Le vendite e i commenti dei galleristi dalla fiera Frieze Seoul
Si sono concluse vendite di importi inferiori rispetto all'anno scorso, senza i fuochi d'artificio dell'edizione inaugurale. Ma numerose e solide sin dalle prime opere di apertura, a detta dei galleristi
Le vendite alla seconda edizione di Frieze Seoul non sono state né frenetiche né milionarie come all’edizione inaugurale della fiera nel 2022, ma i galleristi internazionali e italiani hanno realizzato e comunicato diverse buone trattative più piccole ma solide, già dalle prime ore di apertura il 6 settembre. E in un momento in cui il mercato dell’arte risente di un rallentamento di ampia scala, meglio non lamentarsi e prendere il buono che c’è.
A cominciare dalle condizioni di viaggio ora più accessibili per i collezionisti cinesi, ad esempio, non più obbligati a quarantena una volta tornati a casa. Mentre qualche inghippo potrebbe averlo generato la sovrapposizione con Armory Show, che si teneva a New York praticamente negli stessi giorni di Frieze Seoul. Dove in ogni caso i collezionisti ci sono stati, quelli locali hanno confermato un certo impegno con la scena coreana, e in molti hanno guardato anche l’arte italiana.
Le gallerie italiane a Frieze Seoul
“Assistiamo ad un crescente interesse per l’arte italiana del dopoguerra”, ci segnala Mazzoleni, che al COEX di Seoul presentava un focus dedicato a Bonalumi, Nunzio e Salvo. “Con quest’anno che segna il decimo anniversario della morte di Agostino Bonalumi, abbiamo riscontrato inoltre una notevole attenzione per il lavoro dell’artista”. Al booth della galleria con sedi a Torino e Londra, si è visto “dopo il successo della giornata di apertura VIP, un flusso costante di vendite anche nel secondo giorno della fiera”, e tra le opere vendute c’è appunto, di Bonalumi, Bianco del 1975, in un price range di 70,000-90,000 dollari, e le combustioni di Nunzio (da 90.000 a 150.000 dollari), così come grande successo continuano a riscuotere i paesaggi di Salvo.
Buono il ritmo anche da Massimo De Carlo, in un range di prezzi ampio, dai 20,000 ai 140,000 dollari. Tra gli highlight delle prime vendite: Yeesookyung, un’opera del 2023 di Aaron Garber-Maikovska, Alvaro Barrington e Ludovic Nkoth.
Le vendite delle gallerie internazionali
Diverse le vendite anche per R+V di Edmondo di Robilant e Marco Voena, incluso un lavoro di Kandiskij e altre opere prenotate da subito “L’atmosfera in fiera è interessante, con molti nuovi collezionisti in arrivo”, hanno commentato con noi i fondatori della galleria londinese.
Numerose e rapide paiono essere state le trattative messe a segno poi dalle mega-gallerie, a cominciare da 13 opere vendute nelle prime ore da Hauser & Wirth, da Rashid Johnson ($975,000), a George Condo ($800,000) e Paul McCarthy ($575,000). Da David Zwirner successo per le artiste con i dipinti di Katherine Bernhardt ($250,000), Rose Wylie ($250,000) e Mamma Andersson ($550,000). Thaddaeus Ropac ha registrato vendite, tra le altre, per Daniel Richter ($402,290), Tony Cragg ($321,830), Lee Bul ($190,000). Al giorno di preview sono state circa 15 anche le opere vendute da Lehmann Maupin, la galleria francese con sede anche Seoul dal 2017. In un range di prezzo dai 20,000 ai 190,000 dollari, grande interesse per gli artisti coreani Lee Bul, Do Ho Suh e Sung Neung Kyung.
Cristina Masturzo
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