Venezia 80. La Mostra del Cinema celebra Gina Lollobrigida con due proiezioni speciali
La rassegna in corso al Lido di Venezia omaggia la mitica attrice con due film che la raccontano come icona del cinema e anche della moda
A Venezia, oltre ai film in Concorso e ai look del red carpet, emerge con forza anche la figura di Gina Lollobrigida per la sua assoluta e iconica bellezza italiana, raccontata da Orson Welles in Portrait of Gina e da Mario Soldati in La provinciale. L’80. Mostra del Cinema si è aperta infatti con il ricordo di un’attrice che è parte del codice genetico del Made in Italy, come interprete e come modello che, come tale, vince come un’opera d’arte.
Gina Lollobrigida celebrata a Venezia 80
Lo scorso 29 agosto, nella serata inaugurale della Mostra, presso la Sala Darsena di Venezia, ci si è interrogati sulla bellezza italiana come elemento artistico di cui andare fieri, a partire dalla proiezione di un documentario di Orson Welles del 1958 – una puntata pilota di un programma dedicato alle bellezze di Paesi diversi –, Portrait of Gina. Quella raccontata è l’Italia degli anni ’50 rappresentata in tutte le più scontate banalità come la gestualità, che ci impedisce di esprimerci quando fa freddo perché abbiamo le mani in tasca. Ma tra tante nostre caratteristiche che Welles definisce adorabili, ne emerge una vincente, e la sua descrizione diventa un’involontaria lezione di stile e di moda sul Made in Italy. Introducendo la figura di Lollobrigida, Welles racconta come le donne italiane abbiano trasformato l’immagine femminile, come abbiano costruito una sensualità neorealista, ancora oggi ritrovabile in brand come Dolce&Gabbana.
Le due rappresentazioni di Gina Lollobrigida a Venezia
Con il suo sigaro, Welles parla di silhouette italiane e va a casa di Gina Lollobrigida sull’Appia Antica dove lei lo accoglie raccontandogli i problemi con il fisco e tanto altro, con un’aria che ricorda Marilyn Monroe in A qualcuno piace caldo, un po’ svampita come lei ma bellissima. Ancora di più lo è nel film che completa la serata: La Provinciale del 1953 di Mario Soldati, tratto da una novella di Alberto Moravia che ne scrive il soggetto, e curato da Giorgio Bassani in veste di sceneggiatore. Raffinata la storia ma anche l’ambientazione nella città di Lucca, gli attori sono belli come illustrazioni delle copertine della Domenica del Corriere e lei, Gina Lollobrigida, esprime straordinaria sensualità, sulla decappottabile e mentre gioca a scacchi con il marito.
La moda nel cinema di Gina Lollobrigida
Sui titoli di testa viene sottolineato che gli abiti della signora Gina Lollobrigida sono delle Sorelle Fontana, che hanno vestito dive italiane e straniere, nel cinema come nella vita privata, dimostrando la sapiente capacità di creare l’Alta Moda italiana che dagli anni ’50 supera quella francese. Non compare ancora il nome di un costumista, come avviene quasi mai nel cinema neorealista. Ciò non significa che non ci fosse, ma era una figura inclusa nell’organico generale della produzione, definita sarta o sarto di scena.
I due documentari su Gina Lollobrigida ci sembrano un importante capitolo sull’identità artistica dell’Italia, con i loro contenuti che andrebbero approfonditi e usati per rilanciare un Paese fatto di bellezza “pensata” e “interpretata”.
Clara Tosi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati