Amami

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA GIAMPAOLO ABBONDIO
Piazza Giuseppe Garibaldi, 7 , Todi, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
09/09/2023

ore 11

Curatori
Giusy Caroppo
Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra collettiva.

Comunicato stampa

Galleria Giampaolo Abbondio vi invita in un nuovo, stimolante viaggio tematico nella collezione, tra edonismo e voyeurismo, erotismo e autodeterminazione. E se Picasso affermava che “l’Arte non è casta e se lo fosse non sarebbe Arte”, nella mostra AMAMI a cura di Giusy Caroppo, nulla è casto; anzi, tutto è incentrato in immagini, crude o patinate, che insistono sul consumo di corpi e del corpo che conduce al piacere dei sensi e dello sguardo, che diviene strumentale alla seduzione, all’emozione se non ad attitudini erotiche irriverenti, trasgressive, estreme, a-morali.

Marina Abramovič, Nobuyoshi Araki, Matteo Basilé, Lisetta Carmi, Franko B, Robert Gligorov, Nan Goldin, Zhang Huan, Richard Kern, Oleg Kulik, David Lachapelle, Sara Lorusso, Luigi Ontani, Elena Ovecina, Sergio Racanati, Jan Saudek, Andres Serrano, Joel-Peter Witkin, Francesca Woodman, con opere storiche o ricerche inedite, offrono un ventaglio di cristallizzazioni di istantanee o storytelling per immagini, per un erotismo cerebrale, liminare, relegato all’immaginazione o affidato al simbolo reale, maschile e addirittura fallico, fluido o femminile. Il titolo della mostra AMAMI è un invito aperto, ispirato dalla seconda edizione, per i tipi SUDDEN THOUGHTS, dell’omonimo libro illustrato e redatto da Massimo Giacon e Tiziano Scarpa; una sorta di eredità che Giampaolo Abbondio - in veste di editore e autore dell’introduzione – ha inteso lasciare a suo figlio affinché “lo portasse a scoprire che è giusto cercare l’amore in qualsiasi modo”. Così, secondo un excursus costruito per dialoghi e contrasti nella variegata collezione, è stata strutturata una mostra che racconta le molteplici declinazioni dell’amore, in chiave carnale come mentale. Un viaggio ricercato tra miti indiscussi della body art e della performance, tra temi scabrosi quale il kinbaku bondage e il voyeurismo, universi iconografici in labile equilibrio tra bellezza e grottesco, naturale e artificiale, sesso bohémien e candore femminile, spontaneità, sofferenza, lato animale dell’umanità, oriente e occidente, fotografia documentaria e nuova estetica no wave, shockvertising e gusto estetizzante, con l’intenzione di riaccendere i mai sopiti dibattiti sulla libertà d’espressione dell’arte e il politicamente corretto.

Opere riunite in quattro ambienti dello storico palazzo sede della galleria, secondo tematismi suggeriti da titoli emblematici di alcuni lavori esposti, che invitano a un procedere sempre più intrigante: si spazia dal concetto di “New Paradise” , una sorta di metaspazio della fantasia, dell’illusione, del desiderio e dell’ambiguità, a “Les Liasions Dangereuses”, un mondo morboso, in cui i legami pericolosi si spingono verso la sottomissione consenziente o la vendita ammiccante di sé, tra una selva di sguardi e un inventario di “parti” di carne a buon mercato; ancora più in là, si compie un ”Marriage” morganatico tra uomo e animale, tra anomalo e “normale”, tra un tripudio dei sensi cui fa eco un’orgia di orpelli. Un lento perseverare nell’amore, spesso al di là dell’amore, che porta a scoprire che la redenzione dal peccato non è poi così vicina: nell’ultima sala, “Crucifixion”, violenza sulla donna come sull’anomalo, sacro e profano, castità e fantasia, dualità femmina-maschio e dittatura del fallo, chiudono e aprono il cerchio di un “comandamento” – AMAMI – che, è ancora vivo, vegeto, attuale.

Giampaolo Abbondio Art Gallery invites you to an exciting new thematic journey through the collection, amid hedonism and voyeurism, eroticism and self-determination. And if Picasso stated that "Art is never chaste and if it were, it would not be Art," in the AMAMI (LOVE ME)  exhibition curated by Giusy Caroppo, nothing is chaste; indeed, everything is focused on images, both raw or glossy, that stress the consumption of bodies and the body leading to the pleasure of the senses and the gaze, which becomes conducive to seduction, and emotion if not irreverent, transgressive, extreme, amoral erotic attitudes.

Marina Abramovič, Nobuyoshi Araki, Matteo Basilé, Lisetta Carmi, Franko B, Robert Gligorov, Nan Goldin, Zhang Huan, Richard Kern, Oleg Kulik, David Lachapelle, Sara Lorusso, Luigi Ontani, Elena Ovecina, Sergio Racanati, Jan Saudek, Andres Serrano, Joel-Peter Witkin, Francesca Woodman, with unedited historical works or research, offer a range of crystallizations of snapshots or storytelling through images, for a cerebral, liminal eroticism, relegated to the imagination or entrusted to real, masculine and even phallic, fluid or feminine symbols.The title of the AMAMI (LOVE ME) exhibition is an open invitation, inspired by the second edition, for SUDDEN THOUGHTS types, of the book of the same name illustrated and edited by Massimo Giacon and Tiziano Scarpa; a kind of legacy that Giampaolo Abbondio - as a publisher and author of the introduction – has intended to leave to his son so that he would “lead him to discover that it is right to seek out love in any manner whatsoever”.And so, an exhibition has been structured that tells us of the multiple declinations of love, in carnal as well as mental terms, in accordance with an excursus constructed by dialogues and contrasts in the variegated collection. A journey among undisputed myths of body art and performance, among scabrous themes such as kinbaku bondage and voyeurism, iconographic universes in a delicate balance between beauty and grotesque, natural and artificial, bohemian sex and female candor, spontaneity, suffering, the animal side of humanity, East versus West, documentary photography and new no wave aesthetics, shockvertising and aestheticizing taste, with the intention of rekindling the never dormant debates on freedom of expression in art and political correctness.

The works of art have been brought together in four rooms of the historic building that is the headquarters of the gallery, according to themes suggested by the emblematic titles of some of the works on display, which invite an increasingly intriguing proceeding: they range from the concept of "New Paradise" , a kind of meta-space of fantasy, illusion, desire and ambiguity, to “Les Liasions Dangereuses,” a morbid world in which dangerous liaisons push toward consenting submission or winking self-selling, amidst a thicket of glances and an inventory of cheap meat “parts”; still further, a morganatic “Marriage” between man and animal, between abnormal and “normal”, is accomplished amid a jubilation of the senses echoed by an orgy of trappings. A slow perseverance in love, often beyond love, which leads to discovering that then, redemption from sin is not so close: in the last room, “Crucifixion, violence on women as on the abnormal, sacred and profane, chastity and fantasy, female-male duality and dictatorship of the phallus, close and open the circle of the “commandment” - LOVE ME - which is still alive and well, and contemporary.