La mutevolezza della percezione nelle opere di Gego al Guggenheim di New York

La mostra dedicata all’artista di origine tedesca, costretta a fuggire dalla persecuzione nazista alla volta del Venezuela, racconta di sperimentazioni in equilibrio tra architettura e arte cinetica

Duecento opere raccontano, cronologicamente, la storia di una delle artiste più influenti dell’America Latina, nella seconda metà del Ventesimo secolo. È una retrospettiva in bilico tra linea, spazio e volume quella dedicata a Gertrud Goldschmidt (Amburgo, 1912 – Caracas, 1994), conosciuta come Gego, co-curata da Pablo Leon de la Barra e Geaninne Gutiérrez-Guimarães, ospitata al Guggenheim Museum di New York: un viaggio che attraversa quarant’anni di prolifica carriera tra gli Anni ‘50 e ’90, e che raccoglie sculture, disegni, stampe, libri d’artista, oltre a fotografie di installazioni, schizzi, pubblicazioni e lettere.

La mostra su Gego a New York, tra arte e architettura 

Leggerezza, spazialità, luce e ombre sono le prime sensazioni che colpiscono guardando le opere più iconiche di Gego, dalla serie Reticulárea (1969–82). L’artista tedesca-venezuelana si era formata come architetto e ingegnere in Germania negli Anni Trenta, poi costretta a fuggire dalla persecuzione nazista: emigrata in Venezuela, lì intraprese la sua carriera artistica legandosi ai principali movimenti artistici transnazionali, l’Astrazione Geometrica, l’Arte Cinetica, il Minimalismo e il Post- Minimalismo. 
È dunque un misto tra architettura, influenze brutaliste, e costruttiviste, ma anche legate all’arte cinetica a caratterizzare i suoi lavori: delle sottili, quasi impercettibili reti di alluminio create da forme geometriche triangolari o quadrate che, combinate tra loro, arrivano a dar vita a nuove immagini in continua mutazione. Un’esperienza immersiva frutto di anni di sperimentazione e studio sulle impressioni ottiche, la trasparenza del volume e le linee. Anche con Sphere (1959), piccole sculture di forma rotonda verniciate di nero, Gego dà vita a quell’idea di movimento e fragilità prodotta dal continuo mutamento dello sguardo dello spettatore.

Valentina Poli

New York // fino al 10 settembre 2023
Gego, measuring the infinity
GUGGENHEIM
1071 Fifth Avenue
www.guggenheim.org

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Valentina Poli

Valentina Poli

Nata a Venezia, laureata in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha frequentato il Master of Art presso la LUISS a Roma. Da sempre amante dell'arte ha maturato più esperienze nel…

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