Arte in trincea. La storia della Syria.Art Association
L’associazione punta a promuovere nel mondo l'arte siriana recente, aspirando a stabilire una piattaforma comune per una nuova generazione di artisti. Oltre la semplice autoproduzione. L’intervista
Fondata da un gruppo di artisti e operatori culturali, la Syria.Art Association promuove nel mondo la scena artistica siriana. Uno dei fondatori, Humam Alsalim, ci racconta le aspirazioni e le difficoltà di questo grande progetto che ha ormai raggiunta notorietà globale.
Come e quando è stata costituita l’Associazione?
Nel 2012, in mezzo a crescenti disordini politici, io e Danii Kessjan creammo una pagina sui social media con l’obiettivo di archiviare, promuovere e discutere la scena artistica siriana e portarla al pubblico globale. Sino ad allora mancava una piattaforma su cui trovare informazioni su tutti gli artisti siriani. La nostra visione ha assunto nuove dimensioni con l’inclusione di Khaled Youssef e l’inizio dei Syrian Creative Havens, un ciclo d’inchieste sugli artisti e il rapporto con i loro studi, fornendo una voce indiretta a coloro che sono stati colpiti dallo sfollamento e dalla guerra. Inoltre, è nata la Cyrrus Online Gallery per offrire sul mercato l’arte contemporanea siriana. Nel 2015, Khaled ha registrato il progetto a Nizza, cosa che ha accresciuto la nostra credibilità e ha contribuito a promuovere legami culturali duraturi.
Quali sono gli scopi dell’Associazione?
L’obbiettivo principale è promuovere nel mondo la recente arte siriana, con una visione inclusiva e completa di tutti i suoi talenti. Aspiriamo a stabilire una piattaforma comune per una nuova generazione di artisti, consentendo loro di ottenere riconoscimento, visibilità e fama internazionale per le loro opere d’arte, favorendo così il loro sviluppo professionale. Oltre ai nostri sforzi per promuovere l’arte siriana, ci impegniamo a fondere diverse scuole di pensiero, produzioni artistiche e iniziative dalla Siria con quelle della diaspora siriana. Crediamo fermamente che la comunità artistica siriana, sia in patria che all’estero, meriti una piattaforma che la sollevi dagli oneri dell’autopromozione e consenta loro di concentrarsi interamente sui propri sforzi creativi.
Cosa pensi dell’arte contemporanea siriana? Ci sono temi cui gli artisti sono particolarmente interessati?
La scena artistica in Siria è un riflesso della società da cui proviene e, pertanto, è complessa e diversificata come la stessa cultura siriana. Le influenze sulla scena sono molteplici a causa degli orientamenti politici e dell’impatto delle varie scuole di pensiero. Molti artisti hanno studiato all’estero, portando con sé una varietà di dinamiche dall’Occidente e dal blocco orientale nel secolo scorso. Queste scuole d’arte mescolate al contesto siriano hanno dato vita a una scena caleidoscopica. Tuttavia, nell’ultimo decennio, i riflessi della guerra, delle migrazioni e dell’ingiustizia sono elementi comuni, anche tra coloro che cercano di evitare questi argomenti.
La giustizia sociale e politica, così come i temi esistenziali e astratti, sono le caratteristiche principali della scena artistica siriana, testimonianza della resilienza e della creatività della sua gente e continua a dare importanti contributi alla comunità artistica globale attraverso una vasta gamma di mezzi come pittura, scultura, fotografia, installazioni e video.
Qual è il ruolo delle donne nell’arte contemporanea siriana?
Dalle mie conversazioni con colleghe e operatrici culturali, ho raccolto alcuni spunti sull’argomento in questione, anche se non sono nella posizione di parlare a loro nome.
Sebbene le artiste donne abbiano dato contributi significativi ed eccelsi in alcuni settori della scena artistica, rimangono ampiamente emarginate a livello generale, e non ricevono il giusto riconoscimento in patria né nella regione mediorientale. La rappresentanza delle donne nelle gallerie, nelle collezioni e nei musei rimane organizzata sulla logica patriarcale, proprio come il persistente divario retributivo di genere in tutta la regione. Da parte mia, posso far sentire la mia voce su questa problematica, cerco di attirare l’attenzione sulla necessità di affrontare questa disuguaglianza e lavoro per creare una scena artistica più equa e inclusiva.
La Fondazione collabora con le scuole del territorio? Avete programmi speciali per loro?
Per quanto ci sarebbe piaciuto collaborare con le scuole in Siria, finora non ne abbiamo avuta la possibilità. Abbiamo lavorato con i bambini in alcuni dei nostri progetti, ma non è ancora il ruolo attivo che vorremmo.
Quali progetti avete per il futuro?
Nutriamo grandi aspirazioni per il futuro. La nostra visione include l’espansione della portata della nostra comunità artistica e culturale, e miriamo a creare una piattaforma online che funga da archivio digitale dell’arte siriana, mettendo in mostra la vasta collezione che abbiamo accumulato nel tempo. Speriamo anche di ampliare la nostra presenza fisica in tutto il Medio Oriente, offrendo maggiori opportunità agli artisti siriani di essere riconosciuti a livello globale. Nonostante la nostra ampia visione, purtroppo siamo vincolati da limiti finanziari, e il recente terremoto in Siria hanno reso necessario uno spostamento delle nostre priorità, richiedendoci di concentrarci sul sostegno alle persone colpite dal disastro in modi che vanno oltre la nostra pratica abituale. Nonostante questi ostacoli, rimaniamo impegnati nella nostra missione di promuovere e celebrare l’arte e la cultura siriane.
Cosa pensi che la cultura possa fare per promuovere la pace e il dialogo tra gli esseri umani?
La cultura, ha il potere di promuovere la pace e il dialogo tra gli esseri umani facilitando lo scambio di idee e prospettive e creando opportunità di comprensione e apprezzamento reciproci. Abbracciando la diversità culturale, gli individui e le società possono sfidare i pregiudizi e superare gli stereotipi. La cultura può aumentare la consapevolezza delle questioni sociali, stimolare il pensiero critico e ispirare le persone ad agire verso un cambiamento positivo creando un senso di comunità. Celebrando valori e tradizioni condivisi, la cultura può promuovere la coesione sociale e la solidarietà, alimentando un senso di responsabilità collettiva per la pace e la giustizia. Tutte queste impressioni le abbiamo avvertite lavorando nel mondo, dalla Corea del Sud al Canada. La comunità artistica che siamo riusciti a costruire ci ha insegnato, opponendosi alla situazione politica globale molto sull’inclusività e l’assenza di confini dell’esperienza umana.
Niccolò Lucarelli
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