Il Museo Archeologico di Napoli continua a rinnovarsi. Nuovi spazi, grandi investimenti e una piazza pubblica
È il direttore Paolo Giulierini a introdurre la nuova fase di interventi che nei prossimi tre anni coinvolgerà gli spazi e le collezioni del MANN, ampliandosi anche al Real Albergo dei Poveri. Dall’apertura dei depositi alla foresteria, a una nuova piazza pubblica
Se negli ultimi otto anni il MANN di Napoli è tornato a essere un punto di riferimento culturale per la città, il merito è anche del suo direttore, Paolo Giulierini (è bene sottolinearlo, mentre in Italia imperversa un clima intimidatorio che colpisce anche le figure più illuminate, come Christian Greco a Torino). E di investimenti ingenti, certo, già in parte confluiti nel rinnovamento degli spazi espositivi – riapriva ad aprile scorso la sezione Campania Romana, chiusa da oltre 50 anni, mentre alla fine del 2022 risale il ripristino del Giardino della Vanella – nell’ambito di un cantiere prolungato nel tempo che, pur non impattando sulla fruizione del museo, ha coinvolto finora “i tetti come i depositi”, sottolinea oggi Giulierini. Si aggiungano le molteplici iniziative volte a raggiungere un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo, attraverso strategie digitali, una ricca programmazione espositiva e didattica, l’impegno per aprirsi alla città e partecipare attivamente al ripristino di luoghi che, lentamente, si stanno restituendo ai cittadini (leggi Galleria Principe e Real Albergo dei Poveri).
Il futuro del MANN: oltre 11 milioni di euro per nuovi spazi
Alla fine di luglio, con il supporto del ministro Gennaro Sangiuliano, il MANN – che quest’anno ha già superato il numero di visitatori del 2022: 400mila totali, rispetto alle 420mila presenza registrate fino a settembre 2023 – è stato promosso a museo di prima fascia. E ancora non ha finito di lavorare per il suo futuro. I nuovi interventi di riqualificazione coinvolgeranno principalmente il Livello -1 del museo archeologico, grazie a un finanziamento di 11.275.000€ provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014/2020. Si lavorerà, dunque, alla realizzazione di uno spazio per esposizioni temporanee sotto l’Atrio (liberando così il Salone della Meridiana, che sarà adibito al racconto della storia del museo), accessibile tramite un nuovo scalone e un ascensore, direttamente collegati alla sezione Mediterraneo Antico (entro il 2024). Che, a propria volta, diventerà accesso alternativo al museo, direttamente collegato all’ingresso della metropolitana. Ma si punta anche alla valorizzazione dei depositi delle Cavaiole, dove sono custoditi i materiali lapidei: migliorando le condizioni microclimatiche e di sicurezza, lo spazio sarà fruibile dal pubblico su appuntamento. Accanto, sorgeranno nuovi servizi igienici.
Il MANN e la città: dalla nuova piazza pubblica al Real Albergo dei Poveri
Mentre confermando la volontà di accogliere la città, il giardino delle Cavaiole, tra il museo e Piazza Cavour, diventerà piazza pubblica, con la rimozione della cancellata che finora l’ha reso spazio chiuso. E nell’arco dei prossimi tre anni ci sarà modo anche di realizzare un ristorante e una foresteria (con quattro alloggi), grazie alla ristrutturazione della palazzina demaniale in via Santa Teresa degli Scalzi.
Per quel che riguarda l’allestimento delle ricchissime collezioni del MANN, già entro l’anno saranno aperte le sezioni Cuma e Neapolis; mentre è in corso il riallestimento della sezione Gemme e Numismatica, che si concluderà alla fine di ottobre (la Tazza Farnese, punta di diamante della sezione, è attualmente visibile nel Salone della Meridiana). Buone nuove anche per il mosaico di Alessandro, pronto per un ambizioso restauro, che lo capovolgerà per verificare le condizioni della malta.
Intanto si comincia a lavorare sull’opportunità di disporre di nuovi spazi espositivi all’interno del Real Albergo dei Poveri (protagonista della mostra fotografica di Giancarlo De Luca, appena inaugurata al MANN), dove dovrebbe realizzarsi il progetto Il tesoro della Legalità, una prima forma di sede distaccata del museo (MANN-2), realizzata in collaborazione con la Procura di Napoli, i Carabinieri e l’Università Federico II. A Palazzo Fuga, quindi, troverebbero spazio le opere rubate e recuperate dagli Anni Sessanta fino al 2017 ora in custodia giudiziaria al MANN, che nei suoi depositi conserva un nucleo di oltre 10mila reperti di diversa natura strappati all’illegalità.
Livia Montagnoli
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