Si riscoprono napoleoniche Monza e Milano, che grazie a ville storiche e cimeli leggendari entrano ora di diritto nella Federazione Europea Città Napoleoniche accanto a località europee come Parigi, Rueil-Malmaison, Waterloo, Plymouth. Tra luoghi di nascita e morte, sedi di grandi vittorie e ancor più leggendarie sconfitte, sono oltre cinquanta i centri che appartengono a questa rete quasi ventennale, attorno alla quale si è costituito nel 2015 (con certificazione del Consiglio d’Europa) l’itinerario europeo “Destinazione Napoleone“. Un bel guadagno per le città, che se da un lato condividono prospettive di sviluppo dell’eredità culturale dell’epoca napoleonica, dall’altro ricevono un sostegno nell’attività di conservazione e restauro del proprio patrimonio.
Monza apripista per la rete napoleonica
“Anche a nome del presidente Vincent Chauvet e del presidente onorario Charles Bonaparte ci congratuliamo con Monza, la prima città lombarda”, ha detto all’inizio di agosto Eleonora Berti, direttrice generale della Federazione con sede ad Ajaccio, che ha aggiunto: “Speriamo che a questo primo tassello se ne aggiungano altri come Milano, capitale del regno d’Italia, Limbiate con la villa di Mombello e Lodi che ha già manifestato interesse”. Tre gli elementi che hanno portato Monza a entrare nella Federazione, tutti da identificarsi con il logo della rete e da inserire in un “passaportino” ad hoc: sono la celebre Corona ferrea, con cui Napoleone Bonaparte si incoronò Re d’Italia il 26 maggio 1805 in Piazza Duomo a Milano; la Villa Reale, ampliata e arricchita proprio in epoca francese con la costruzione del teatrino di corte; e il Parco, nato con decreto napoleonico nello stesso anno dell’incoronazione e da allora divenuto il parco cintato più grande d’Europa, con settecento ettari di verde dove Napoleone amava trascorrere i periodi di riposo, spesso alloggiando a villa Mirabellino. Anche se il rapporto tra la compagine napoleonica e Monza non era stato dei migliori – vedasi il saccheggio della villa arciducale – la città entrò in questo periodo nella modernità, sbarazzandosi delle memorie medievali del castello e della cinta del Carrobiolo.
La Villa Reale di Milano entrata a stretto giro
Come auspicato da Berti, è stata poi la volta di Milano, che ha iscritto la Villa Reale, sede della GAM – Galleria d’Arte Moderna, all’interno della rete europea. “Dopo l’adesione al Circuito delle Regge d’Europa, Palazzo Reale ora entra a far parte di un nuovo network che ha come obiettivo la valorizzazione del complesso architettonico non solo come sede di mostre temporanee, ma anche come residenza-museo, da visitare per le sale e gli arredi”, ha commentato l’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi. “La Sala del Trono, dei Ministri o gli Appartamenti potranno essere visitate anche a prescindere dalle mostre temporanee ospitate nelle altre sale. Nel frattempo, stiamo lavorando, in vista del grande appuntamento del 2026, alla ricognizione degli arredi prestati in luoghi istituzionali di tutto il mondo, e al recupero e al restauro di molti importanti elementi dell’arredamento di epoca napoleonica, con l’obiettivo di far emergere la bellezza e il portato storico-artistico di una sede internazionalmente riconosciuta come Palazzo Reale”. Dal 2019 è infatti in corso un progetto che ha visto il recupero di alcuni arredi originali, la ricostruzione storica della Sala del Trono – che Napoleone fece realizzare appositamente per l’incoronazione – e il restauro del prezioso Centrotavola di Giacomo Raffaelli, commissionato al mosaicista romano per il banchetto imperiale ed esposto ora in Sala Quattro Colonne. Sempre nell’ambito della valorizzazione è in corso dallo scorso luglio il restauro di uno dei troni napoleonici: la ciliegina sulla torta di un vero palazzo imperiale.
Giulia Giaume
https://www.destination-napoleon.eu/?lang=it
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