L’alluvione dell’Emilia Romagna diventa una mostra a Faenza
Il rapporto tra esseri umani e natura è al centro della mostra al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza. Il protagonista è Wei Bao, artista cinese che sviluppa una riflessione sugli eventi atmosferici avversi
Uomo, società, natura e ambiente sono al centro delle opere vincitrici della 62esima edizione del Premio Faenza, Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea che il MIC Faenza organizza da ottant’anni. Tra le settanta opere in concorso, la giuria ha premiato l’artista belga Yves Malfiet, per la categoria over 35, con l’installazione Paradiso eclettico di terra; mentre per la sezione under 35 a vincere è stato l’artista cinese Wei Bao, con l’opera Courtyard Twilignt Series IV. Entrambe le opere, attraverso l’uso dell’argilla, pongono l’attenzione sugli eventi atmosferici estremi, come l’alluvione che mesi fa ha colpito l’Emilia Romagna.
La mostra di Wei Bao al MIC di Faenza
Wei Bao è il primo artista nella storia del Premio ad avere avuto l’opportunità di svolgere una residenza di due mesi nel laboratorio del Museo Internazionale di Ceramica, realizzando opere che entreranno in dialogo con la collezione museale. I lavori creati confluiranno così nella mostra Turbinii e sentieri nella Project Room del Museo. A contraddistinguere la ricerca di Wei Bao è l’attenzione sul fragile rapporto tra uomo e natura, a partire dallo studio sulle antiche civiltà e i loro nuclei abitativi, prediligendo le forme circolari. Un tema attuale e contingente, tanto che in un dialogo con la direttrice del MIC Faenza, Wei Bao ha deciso di porre l’attenzione sull’alluvione che ha travolto l’Emilia Romagna lo scorso maggio: in collaborazione con il Museo Zauli, quindi, l’artista cinese ha recuperato argille e materiali profondamente danneggiati dall’acqua. “Il mio progetto parte da una riflessione sull’acqua” spiega l’artista, “in particolare da un insegnamento di Xuncius, filosofo confuciano cinese del III secolo a.C., che recita ‘L’acqua può trasportare una barca, ma può anche travolgerla’. Questo detto era originariamente usato come metafora del rapporto tra il popolo e l’imperatore e ora è stato esteso a vari aspetti. L’acqua ha creato la civiltà umana e l’acqua può distruggere tutto ciò che l’uomo ha creato. Gli esseri umani sono quindi costretti a rispettare il potere della natura”. Il dualismo racchiuso nel proverbio dividerà il percorso della mostra: “nelle opere che riguardano la seconda parte ho ridotto al minimo il mio intervento, accettando il processo naturale di deformazione e rottura delle opere”, conclude Wei Bao.
Valentina Muzi
Faenza // dal 2 settembre al 29 ottobre 2023
Wei Bao: Turbinii e sentieri
Project Room del MIC Faenza
Viale Baccarini n’19, 48018 Faenza
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