Lo Studio Ghibli non ha eredi e deve cambiare proprietà
Il mitico studio fondato da Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki diventerà parte dell'emittente televisiva Nippon Television Network Corporation. Ecco i dettagli dell'accordo che preoccupa i fan anche se non c'è nulla di cui preoccuparsi
Non è così eclatante la notizia dell’acquisizione dello Studio Ghibli da parte di Nippon Television Network Corporation, avvenuta il 21 settembre. Si tratta di una circostanza che gli appassionati di lunga data potevano attendersi. La stretta di mano tra il direttore dello studio Toshio Suzuki e il presidente di Nippon Television Holdings, Yoshiyuki Sugiyama, sigilla un legame instaurato tempo fa, quando Nausicaä della Valle del vento (1984) apparve per la prima volta nel 1985 su Nippon Television: unico canale a trasmettere i film Ghibli all’interno del programma Friday Road Show.
Un attestato di fiducia nei confronti di una realtà dell’animazione adorata in patria ma ormai popolare in tutto il mondo.
I dettagli dell’accordo per il passaggio di proprietà di Studio Ghibli
Il sottofondo dell’accordo, che trasferisce il 42,3% delle azioni del Ghibli a Nippon Television (con Hayao Miyazaki direttore e presidente onorario, Suzuki direttore rappresentativo e presidente, e Hiroyuki Fukuda vice presidente, ha infatti una parola d’ordine che risuona nitidissima: dare continuità e mantenere intatto il grande artigianato della società fondata da Miyazaki nel 1985. Nippon Television è sempre stata dalla sua parte e di Isao Takahata. Come riferito nel comunicato stampa, il network ha infatti finanziato Kiki – Consegne a domicilio nel 1989 e contribuito alla creazione del Museo d’Arte Ghibli a Mitaka City. Senza menzionare i legami umani, dietro il trambusto burocratico. Come quelli con Seiichirō Ujiie, defunto presidente di Nippon Television e grande amico di entrambi i registi, così affezionato alle loro opere da spendere milioni di yen per produrre La Storia della Principessa Splendente (2013) di Takahata. Aggiungiamo anche che proprio Miyazaki disegnò il logo con animaletto di Nippon Tv nel 1992. Più in vista, dietro questa unione, c’è l’annosa questione dell’eredità artistica di Miyazaki e del Ghibli. Un pesante fardello che il figlio Gorō, più volte chiamato a occuparsene, ha sempre rifiutato di prendere in consegna. Con Nippon Television a sostenerlo, Ghibli potrà dunque concentrarsi su ciò che gli riesce meglio: creare animazione di qualità al cinema.
Mario A. Rumor
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