi russi coinvolti nella guerra in Ucraina, e tagliargli la liquidità: questo lo scopo del nuovo database online che raccoglie tutte le opere d’arte legate ai cittadini russi finiti sotto le sanzioni occidentali per i legami con l’invasione iniziata un anno e mezzo fa. Stando al Guardian, il database ospita ad oggi trecento opere (che continuano a crescere) con capolavori come il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci e le Four Marilyns di Andy Warhol, ed è gestito dall’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione, che ha ricordato come lo scopo della piattaforma sia “rendere più facile per coloro che partecipano virtuosamente al mercato dell’arte fare dei controlli sulle origini delle opere, e quindi rendere più difficile agli oligarchi russi vendere questi beni”. E quindi anche aggirare le sanzioni.
Il nuovo database di grandi opere dei cittadini russi “sanzionati”
Gli oligarchi russi, stando alla NACP, erano ancora troppo facilmente in grado di nascondere e riciclare i propri soldi attraverso la vendita di opere e manufatti, partecipando a un mercato dell’arte che (stando all’organo intergovernativo antiriciclaggio Financial Action Task Force) ha toccato nel 2021 un valore globale di 65,1 miliardi di dollari. “Dipinti, sculture, gioielli artistici: questo è esattamente ciò che viene utilizzato come scappatoia per aggirare le sanzioni. La sezione ‘guerra e arte’ contribuirà al lavoro per prevenire l’elusione delle sanzioni, trovando beni artistici di russi sanzionati con l’obiettivo del loro ulteriore congelamento, confisca e futuro trasferimento in Ucraina”, precisano dalla NACP, che ospita il database all’interno di un più ampio sito legato alla corruzione.
I capolavori degli oligarchi russi presenti nel database
Tra l’elenco dei super ricchi russi accusati di aver aiutato e favorito il presidente russo Vladimir Putin nell’invasione dell’Ucraina ci sono i soliti personaggi famosi, come l’ex proprietario della squadra calcistica del Chelsea Roman Abramovich, che si dice abbia acquisito tra gli altri un trittico di Francis Bacon del 1976, Woman of Venice I di Alberto Giacometti e otto album della serie The 10 Characters dell’artista concettuale americano Ilya Kabakov per un valore stimato di 163,9 milioni di dollari. Non solo: il sito, che riporta anche la “passata proprietà” russa per scoraggiare le vendite e isolare gli oligarchi, rivela che il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci era stato acquistato dal miliardario Dmitry Rybolovlev (e nel frattempo venduto all’asta da Christie’s per 450 milioni di dollari) mentre le Four Marilyns di Andy Warhol sono state acquisite da Mikhail Fridman, stretto alleato di Putin e co-fondatore della multinazionale Alfa Group. E poi ci sono ancora personaggi come il miliardario russo Viatcheslav Kantor, il rapper Timur Yunusov e la modella e imprenditrice Daria Zhukova, meglio nota come Dasha Zhukova, mai direttamente sanzionata e oggi, ricorda ArtNews, impiegata in una serie di musei come il Los Angeles County Museum of Art e il Metropolitan Museum of Art.
Il database di grandi opere dei cittadini russi “sanzionati”. Come funziona
Il database, che ospita anche capolavori di Claude Monet, Auguste Rodin e Damien Hirst, mostra così la straordinaria ricchezza accumulata dai sostenitori di Putin – che si attesta, guardando solo all’arte, intorno ai 1,3 miliardi di dollari – invitando anche chiunque sia a conoscenza di altre informazioni ad aggiornare l’elenco attraverso un apposito modulo. Sapendo certo che “il processo di aggiornamento delle informazioni è piuttosto complicato”, riporta ancora il Guardian, “perché non ci sono dati ufficiali sui proprietari diretti di oggetti d’arte: formalmente possono essere i loro parenti, oppure il proprietario può cambiare più volte in brevi periodi di tempo”.
Giulia Giaume
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