Storia delle Gallerie Civiche in Italia. La GAM di Bologna
Dalla sede di Villa delle Rose al MAMbo oggi. La storia della Galleria Civica di Bologna, la prima in Italia ad avere un consiglio di amministrazione
La contessa Nerina Armandi Avogli nel 1916 dona al Comune di Bologna una prestigiosa villa situata nell’elegante quartiere Saragozza affinché vi venga istituita ‘una galleria d’arte moderna”’ Quando viene aperta al pubblico nel 1925, Villa delle Rose espone 160 opere di proprietà comunale, principalmente del XIX secolo. Al momento dell’apertura, la Galleria contava circa 160 opere, principalmente di pittura ottocentesca. Nel 1936 la collezione venne riordinata dallo storico dell’arte Guido Zucchini, il quale diede la priorità alle sole opere del Novecento.
La performance artistica a Bologna
Il 1977 rappresentò uno spartiacque per Bologna, e l’Italia in generale. In quella stagione, la città era attraversata da un’inedita e proliferante creatività, ma anche da eventi drammatici e repressione poliziesca. In questo contesto, arte e attivismo politico si riversavano negli spazi urbani, dando vita ai cosiddetti ‘happening’. In sintonia con le istanze artistiche del momento, in quell’anno la Galleria d’Arte Moderna organizzò la Settimana Internazionale della Performance, presentando le più innovative esperienze di body art, azionismo e pratiche multimediali, ospitando artisti quali Marina Abramović e Ulay, Gina Pane, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Franco Vaccari e molti altri.
La GAM del direttore Danilo Eccher
Nel 1995 la GAM di Bologna fu il primo museo italiano ad essere trasformato in Istituzione dotata di un proprio Consiglio di amministrazione. Nel 1997, sotto la direzione di Danilo Eccher e con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, venne creato all’interno della Galleria lo Spazio Aperto, riservato alla sperimentazione artistica, a mostre di artisti emergenti e a fenomeni di forte attualità.
Negli anni Duemila si decise di spostare nuovamente l’Istituzione, nel nascente polo culturale Manifattura delle Arti, in una zona riqualificata del vecchio quartiere Porto. La GAM abbandonò definitivamente il complesso in Piazza della Costituzione vicino alla fiera e nel 2007 venne inaugurata la nuova sede nell’ex Forno del pane di via Don Minzoni, cambiando la denominazione in Museo d’Arte Moderna di Bologna, ovvero MAMbo.
Il MAMbo oggi
Attualmente, il MAMbo ha cinque sedi espositive: la sede centrale del Museo d’Arte Moderna, Villa delle Rose, il Museo Morandi, la Casa Morandi e il Museo per la Memoria di Ustica, con un patrimonio di oltre 3.500 opere d’arte moderna e contemporanea. Con l’apertura del nuovo museo in via Don Minzoni si affiancano a tali attività anche eventi musicali, spettacoli, film e incontri con gli artisti. Con i suoi 9.500 metri quadrati è uno dei musei italiani più importanti dedicati al contemporaneo. Le mostre presentate nella sede principale a Bologna mirano a evidenziare come l’arte moderna abbia influenzato l’arte contemporanea. La Galleria si è sempre impegnata in due aspetti del mondo dell’arte: il mercato e la promozione istituzionale. Nel corso degli anni si sono sviluppate importanti relazioni collaborative con musei e istituzioni in Italia e all’estero. Negli anni un legame speciale si è instaurato con la manifestazione annuale Artefiera, attraverso eventi sia all’interno del MAMbo, sia nello spazio urbano della città con il programma Art City Bologna
Claudia Zanfi
(ha collaborato Bonnie Borsari)
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