In Basilicata apre un nuovo spazio d’arte contemporanea parte di un progetto ventennale
A Latronico l'Associazione Culturale Vincenzo De Luca vuole innescare meccaniche di cittadinanza attiva dedicate alla cultura e alla ricerca artistica. Aprendo con una mostra e un intervento “metamorfico” di Valentina Furian
Nel Parco Nazionale del Pollino, a Latronico, apre un nuovo spazio di “progettazione e residenza” per le arti contemporanee. È A Cielo Aperto / Spazio per il contemporaneo, iniziativa scaturita dall’omonimo progetto della locale Associazione Culturale Vincenzo De Luca. “Con questa nuova sede l’associazione intende attivare spazi di cittadinanza attiva dedicati alla cultura e alla ricerca artistica, promuovendo la condivisione di uno spazio comune. A Cielo Aperto / Spazio per il contemporaneo conferma la propensione alla multidisciplinarietà dal punto di vista dei linguaggi artistici e culturali, pubblici e territoriali”, dicono dall’associazione.
Il progetto A Cielo Aperto / Spazio per il contemporaneo
Aperta nella lucana Latronico dal 2005, l’Associazione Culturale Vincenzo De Luca ha promosso dalla sua fondazione il progetto A Cielo Aperto, e dal 2008 ha inaugurato una residenza d’arte contemporanea e un progetto d’arte pubblica curato da Bianco–Valente e Pasquale Campanella, portando alla costituzione di un museo diffuso all’aperto con opere permanenti che dialogano con l’ambiente montano e il centro storico del paese. Stimolando per quasi vent’anni una discussione multidisciplinare sulle pratiche d’arte, anche tramite un laboratorio di ricerca sul suono e la performance e la partecipazione alla fondazione di STARE-Rete delle Residenze d’artista italiane, l’associazione è arrivata a costituirsi come ente del terzo settore (grazie ai fondi dei soci) e ha acquistato un immobile nel centro storico di Latronico in via Ciro Menotti 5: qui inaugurerà la nuova sede venerdì 18 agosto 2023 alle 18.30.
Il nuovo spazio rappresenta un’altrettanto nuova opportunità per fare il punto sul senso e i possibili sviluppi dell’arte contemporanea in relazione al contesto locale e alle sue specificità, promuovendo allo stesso tempo la condivisione di uno spazio aperto e comune. In occasione dell’inaugurazione della nuova sede è stata allestita una mostra che illustra i progetti realizzati con i cittadini, esponendo il materiale di documentazione e alcune opere d’arte, creando “un dispositivo di riflessione su ciò che è stato fatto finora e anche un piano di confronto per proseguire con maggior vigore la discussione sui contesti territoriali”.
Stormi, l’intervento di Valentina Furian per A Cielo Aperto 2023
È in questo contesto che, sabato 19 agosto, inaugurerà Stormi, intervento di Valentina Furian (Venezia, 1989) curato da Giovanni Viceconte. “Il progetto, ideato per A Cielo Aperto, nasce da un’esperienza immersiva dell’artista con il territorio di Latronico che le ha permesso di indagare la tradizione antropologica e rituale legata alle erbe officinali, alle credenze e ai miti connessi alle piante e agli animali che questa terra custodisce, indirizzando la sua ricerca verso una visione metamorfica dell’animato e dell’alterazione degli elementi, toccando anche temi sociali legati alla migrazione e al ritorno”. Furian, che vive e lavora a Milano, è stata per la prima volta a Latronico nel maggio dell’anno scorso, rimanendo affascinata da reperti e materiali archeologici dagli scavi di Colle dei Greci, che testimoniano gli intensi scambi culturali tra la città, i Greci della costa ionica e gli Etruschi dell’area campano-tirrenica. Per la seconda fase di residenza, avvenuta a luglio 2023 nel nuovo spazio, Furian ha quindi indagato la tradizione locale delle erbe officinali. Durante la realizzazione del progetto l’artista ha coinvolto diverse personalità del territorio come l’esperto di erbe officinali Antonio Perretti, il geologo Vincenzo Matinata, il ceramista Venanzio Carlino di Lagonegro e Umberto Giordano, titolare del Sosa’s Cocktail Bar che ha ideato una bevanda pensata per “attivare” le sculture di Furian, un oggetto alchemico-zoomorfo. Amalgamati alle acque sulfuree, alle piante autoctone e ad altri elementi, le opere dell’artista andranno così a restituire il senso dell“intervento artistico”, atto a trasfigurare chi deciderà di prendere parte a questa esperienza performativa.
Giulia Giaume
www.associazionevincenzodeluca.com
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