Monumentale e sornione. Saverio Costanzo torna a Venezia con ‘Finalmente l’alba’
Dopo 9 anni il regista romano torna al Festival di Venezia con un film in concorso che mostra il cinema e la Cinecittà degli anni 50’. Uno spaccato della società dell’epoca viene restituito al pubblico con un cast d’eccezione e una giovane promettente
Il cinema degli anni 50’, la Cinecittà del tempo, i divi e la gente comune: ecco come si presenta Finalmente l’alba, il nuovo film di Saverio Costanzo in concorso alla 80esima Mostra del Cinema di Venezia. La storia si concentra su una giovane insicura, timorosa – al punto che teme anche di guardarsi allo specchio – che per un puro caso finisce a vestire i panni di comparsa per una grande produzione internazionale che sta girando negli Studios di Via Tuscolana a Roma, vivendo “una notte da leoni”. Un film che di certo il presidente di giuria Damien Chazelle non potrà non apprezzare viste le assonanze con il suo Babylon. Un film monumentale, dai toni nostalgici e sornioni, che arriverà nelle sale italiane il prossimo 14 dicembre con 01 Distribution.
Finalmente l’alba di Saverio Costanzo: un cast in pieno stato di grazia
Mimosa, una ragazza romana, timida e semplice, è in procinto di sposarsi con un uomo che piace di più alla sua famiglia che a lei. Per accompagnare la sorella si presenta a Cinecittà per un provino da comparsa e finisce con l’essere la prescelta di Josephine Esperanto, la star del film sull’antico Egitto che stanno girando, una veterana della Hollywood classica che si sente minacciata dalla nuova generazione di attori. Accanto a loro, nella notte, ci sono Sean Lockwood, attore protagonista della pellicola che si gira a Cinecittà e che venera a suo modo Josephine, e Rufus Priori, un gallerista americano amico della diva, che guida letteralmente – come un Virgilio – l’improbabile gruppo nel loro viaggio attraverso più situazioni. Rebecca Antonaci, Lily James, Joe Keery, Rachel Sennott, Alba Rohrwacher e Willem Dafoe sono gli interpreti, ed è il caso di dire: sono tutti in pieno stato di grazia. Sì, perché ognuno è perfetto nella sua parte e tutti portano con sé quel tocco umano e poetico che Saverio Costanzo riesce sempre ad inserire nel suo cinema e a regalare agli spettatori.
Finalmente l’alba di Saverio Costanzo: tra maturità e nostalgia
Era dal 2014 che Saverio Costanzo non realizzava un film per il cinema. L’ultimo è stato Hungry Hearts, tratto dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso e presentato in concorso a Venezia 71 dove ha conquistato le due Coppe Volpi per le interpretazioni di Adam Driver e Alba Rohrwacher, e nel mentre ha lavorato a due grandi serie tv, ovvero: In Treatment e L’amica geniale. Il suo ritorno al grande schermo è speciale. Bastano le prime scene del film per godere di questo racconto cinematografico. Se da un lato è un semplice coming of age, dall’altro è un richiamo al tempo che fu, un ricordare come funzionavano i set negli anni Settanta, un omaggio al cinema italiano e un richiamare alla memoria un caso di cronaca italiano che fece molto scalpore, quello della scomparsa di Wilma Montesi (ventunenne che faceva la comparsa nei film), un vero cold case in cui sono stati coinvolti numerosi personaggi di spicco e di cui, a tutt’oggi, ben poco si è potuto ricostruire. Finalmente l’alba non è però un film di cronaca anzi, è un racconto immaginario che, servendosi di diversi elementi della realtà, restituisce con sapore innocente, leggero, allegro ma anche patriarcale (e non sempre estremamente corretto) quello che è stato e che forse c’è ancora nel mondo del cinema.
Margherita Bordino
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