La natura acida della pittura. Secondo Marta Mancini
Debutto romano in stile folk-tronico per la neofita Marta Mancini. Acrilici metalinguistici, evocativi, intensi. Deliberatamente sfrenati e aperti, ambivalenti, autoriflessivi, introspettivamente onirici. Succede da Sales, fino al 24 novembre.
Marta Mancini (Roma, 1981) riscrive l’arte. La reimposta e ricostruisce alterando. Una pittura nervosa, la sua, introspettiva e filamentosa quanto discontinua. Tonalità cupe, sensibilità romantica, atmosfere notturne e agresti. Un noir pittorico con accenni fluo, destabilizzante, acido, rurale. Il suo immaginario riprende l’immagine videotrasmessa: linguaggio iconico altamente moderno, ambivalenza, ri-scrittura. Riflessi di luce sintetica illuminano paesaggi crepuscolari, dove una natura appiattita s’insinua nell’inconscio dello spettatore, nei tratti essenziali e quotidiani. È l’anima che rinuncia a ogni vincolo strutturale abbandonandosi all’assoluta volontà della natura. Natura expelles furca tamen usque recurret. Dieci tele rivelano altrettante mutazioni. Una danza primitiva unisce magicamente personaggi reali e immaginari in un unico, sublime, movimento coreografico.
Michele Luca Nero
Roma // fino al 24 novembre 2012
Marta Mancini – Abita
a cura di Pericle Guaglianone
GALLERIA S.A.L.E.S.
Via dei Querceti 4/5
06 77591122
[email protected]
www.galleriasales.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati