È morto Erwin Olaf, il fotografo dei corpi emarginati e queer
I suoi ritratti scenici e spesso surreali sono apprezzati in tutto il mondo, dalle riviste di moda ai musei. Da ricordare una serie di autoritratti leggendari
È morto a 64 anni il fotografo olandese Erwin Olaf. L’artista anticonvenzionale, che soffriva di un enfisema e aveva ricevuto un trapianto di polmone poche settimane fa, era diventato famoso a livello globale per i suoi ritratti di persone emarginate e queer, spesso poste in situazioni surreali e in ambienti dalla luce soffusa.
Chi è Erwin Olaf
Nato a Hilversum il 2 luglio 1959, Olaf si era inizialmente dedicato al giornalismo per poi passare alla fotografia. Dopo un fortunato esordio nella documentazione della scena queer di Amsterdam negli Anni Ottanta, si è dedicato completamente alla fotografia scenica, sia a livello commerciale, producendo immagini per marchi come Bottega Veneta e Diesel e comparendo sulle riviste di moda più rinomate, sia a livello artistico, esponendo il proprio lavoro in gallerie e istituzioni museali di primo piano. I suoi scatti sono sempre stati apprezzati per il loro anticonformismo, in un lavoro che secondo lui stesso “celebra la diversità in tutte le sue forme“. Con un’illuminazione soffusa e una serie di soggetti misteriosi, Olaf componeva dei tableaux scenici bizzarri, spesso riprendendo corpi nudi e non conformi.
Nei Paesi Bassi, il lavoro di Olaf è da decenni ben noto e ampiamente esposto: oltre ad aver ritratto tutta la famiglia reale olandese, nel 2018 ha donato centinaia di opere del proprio archivio al Rijksmuseum di Amsterdam, e nel 2019 hanno ospitato le sue opere all’Aia sia il Gemeentemuseum sia il Fotomuseum. Anche all’estero è stato molto apprezzato: nel 2008 si è visto dedicare una monografia su Aperture e nel 2019 il New York Times gli ha dedicato un lungo approfondimento.
Gli autoritratti di Olaf e la sua fortuna
Olaf è diventato famoso, nel corso degli anni, anche per aver scattato molte immagini di sé stesso, meditando sulla propria mortalità anche a seguito della diagnosi che ne ha segnato la vita. Molti suoi autoritratti sono anche divenuti celebri presso le comunità LGBTQIA di tutto il mondo, perché sovvertendo le formule secolari del canone Olaf aveva optato per un taglio esplicitamente queer e sessualmente libero: un suo scatto del 1985 è un’immagine in bianco e nero con al centro il volto di Olaf coperto di sperma, mentre un’altra serie di scatti del 2007 mostra l’artista con parrucca e trucco.
A marzo 2023, Olaf aveva ricevuto dal re olandese Willem-Alexander la medaglia d’onore per l’arte e la scienza dell’Ordine della Casa d’Orange, un riconoscimento destinato agli individui che ottengono risultati eccezionali nel campo dell’arte e della scienza.
Giulia Giaume
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