Guido Acampa – Esposizione
Lo spazio espositivo ospita l’esperienza artistica di Guido Acampa dal titolo esposizione, specificatamente creata per la Sala Circolare.
Comunicato stampa
Il 16 settembre si apre a Palazzo Fondi l’ottavo progetto della Sala Circolare promosso da L’Arsenale di Napoli – startup culturale vincitrice del programma iQ – i Quartieri dell’Innovazione promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli – che mira a far si che il territorio partenopeo e la sua area regionale d’influenza siano percepiti come un unico museo “liquido”.
Lo spazio espositivo ospita l’esperienza artistica di Guido Acampa dal titolo esposizione, specificatamente creata per la Sala Circolare. Tale esperienza, fruibile per il visitatore attraverso l’accesso alla sala e alla visione combinata dei due monitor presenti, è stata realizzata attraverso una combinazione di strumenti fotografici, video e di tecnologia immersiva, che offre una rilettura dello spazio espositivo reale in una chiave trans-dimensionale.
La Sala di Palazzo Fondi, temporaneo spazio espositivo de L’Arsenale di Napoli, diventa in questa ricerca di Guido Acampa un oggetto di riflessione, ma anche un modello di riflessione – come una parte per il tutto – sui tanti luoghi della città la cui memoria necessita di essere “ricreata”.
Nel centro di Napoli vi sono infatti più edifici e luoghi (antropizzati) storici di quanti ne siano effettivamente utilizzati dall’attuale popolazione. Sono numerosi i luoghi che hanno resistito alla vita di coloro che li hanno costruiti o abitati per la prima volta, e hanno attraversato il tempo, giungendo fino a noi. Ma sono pochissimi quelli che hanno oggi la stessa funzione per la quale sono stati usati in origine.
Guido Acampa è tra quegli artisti attivi a Napoli che si interrogano da molto tempo su quale sia il modo più utile, dal punto di vista sociale e culturale, di approcciare ai luoghi antichi che sembrano non trovare una destinazione nella vita contemporanea della città. Quale deve essere la loro funzione? A cosa dovrebbero essere destinati? Come e perché devono essere conservati e/o valorizzati?
Nelle parole dell’artista, esposizione intende «esporre il luogo allo sguardo fugace dello spettatore per una durata stabilita» – e a quel punto – «che alterazione si genera (…) sul piano percettivo? Un luogo scelto, uno tempo definito e un numero imprecisato di persone che lo riempie, i soli ingredienti per allargare i confini dello spazio stesso, alterandone la percezione. A che scopo? I luoghi sono la culla dell'anima, convivono con la nostra presenza anche nell'assenza. E se fossimo spettatori indesiderati? Se la nostra presenza fosse il pretesto per riflettere sulla nostra assenza? Se l'oggetto della riflessione non fosse un contenuto ma il contenitore stesso?»
«L’Arsenale di Napoli “riflette” sé stesso inducendo a riflettere sulla nostra presenza».
Guido Acampa sperimenta modalità di fruizione attraverso la narrazione cinematografica applicata alle nuove tecnologie, spaziando dalla fiction a interventi site specific: Delta, VeraVitaGioia; Where is Mahood, Castelli in Aria – Arte a Napoli di fine millennio a cura di Angela Tecce, Castel Sant’Elmo; Ramp - Camera con Vista a cura di Eugenio Viola e Adriana Rispoli, PAN; Nei Molti Mondi – videodramma a spettatore unico, tratto da I Hope I shall arrive soon di P. K. Dick, Edizioni: Luca Sossella Editore; The Mirror, capnapoliest. Di recente uscita nelle sale cinematografiche il suo primo lungometraggio Il Fronte interno e attualmente collabora al progetto Virtual Dance for Real People con la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e Re-Lab design, development and evaluation for human-machine interfaces.