L’arte crea realtà. Il nuovo libro su e con il curatore Hans Ulrich Obrist

Il nuovo libro-incontro con uno dei curatori più influenti degli ultimi decenni, Hans Ulrich Obrist. Esce per Marsilio e si presenta come un volume laboratoriale scritto da, con e per Gianluigi Ricuperati

Esistono tanti curatori brillanti nel mondo, ciascuno, un po’ come gli artisti, dotato di peculiarità proprie, attitudini, genialità, gusto e teoria, ma nessuno come Hans Ulrich Obrist, nato nel 1968 a Zurigo, ha suscitato un culto della personalità che dura ormai da tempo e che trova una sua ulteriore conferma nel libro che Gianluigi Ricuperati, suo amico e primo tra i suoi esegeti, ha voluto dedicargli provando ad intervistare un personaggio che ha fatto dell’intervista, intesa socraticamente come “parto” dell’intelletto, la propria cifra stilistica, la propria missione e un modus operandi, collezionando in oltre tre decenni di lavoro più di tremila incontri registrati e conservati in un archivio che la Luma Foundation sta esponendo a puntate durante i Rencontres d’Arles.

Il libro di Gianluigi Ricuperati

Presentato nei nuovi spazi di Stanze della fotografia della Fondazione Cini sull’isola di San Giorgio, durante i giorni dell’inaugurazione della Biennale di Architettura, il libro si fonda su un gioco delle parti che sfocia in un’agiografia contemporanea in cui, mentre Ricuperati presenta il personaggio con afflato poetico, HUO compie una narrazione fitta e sintetica della sua vita, intrecciata a tal punto con la pratica curatoriale che per lui varrebbe l’adagio: curo quindi sono. Tutto nella sua vita è improntato ad un lavoro intellettuale e curatoriale che non lascia spazio ad altro. La lettura di questa sorta di manuale per giovani curatori è utile perché Obrist vi si racconta con facilità e velocità, fornendo una lista di nomi di artisti, scrittori e teorici che più lo hanno influenzato diventando suoi compagni in un viaggio verso la conoscenza di cui, come un addicted, non ne ha mai abbastanza. 

Hans Ulrich Obrist, A che cosa serve l’arte?, scritto con Gianluigi Ricuperati, copertina, Marsilio, Venezia, 2022
Hans Ulrich Obrist, A che cosa serve l’arte?, scritto con Gianluigi Ricuperati, copertina, Marsilio, Venezia, 2022

Le mostre di Hans Ulrich Obrist

Tappe di questo viaggio, sono le sue mostre con le quali egli “crea realtà”, un concetto a lui carissimo per dire che curare significa “rendere possibile l’impossibile”, concretamente. Non a caso il suo leitmotiv è la domanda “qual è il tuo progetto irrealizzato”, che pone ad ogni suo interlocutore come un mantra e che lo invita a dare spazio all’utopia (altro concetto chiave) nella propria coscienza. A infondergli l’idea fu Alighiero Boetti. “Siccome ero giovane”, racconta Obrist, “gli artisti mi davano dei compiti da svolgere, ad esempio Alighiero Boetti mi disse: tu devi aiutare gli artisti a fare qualcosa di diverso, come un loro progetto non realizzato, perché mi invitano nelle biennali e nelle grandi mostre ma a volte io vorrei fare altro, ad esempio una mostra dentro la società e per questo tu dovresti essere un altro tipo di curatore, uno che aiuta gli artisti a far ciò”.

L’essere curatore secondo Obrist

A differenza di un altro grande interprete della curatela post-moderna, come Francesco Bonami, che ci sta abituando sul suo profilo Instagram ad affrontare con ironia e sarcasmo (quasi al limite con il genere demenziale) il mondo dell’arte come star system, Obrist propone una via seria e pacata che scava le profondità dell’essere (curatore), ma lo fa in velocità ed intensità, come nelle maratone organizzate a Londra in cui si succedono decine di esperti d’ogni campo.  Ciò che rende interessante il procedere dello storico direttore artistico della Serpentine Galleries di Londra è anche lo stile biografico, che restituisce al lettore la genesi di una figura ormai monumentale, un collezionista d’incontri gentile e bulimico, un hubdi contatti che si muove come se la vita fosse una corsa contro il tempo (vedi anche le sue avventure con l’abuso di caffè e le prove con il metodo Da Vinci). Il senso fondamentale dell’essere curatore e del ruolo dell’arte scaturiscono dunque da un’esperienza personale che è, e rimane, un grande esperimento, in cui ciò che conta è far circolare le idee, farne produrre e diffonderle più che arrestarle e celebrarle come linee guida per l’esistenza.

Hans-Ulrich Obrist e Simon Castets
Hans-Ulrich Obrist e Simon Castets

Hans Ulrich Obrist: la formazione

Obrist narra così il suo percorso di formazione rendendo conto della genesi di ogni sua idea creativa. In queste sue “confessioni” si susseguono elementi preziosi per i curatori di domani, in un libro scritto a cuore aperto poiché parte da un’esperienza vissuta che non si distingue più dalla teoria, ma la incarna dentro un fare che è già sempre il frutto e il seme di ogni suo incontro intellettuale. Il che potrebbe sembrare un vulnus, soprattutto se non si afferra che, in quanto vero abitante del proprio tempo, Obrist appare come un autentico principe di quella nuova genia di umani che Alessandro Baricco ha definito “barbari”, usando un termine ancora moderno per descrivere, nell’omonimo libro uscito per Feltrinelli ormai nel 2008, un nuovo tipo umano che, volenti o nolenti, ci troviamo ad essere anche noi, incalzati da una tecnologia che ci plasma e ci dà forma. “Tutto ciò che faccio ha a che fare con la velocità” ha sentenziato. Una volta compreso ciò, si può leggere di volata il suo libro oppure segnarsi tutti i consigli di lettura e di conoscenza che sgrana come i chicchi di un rosario lungo 176 pagine. Oppure si può tenerlo sul comodino e leggerne un po’ ogni giorno, come si faceva un tempo con la Bibbia, e come fa lui con Édouard Glissant, uno dei suoi padri putativi.

Nicola Davide Angerame

Hans Ulrich Obrist, A che cosa serve l’arte?
scritto con Gianluigi Ricuperati
Marsilio, Venezia 2022
pp. 176, euro 16,00

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Nicola Davide Angerame

Nicola Davide Angerame

Nicola Davide Angerame è filosofo, giornalista, curatore d'arte, critico della contemporaneità e organizzatore culturale. Dopo la Laurea in Filosofia Teoretica all'Università di Torino, sotto la guida di Gianni Vattimo con una tesi sul pensiero di Jean-Luc Nancy, inizia la collaborazione…

Scopri di più