Morto Sixto Rodriguez, il Bob Dylan di Detroit. Sconosciuto in patria, star in Sudafrica
È morto a 81 anni il cantautore folk che non sapeva di essere diventato coi suoi dischi, sconosciuti negli Stati Uniti, il simbolo della lotta all’apartheid. La sua storia incredibile è diventata un docu-film che ha vinto l’Oscar
È morto l’8 agosto 2023 all’età di 81 anni Sixto Rodriguez, protagonista del documentario premio Oscar Searching for Sugar Man, sulla sua incredibile storia di rockstar – a sua insaputa – dall’altra parte dell’Oceano. L’annuncio arriva dal suo sito ufficiale. “È con grande tristezza che noi di Sugarman.org annunciamo che Sixto Diaz Rodriguez è morto oggi“, si legge nella dichiarazione. “Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alle sue figlie – Sandra, Eva e Regan – e a tutta la sua famiglia. Rodríguez aveva 81 anni. Possa la sua cara anima riposare in pace”.
Chi era Sixto Rodriguez
Sesto figlio (da qui il nome) di immigrati messicani, Sixto Díaz Rodríguez nasce a Detroit (Michigan) il 10 luglio 1942. Qui comincia a scrivere canzoni folk mentre lavora come operaio in una fabbrica di automobili. Pubblica negli Stati Uniti due dischi, Cold Fact nel 1970 e Coming from Reality nel 1971, con scarso successo. Anzi, deve lottare per riuscire a vendere delle copie, così per sopravvivere si dedica ai lavori manuali come operaio in cantieri edili e per ditte di demolizione. Grazie a qualche passaggio in radio, la sua musica diventa però nota in Australia e Nuova Zelanda. È qui che una casa discografica scopre i due dischi, ne compra i diritti e li ripubblica insieme in una raccolta: è un successo tale che negli anni successivi Rodriguez tiene due concerti in Australia. “Pensavo che il punto più alto della mia carriera l’avessi raggiunto in Australia“, ha detto in un’intervista sul Sidney Morning Herald. In realtà, il meglio deve ancora arrivare.
Il successo in Sudafrica
Attraverso un inaspettato passaparola e delle copie su musicassetta, la sua musica comincia a risuonare tra i giovani sudafricani politicamente diseredati. Cold Fact, pubblicato in Sudafrica nel 1971, e After The Fact (riedizione del 1976 di Coming From Reality per il Sudafrica) hanno successo e le sue canzoni diventano in breve simbolo della lotta contro l’apartheid. Grazie ai loro testi contro l’establishment, l’oppressione e il pregiudizio sociale, diventano l’inno della liberazione dei giovani bianchi antirazzisti contro Botha, il presidente sudafricano più acerrimo sostenitore della segregazione razziale (con le riforme da lui avviate nel 1983), tanto da favorire a partire dal 1984 l’esplosione della protesta nera. Sono soprattutto i testi di Rodriguez che affascinano tanto il pubblico sudafricano: il suo mix di osservazioni politiche, sociali e intuizioni emotive sulla condizione umana unite a una musica incalzante e ritmata, sono una miscela esplosiva.
Il docu-film premio Oscar Searching for Sugar Man
Di tutto questo successo, però, Rodriguez ne è all’oscuro. Finché nel 1997, con l’avvento di Internet avviene la svolta: un suo fan e un giornalista musicale creano un sito per rintracciarlo e finalmente lo trovano. Una storia così non può che diventare un film, o meglio un documentario. Succede nel 2012 con Searching for Sugar Man del regista svedese Malik Bendjelloul, scomparso nel 2014: presentato in anteprima al Sundance film festival con grande successo, vince poi l’Oscar come miglior documentario l’anno successivo. Da quel momento, gli album di Rodriguez entrano per la prima volta nelle classifiche statunitensi e lui stesso va anche in tournée in Sudafrica e in altri Paesi, per la gioia dei suoi fan. Uno di loro scrive sotto il suo video di Sugar Man: “Ho 61 anni, sono cresciuto nel Sudafrica dell’apartheid e il suo album è stato il mio inno, la mia ispirazione, il mio compagno costante. Mi ha ispirato a liberarmi dal conformismo e ad andare controcorrente. Gli devo tanto. Quando ho visto il film e ho capito che era vivo, ho dovuto vederlo dal vivo. Sono stato così fortunato a vederlo in Danimarca e ho pianto dal momento in cui è salito sul palco. Non capita spesso di vedere il tuo eroe tornare dalla morte. Grazie di tutto signor Sixto Rodriguez”.
Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati