Com’è andato lo Spring Attitude 2023 a Roma. Il report del festival

La direzione artistica della rassegna musicale, dopo oltre dieci anni di attività, ha saputo ricamare una proposta che riesce a tenere insieme generi diversi, in un perfetto equilibrio tra live e dj set

Durante l’estate a Roma ci sono varie rassegne musicali, quasi tutte però sono accomunate dal fatto che i concerti si inseriscono in cartelloni molto ampi, in grado di coprire diversi mesi, e per i quali bisogna comunque acquistare il biglietto per ogni singola serata. 
Si potrebbe dire, quindi, che Roma soffra un po’ la mancanza di festival musicali – per il grande pubblico s’intende – che in pochi giorni propongano, tutta insieme, una selezione di live diversi ma coerenti tra loro. A farci caso manifestazioni del genere sono invece abbastanza diffuse nel resto d’Italia – ClubToClub a Torino, il Robot a Bologna o Terraforma a Milano, tra gli altri. All’interno della scena musicale della Capitale l’eccezione è rappresentata dallo Spring Attitude. Questo infatti è l’unico evento del genere a Roma in grado di attirare, nell’arco di un solo weekend, migliaia di spettatori. Giunto alla sua dodicesima edizione, quest’anno lo Spring Attitude si è svolto il 23 e 24 settembre negli Studi di Cinecittà, un’area di 10mila medi quadrati che si è rivelata ideale per appuntamenti di questo tipo. Quello appena concluso è stato infatti un festival a misura di persona, in cui la direzione artistica è riuscita a ricamare un cartellone vario ma non generalista, ricercato ma non complicato, pop ma non popolare.

Spring Attitude 2023. Far convivere generi differenti

Se fino a qualche anno fa lo Spring Attitude era un’istituzione per gli appassionati di musica elettronica, con il tempo è cresciuto e ha saputo coinvolgere sempre di più anche altri generi. L’edizione 2023 lo conferma. Nella prima serata del festival era in programma il live dei Verdena: il gruppo è salito sul palco con l’autorevolezza di chi sa di essere sulla scena da decenni, ma al tempo stesso ha mantenuto la freschezza di una band giovane e appena scoperta. La gioia che hanno nel suonare insieme è contagiosa, forse anche perché questa è la data di chiusura del tour di Volevo Magia, il loro settimo successo discografico. Subito dopo arrivano gli Acid Arab, assoluti protagonisti del mondo del clubbing degli ultimi anni, e alzano il ritmo con un dj set che mescola acid-house ad atmosfere mediorientali. È un momento intenso, da ballare, quasi all’opposto del live precedente, dove non c’erano console e tutti cantavano insieme ad Alberto Ferrari. Un passaggio, questo, che però ha funzionato: l’immediata risposta del pubblico dimostra ancora una volta la capacità della kermesse di creare connessioni tra generi e immaginari apparentemente lontani.

Moderat
Moderat

Spring Attitude 2023. In equilibrio tra live e dj set

L’alternanza tra live e djset è un’altra delle caratteristiche che hanno reso il cartellone dello Spring Attitude così “democratico”: anche i due concerti principali del festival, quello dei tedeschi Moderat e quello della sudcoreana Peggy Gou, sono l’esempio perfetto di come i rispettivi e differenti approcci alla musica possano convivere felicemente. Le loro esibizioni, a un giorno di distanza, hanno confermato la natura coinvolgente e trascinante della musica elettronica, pur rifacendosi a sonorità molto diverse: il set di Peggy Gou è stato più variegato e melodico, mentre il live dei Moderat più imponente e dark, con momenti quasi rave. Entrambi, per strade diverse, hanno reso superflue le distinzioni tra traccia e canzone, tra ballo e ascolto, e tra musica mixata e musica suonata in presa diretta. Lo stesso Christian Löffler ha eseguito una performance, molto apprezzata da un pubblico in cui c’erano perfino bambini, dove i confini tra live e dj set erano assolutamente sfumati, con richiami all’ambient e incursioni techno: un’esibizione che sembra una celebrazione di tutte le singole sfaccettature della musica elettronica.

Bluem
Bluem

Spring Attitude 2023. Un festival a misura di persona

Un tasto dolente della maggior parte dei festival italiani è la parità di genere tra gli artisti in line-up, ma allo Spring Attitude sembra essere stata in parte garantita. Anche se non siamo ancora al cinquanta e cinquanta di alcuni festival europei, per gli standard italiani è già un risultato non da poco. La dj Chloè Caillet, che ha preparato perfettamente il pubblico al successivo dj set di Peggy Gou, e poi Giin, Anna Carol, Ele A, Bluem, Maria Chiara Argirò e Meg non erano certamente semplici quote rosa, ma la spina dorsale del cartellone. E tutte a modo loro lo hanno dimostrato sul palco – in particolare Ele A e Bluem hanno goduto di un’ottima risposta di pubblico. Questo approccio ha un effetto benefico anche sulla composizione del pubblico, che sarà più variegata. L’organizzazione del festival, inoltre, si è impegnata molto affinché il dancefloor fosse uno spazio in cui sentirsi al sicuro, ricordando regolarmente – attraverso comunicazioni sui maxischermi dei due palchi presenti – che «No means No». Spring Attitude ha poi collaborato con “Donne x strada”, che combatte la violenza di genere. La direzione del festival, in conclusione, nell’edizione di quest’anno ha dimostrato di essere riuscita a mettere a punto una formula che unisce un divertimento safe a una proposta musicale ricercata, senza però diventare esclusiva, il tutto nell’arco di un solo weekend.

Redazione

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