Florence Biennale 2023. Intervista al ceramista Carlo Zoli, tra gli artisti protagonisti della XIV edizione

È uno dei tantissimi artisti invitati a partecipare alla XIV Florence Biennale, la Mostra Internazionale di Arte e Design in programma alla Fortezza da Basso di Firenze: presenterà 10 opere inedite

Quarto discendente di una famiglia di ceramisti faentini, Carlo Zoli è nato a Bari nel 1959 e dal 1967 vive a Faenza, dove a tutt’oggi lavora. È uno dei tantissimi artisti invitati a partecipare alla XIV Florence Biennale, la Mostra Internazionale di Arte e Design in programma dal 14 al 22 ottobre alla Fortezza da Basso di Firenze. Dopo un’esperienza in primavera al World Art Dubai 2023, in occasione della vetrina espositiva organizzata dalla Biennale per presentare i propri partecipanti negli Emirati Arabi, ora presenta per l’edizione fiorentina dieci opere inedite in terracotta policroma raffiguranti eroi, divinità mitologiche ed esseri umani per dare un volto al tema della fratellanza tra popoli. Lo abbiamo intervistato.

Carlo Zoli, Photo: Camilla Valli
Carlo Zoli, Photo: Camilla Valli

In occasione della XIV Florence Biennale, il cui tema è I Am You – Individual and Collective Identities in Contemporary Art and Design, ha realizzato l’opera I sacri fratelli. Ci può raccontare la sua storia?
L’opera I sacri fratelli sarà il fulcro della mia personale alla Florence Biennale; fa parte della serie Tempesta, perché raffigura due guerrieri – il lato combattivo della vita – ovvero Castore e Polluce, due eroi inseparabili e complementari che mostrano la loro complicità. Li ho scelti per stimolare la riflessione sui concetti di identità individuale e collettiva, di immedesimazione nell’altro, di sentire comune, che sono basilari nelle esperienze sociali quotidiane e in quelle dell’arte, rispecchiando perfettamente il tema della manifestazione fiorentina I am you.

Qual è la tecnica utilizzata?
Come tutti i miei soggetti, questi corpi vigorosi e atletici sono modellati nell’argilla, poi terracotta policroma, patinata con velature bronzee, mentre ho rifinito a foglia d’oro i loro kranos e gli scudi smaglianti, un materiale antico e prezioso, ideale per sottolineare l’energia, la forza e l’aura dei protagonisti, che parlano dei nostri sentimenti oltre il tempo e lo spazio.

Carlo Zoli, FURIA OSCURA, detail. Photo: Camilla Valli
Carlo Zoli, FURIA OSCURA, detail. Photo: Camilla Valli

Sempre per questo importante appuntamento ha creato 10 opere inedite. Quanto c’è della sua recente esperienza a Dubai nella loro genesi?
Per l’esposizione di marzo a Dubai con Florence Biennale ho selezionato opere, realizzate negli ultimi anni, accomunate dalla presenza del cavallo e del suo cavaliere; figure archetipiche universali, presenti nella storia di tutti i popoli, sia d’oriente – la razza araba è tra le più antiche e rinomate al mondo – che d’occidente, a sottolineare le imprese, le lotte, le sfide da fronteggiare nella vita.

E per l’edizione fiorentina?
All’edizione fiorentina in programma a ottobre presenterò per la prima volta una serie di opere in cui torna il nobile animale con le sue qualità ma non solo; altri eroi, divinità mitologiche ed esseri umani sono diversamente contestualizzati con nuovi elementi formali e aprono ad ulteriori tematiche: la fratellanza, la connessione con la natura, la sete di conoscenza, il lato maschile e quello femminile, ma anche la solitudine, la follia, la rabbia violenta dell’uomo nell’affrontare il proprio destino, fino a raccontare l’essenza stessa del mio fare arte. C’è quindi un filo conduttore continuo perché ogni mia creazione plastica porta con sé qualcosa delle precedenti e reca in sé il seme delle successive, come una storia che continuamente si rinnova attingendo dal passato ma guardando al futuro.

Carlo Zoli, LA DEA E I SUOI RE, detail. Photo: Camilla Valli
Carlo Zoli, LA DEA E I SUOI RE, detail. Photo: Camilla Valli

La tecnica della ceramica e la modalità seriale sono la cifra della sua arte. Qual è il suo percorso artistico? 
L’argilla è la materia che prediligo da sempre, creo la mia idea modellando e poi la fermo con la cottura; ho sperimentato anche le fusioni in bronzo ma è stata solo una parentesi, preferendo creare opere uniche e concentrarmi piuttosto sulla ricerca di nuovi materiali e nuove tecniche da unire alla terracotta, per dare forma alla mia fantasia. Ho iniziato così a inserire smalti e rifiniture in oro, al terzo fuoco, più di recente ho aggiunto la foglia d’oro e da ultimo sto impiegando resine e gesso, oltre a originali configurazioni spaziali che, come dicevo, caratterizzano diverse opere prossimamente esposte a Firenze.

Come si è evoluto negli anni il suo stile?
Il cavallo è la mia ispirazione originaria e il tema principale dei miei esordi, non l’ho mai abbandonato ma nel tempo sono andato sempre più alla ricerca di enigmatiche e fantastiche figure, in grado di evocare qualcosa della nostra essenza, attingendo alla mitologia come alla storia, alle leggende, ai classici, alla letteratura cavalleresca, alle tradizioni cristiane. Dagli Anni Novanta porto avanti le serie Quiete e Tempesta, i due volti dell’esistenza che possiamo riconoscere immediatamente osservando le gesta di noti personaggi antichi, scoprendoli molto attuali.

Cosa vedremo alla Florence Biennale del 2023? 
Ora sto lavorando a nuove serie e alla Florence Biennale presenterò per la prima volta alcuni esempi de Il Teatro di Carlo, per me vere e proprie messe in scena del teatro della vita, ma in questo caso senza un riferimento preciso a miti o leggende ed evocando direttamente l’immaginario collettivo con rappresentazioni simboliche.

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