Apre a New York il Perelman Performing Arts Center. Si completa la rinascita di Ground Zero
Già presente nel piano di ricostruzione promosso dall’ex sindaco Bloomberg, il nuovo Centro per le arti performative è l’edificio pubblico che completa la rinascita dell’area colpita dall’attentato alle Torri Gemelle
Un cubo rivestito in marmo screziato portoghese, laminato con vetro, per un totale di cinquemila piastrelle disposte su una superficie che sembra fluttuare, alleggerendo l’imponente volume della nuova struttura sorta al 251 di Fulton Street, Manhattan. Così si presenta dall’esterno l’edificio del Perelman Performing Arts Center, atto finale del processo di rinascita del World Trade Center, in memoria delle vittime dell’11 settembre 2001. A più di vent’anni dall’attentato alle Torri Gemelle, il sito – oggi contraddistinto dallo scenografico Oculus di Santiago Calatrava e dal Memorial Pavilion progettato da Snøhetta – si dota di un centro dedicato alle arti performative, che porterà accanto a Ground Zero teatro, musica, cinema, opera e danza. Una conquista simbolicamente importante, perché fondata sul valore rigenerativo dei linguaggi performativi, che già vent’anni fa l’allora sindaco di New York, Mike Bloomberg, aveva incluso nel piano di ricostruzione.
Il nuovo Perelman Performing Arts Center di New York. L’architettura
Intitolato all’imprenditore e filantropo Ronald O. Perelman – primo, generoso finanziatore dell’operazione – l’edificio è stato progettato dallo studio REX e si appresta a ospitare il suo primo spettacolo martedì 19 settembre. La direzione del Centro è stata affidata a Khady Kamara (“il Centro sarà testimonianza di quanto il potere delle arti possa ispirarci e invitarci a essere uniti”), con la direzione artistica di Bill Rauch, volto noto di Broadway. All’interno, gli spazi saranno modulabili secondo necessità, grazie alla presenza di pareti mobili, palchi e set riconfigurabili in molteplici allestimenti (sono oltre 60 le combinazioni possibili, all’insegna dell’inclusività). All’avanguardia l’acustica, come pure la dotazione tecnologica a supporto delle performance.
Ma gli architetti hanno lavorato anche sul valore intrinseco del contenitore, ideato per essere un faro che illumina e veglia sulla città (analogamente alla chiesa di San Nicola riprogettata da Calatrava sempre nell’area di Ground Zero, e inaugurata alla fine del 2022), grazie a un ingegnoso sistema di illuminazione interno, associato alla traslucenza della superficie in marmo.
La programmazione d’esordio del PAC
Per la stagione inaugurale del Centro, il calendario riunisce molti talenti della musica, della danza e del teatro (con un focus sugli emergenti), proponendo diversi lavori inediti che celebrano la diversità, come il ciclo di concerti Part of Refuge, con artisti in arrivo da tutto il mondo. Ci sarà spazio anche per conversazioni con registi e autori cinematografici, jazz session, mostre (si parte con Kishux, esposizione fotografica di Devin Pickering). Nella primavera 2024 il PAC ospiterà il Tribeca Festival.
Tra i servizi al pubblico, sin dai primi giorni di apertura, si potrà godere del ristorante progettato da David Rockwell, affidato alla supervisione dello chef Marcus Samuelsson: dotato di terrazza all’aperto, all’interno affaccia tramite una parete in vetro sullo spazio della Lobby, che sarà parte attiva della programmazione, con la possibilità di ospitare spettacoli estemporanei (e gratuiti) durante la giornata.
Livia Montagnoli
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