Interprete autentico dei princìpi del ritorno alla classicità senza mai scadere nella sterile imitazione accademica, Sironi nei primi anni Venti dipinge figure silenziose dagli sguardi riflessivi, le cui pose compiute e i cui gesti statuari anche se pacati, si esprimono in ambienti dominati dal silenzio.
Anche le sue nature morte sembrano provenire da un universo platonico, rarefatto, assoluto; gli oggetti dipinti hanno la funzione di simboli archetipici: il vaso, la colonna, il capitello, il canestro di frutta, la statua, la brocca, la tazza popolano le sue composizioni come modelli desunti direttamente dal mondo delle idee.
Sironi è celebre per i suoi paesaggi urbani, carichi di desolazione e solitudine, con i quali l’artista riesce a esprimere quel senso di vuoto e di identità perduta tipico delle città metropolitane con le loro periferie in espansione, i corpi di fabbrica dalle architetture essenziali, le ciminiere, i gasometri e i camion che percorrono strade vuote.
Negli anni Trenta si fa sempre più forte in Sironi l’urgenza di esprimere la vocazione sociale della propria arte in modi coerenti con gli aspetti corporativi e proletari dell’ideologia fascista che egli condivideva. Il suo credo in un’arte nobile, solenne, costituita da un impianto compositivo rivolto alla classicità trova la sua massima espressione nei progetti di arte murale e in programmi decorativi dominati da forme salde, luci mielate, linee ferme, posture austere, ordine, gravità, rigore, disciplina e compostezza.
Il progetto Mario Sironi. Solennità e tormento intende mettere in luce la grandiosità pittorica e grafica di questo maestro assoluto del primo Novecento che ha saputo rappresentare i tormenti dell’uomo in un’epoca tragica e travagliata come quella del Ventennio.
La mostra è visitabile da venerdì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00, a ingresso libero e gratuito; durante i giorni di festivalfilosofia venerdì 15 e domenica 17 è aperta dalle 9.00 alle 21.00 e sabato 16 settembre dalle 9.00 alle 23.00.
L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo a carattere scientifico edito da Sagep Editori, che riprodurrà la totalità delle opere esposte con saggi della curatrice della mostra, Daniela Ferrari, e di Fabio Benzi, tra i maggiori studiosi dell’opera sironiana. |