Buone pratiche in Sicilia. Il caso di OPERA Festival sotto l’Etna
Un progetto di creazione artistica che utilizza il linguaggio musicale come strumento di valorizzazione territoriale e connessione con l’ambiente naturale. Un territorio da scoprire che ha ospitato la casa e la musica di Franco Battiato
L’Etna è una madre severa. Un luogo divino, dove mito, natura e culti antichi si fondono. Un luogo incantato e crudele attorno a cui si raccolgono leggende laiche e racconti religiosi. Il paesaggio che circonda il grande vulcano è di pietra nera e magmatica. Nella formazione delle lunghe distese lunari sui pendii, la crosta lavica raggiunge la costa fino ai Faraglioni di Aci Trezza. Questa parte di Sicilia è caratterizzata da una costa scogliosa, con paesaggi ruvidi e assolati che raccontano lo stretto rapporto di convivenza con il vulcano. Secoli di eruzioni hanno modificato il territorio trasformandolo in un ambiente unico e suggestivo. Un ambiente tutelato in quanto Parco Regionale dell’Etna, che nel 2013 è diventato Patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO. L’Etna è da sempre fonte d’ispirazione e trova spazio in pagine di letteratura di tutti i tempi: da Euripide all’Odissea di Omero, da Goethe a Dumas, fino a Verga e de Roberto. Ciò che rende unico questo vulcano mediterraneo (la cui cima sfiora i 3.350 metri), è una combinazione rara e accessibile di paesaggi, di geo diversità e di fenomeni vulcanici. Tunnel di lava, ingrottamenti e la presenza di centinaia di coni minori detti ‘bottoniere’, che si aggiungono ai 4 crateri principali della sommità. Questo paesaggio è in continua trasformazione: le nuvole, i colori, gli agenti atmosferici lo forgiano ogni giorno. Qui la biodiversità vegetale permette a piante pioniere di diffondersi, come i cuscini fioriti della Saponaria dell’Etna o l’Astragalus siculus (Spinsanto), o ancora la tenace Ginestra dell’Etna. Tutto intorno boschi di querce caducifoglie e sempreverdi, pini e castagni.
Milo, la casa di Franco Battiato
Milo è un piccolo borgo alle pendici dell’Etna, a 750 metri di altezza. Il vulcano domina la città dall’alto e ne disegna il panorama. Fu scelto come luogo di villeggiatura da Giovanni d’Aragona per la bellezza del paesaggio e la ricchezza delle sue acque. Qui venivano ricevuti baroni e vescovi, trasformando il paese in un centro di rappresentanza politica dell’epoca. Ai giorni nostri Milo è conosciuta soprattutto come sede della residenza di campagna di Franco Battiato. Il paese poggia su pietre laviche, immerso in boschi di castagni e querce. Si presenta come una terrazza panoramica, da cui si apre una vista mozzafiato, che dal mare sottostante sconfina fino Catania. Milo è località del vino, con estese coltivazioni di vitigni centenari che circondano il territorio (tipo il Carriccante), che vengono lavorati a mano utilizzando solo metodi naturali e seguendo le fasi lunari. Tra i vari prodotti tipici locali non mancano i funghi porcini dell’Etna, il miele di Zafferana, i liquori dell’Etna alla frutta biologica di arancia Amara, con infusi di fico d’india, pesca tabacchiera, mandarino marzola, pera coscia, gelso nero, limone primofiore, ciliegia dell’Etna.
La storia di OPERA Festival
Ma a Milo risuona soprattutto la musica. In questo contesto nasce OPERA Festival. ‘Opera’ è il termine che in Sicilia si riferisce al tipico teatro dei Pupi. ‘Opera’ è anche usato nell’espressione dialettica ‘fare opera’, che significa fare festa, fare baccano. Con questa duplice accezione prende vita una manifestazione artistica che vuole rendere omaggio alla terra di Sicilia. OPERA Festival è un ‘boutique festival’ che si svolge a fine agosto a Milo, in mezzo a luoghi suggestivi, circondato da una natura prepotente che diventa scenografia e palcoscenico. Ne è un esempio l’evento svolto ai piedi del più grande albero monumentale dell’Etna, l’Ilice di Carrinu, un leccio di oltre 700 anni. Sotto a queste fronde il musicista Generic Animal (nome d’arte di Luca Galizia), con sola chitarra acustica, ha narrato le sue storie minime di vita quotidiana. Così come i talks pomeridiani e i DJ set serali nel bosco, o il concerto all’alba della performer berlinese Rachel Lyn, nel mezzo di filari e di vigneti.
OPERA Festival è un progetto di creazione artistica, che utilizza il linguaggio musicale come strumento di valorizzazione territoriale e connessione con l’ambiente naturale. Una natura da conoscere e preservare, una risorsa preziosa da tutelare. Così l’energia del vulcano si trasforma in energia pulita grazie ai pannelli solari donati da Plenitude per rigenerare l’intera biblioteca civica di Milo. Come il progetto Design & Territorio attraverso il quale gli studenti dell’Università di Catania, guidati da Fare Studio, hanno creato installazioni recuperando legni di castagni caduti. È stato così realizzato un bellissimo luogo di socializzazione con panche, tavoli e sgabelli, assemblati a mano insieme agli artigiani locali. OPERA Festival si ispira alla natura, segue il respiro del grande vulcano da cui impara a vivere un ritmo diverso, alla ricerca di nuove visioni e nuovi modi di abitare il territorio.
Claudia Zanfi
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