A Roma realizzano una fognatura e spunta fuori una villa romana con reperti
La scoperta è stata fatta nel cantiere di restauro (e nuova costruzione) del collettore fognario Alto Farnesina, sulle pendici di Monte Mario. Insieme alla dimora sono tornati alla luce diversi reperti di epoca arcaica
Ci troviamo vicino allo Stadio Olimpico dove sono presenti numerosi collettori fognari (di epoche diverse) che servono a far defluire le acque per evitare sovraccarichi e allagamenti nella zona di Ponte Milvio. Nel corso degli anni, l’aumentare della pressione edilizia e la violenza delle piogge hanno messo a dura prova l’impianto idrico, ragion per cui il Comune ha deciso di avviare i lavori di ripristino del collettore Alto Farnesina, realizzato intorno al 1940 e danneggiato a seguito dei lavori di ammodernamento dello Stadio Olimpico nel 1990. Il cantiere (finanziato con un importo di 7,5 milioni di euro) si è avviato lo scorso dicembre, e la sua fine è prevista per dicembre 2024; ma solo qualche giorno fa, durante gli scavi su Viale dei Gladiatori, è emersa la struttura monumentale di una villa romana che si estende dalle pendici di Monte Mario al Tevere, riconducibile all’epoca tardo repubblicana e abitata fino al III secolo d.C.
La villa romana emersa al Foro Italico
La scoperta della grande dimora romana ha portato con sé anche numerosi reperti archeologici riconducibili all’età arcaica e medio – repubblicana. “Questo sito era già stato studiato e spoliato dei materiali più importanti in età antica. Abbiamo ritrovato soltanto altri frammenti. Ma è una grande occasione per noi questo scavo: continueremo ad andare più in profondità per scoprire cose del passato che ancora non conosciamo” spiega Alessio De Cristofaro, archeologo della Soprintendenza Capitolina, ripreso da La Repubblica. “Non è consuetudine ritrovare questi reperti fuori dal centro storico di Roma”. Un’ importante scoperta che apre nuovi scenari agli esperti, approfondendo lo studio nella zona del Foro Italico, potenzialmente ricca di testimonianze storico – artistiche di prestigio.
Alla luce di questi ritrovamenti (e data l’impossibilità di bloccare un’opera necessaria e già appaltata) la Soprintendenza Speciale ha chiesto a Roma Capitale di trovare una possibile soluzione per la salvaguardia dei reperti. Si è così optato lo smontaggio dei ritrovamenti, il successivo studio, catalogazione e conservazione, in attesa di un futuro utilizzo.
Valentina Muzi
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