Andrea Pinotti è docente di Estetica all’Università degli Studi di Milano e si occupa di “questioni monumentali” da circa vent’anni. Quanto mai attuale uno studio come questo, in un momento in cui il cosiddetto monumento è stato in diversi casi oggetto di interesse da parte della cronaca e della politica.
Il caso del monumento a Indro Montanelli
Dopo anni di ordinaria noncuranza all’improvviso una modesta scultura come il ritratto di Indro Montanelli, collocato ai giardini a lui dedicati a Porta Venezia, a Milano, diventa un oggetto da dissacrare. L’8 marzo del 2019 il collettivo femminista Non Una di Meno imbratta la statua con vernice rosa per le ormai note vicende di pedofilia africana del giornalista. E poi ancora, nel 2020 il gruppo Rete studenti Milano & Lume, a mo’ di didascalia, scrive in nero sullo stesso monumento “razzista stupratore”. Sono interventi di riappropriazione, che, fatalmente, pongono all’attenzione della cronaca un oggetto che altrimenti verrebbe dimenticato, come molte delle sculture “retoriche” che popolano le nostre città.
Il volume indaga varie tipologie di nonumentalità contemporanea e studia il rapporto tra i diversi tipi di spazialità su cui i nonumenti insistono: quella pubblica e quella privata.
Tante sono le modalità di guardare e le possibili trasformazioni di queste opere che da cosiddetta arte pubblica possono divenire arte museale anche grazie ad interventi ulteriori rispetto a quelli del loro creatore.
Tra i protagonisti del saggio anche Maurizio Cattelan con il “dito” Love di Piazza Affari, sempre nel capoluogo lombardo, la cui unghia è stata tinta di rosa, ma anche con il gigantesco monolite con l’aereo, in mostra temporanea dell’Hangar Bicocca qualche tempo fa.
La questione dell’arte pubblica e il nonumentalismo
Ormai da una sessantina d’anni è, infatti, in crisi il concetto stesso di monumento, crisi che Pinotti analizza con precisione: “I dispositivi di esternalizzazione della memoria che, presentandosi come ausili al ricordare, si ribaltano in macchine d’oblio. Il monumentalismo e il nonumentalismo non combattono una lotta fra di loro, ma contro l’oblio. Nel rigettare le proprietà tradizionali del monumento, inefficaci a salvare il ricordo dalla dimenticanza, il nonumento ne condivide in fondo la funzione: arrestare o quanto meno frenare l’entropica inclinazione alla dissoluzione della memoria nell’oblio”. In tal senso uno degli esempi più calzanti ai quali si fa riferimento è La maison manquante, un’opera realizzata a Berlino da Christian Boltanski, nel 1990. L’artista francese pone su un muro di un edificio numerose targhe in memoria degli abitanti dell’edificio di fianco, non più esistente perché distrutto da un pesante bombardamento nel 1945.
Su di esse sono data di nascita, di morte, nome e professione delle vittime che assumono in tal senso la valenza di individui. Il vuoto diviene così spazio dell’arte, in cui la targa fa affiorare il ricordo di persone altrimenti condannate all’oblio.
Angela Madesani
Andrea Pinotti, Nonumento. Un paradosso della memoria
Johan & Levi, Monza 2023
Pag. 320, € 25,00
ISBN 9788860103314
https://www.johanandlevi.com/
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