Apre a New York la nuova sede del laboratorio fotografico francese Picto

Attivo a New York con un avamposto dal 2015 (il laboratorio nasce nel 1950 a Parigi), Picto apre la sua nuova sede a Brooklyn con le mostre di Jean-Pierre Laffont e Ismail Ferdous. Abbiamo intervistato i due fotografi

Ha aperto a Brooklyn la nuova sede dello storico laboratorio fotografico francese Picto, fondato a Parigi nel 1950 da Pierre Gassmann. Picto, che era già a New York dal 2015 (ne parlammo qui) ha affiancato i fotografi più famosi e i marchi più prestigiosi nel mondo della moda, del lusso e della bellezza offrendo non solo stampa, ma anche scansione, ritocco e incorniciatura, nonché produzione e prestampa. Durante l’opening, sono state inaugurate due mostre, una in bianco e nero Ali vs. Frazier di Jean-Pierre Laffont e l’altra a colori Sea Beach di Ismail Ferdous. Le due serie, che si fronteggiano su due pareti opposte, dialogano nello spazio di Picto, che occupa il terzo piano di una palazzina accanto a Navy Yards.

Jean-Pierre Laffont in mostra da Picto a New York. Il suo racconto di Muhammad Ali

“Era la partita che tutti volevano. La chiamarono ‘The Fight of The Century’ e ebbe luogo al Madison Square Garden di New York l’8 marzo 1971”, così Jean-Pierre Laffont – fotografo leggendario che con la moglie fondò le agenzie Gamma e Sigma – ci racconta la sua mostra Ali vs. Frazier“Entrambi gli avversari erano imbattuti, e Frazier aveva la cintura. Ali, dopo più di tre anni di esilio imposto dal governo, voleva reclamare il titolo che gli era stato tolto quando si era rifiutato di combattere in Vietnam. In palio c’era dunque il titolo di ‘Campione mondiale indiscusso dei pesi massimi’ e il montepremi record di 5 milioni di dollari che sarebbe stato diviso equamente tra loro. La lotta sarebbe durata 15 round completi, con Frazier vincitore del titolo con decisione unanime. Ali rifiutò di ammettere pubblicamente la sconfitta, definendola una ‘decisione dell’uomo bianco’. L’8 marzo 1971 fu per me frustrante perché la mia agenzia Gamma era nuova”, continua Laffont. “Nessuno ci conosceva e non ebbi pieno accesso per coprire l’evento. Avendo solo l’accredito stampa estera, mi fu permesso di fotografare solo l’arrivo dei vip. All’epoca, quando si trattava di eventi internazionali che si svolgevano negli Stati Uniti, il modo in cui venivano distribuiti gli accrediti stampa era ingiusto: hanno avuto la priorità le grandi agenzie e canali televisivi americani, poi le grandi riviste, poi i quotidiani, che ricevevano le loro immagini soprattutto dalle agenzie AP e UPI. Nel 1974 invece ero più conosciuto e ebbi un migliore accesso. Circondato dalla stampa e dalle guardie del corpo, Muhammad Ali ha fatto dei gesti prima di litigare con Joe Frazier nello studio della ABC di New York durante la pesatura. Tra loro c’era molta tensione, e ciò ha portato a scambi di insulti. Entrambi sono stati multati di 5.000 dollari per comportamenti che ‘hanno umiliato lo sport della boxe’. È stato allora”, conclude il fotografo, che ho scattato l’ormai famosa foto di Ali che punta il dito prima della rivincita della seconda partita. Ali ha poi sconfitto Frazier il 28 gennaio e ha mantenuto il suo titolo NABF”.

La nuova sede dello storico laboratorio fotografico francese Picto a New York
La nuova sede dello storico laboratorio fotografico francese Picto a New York. Photo Francesca Magnani

Ismail Ferdous in mostra da Picto a New York

“Le spiagge di tutto il mondo hanno una propria cultura autonoma, un mix naturale di tradizioni locali con ciò che i turisti portano. Così le spiagge sviluppano la loro personalità distinta e Cox’s Bazar, la spiaggia naturale più lunga del mondo situata in Bangladesh, ne ha una propria”, ci racconta così la sua serie in mostra da Picto Ismail Ferdous, membro dell’agenzia VU. “Sono cresciuto a Dhaka, una città fatta di cemento. Cox’s Bazaar era ed è tuttora la destinazione di vacanza più emozionante del Bangladesh. La spiaggia funge da crogiolo di culture in Bangladesh: è un luogo in cui ogni classe sociale può permettersi una vacanza. Fino ai miei vent’anni, questa era la mia unica associazione con la cultura di spiaggia e l’oceano. Il litorale, lungo 96 miglia, nella punta meridionale del Bangladesh lungo il Golfo del Bengala, è nettamente diverso da regioni analoghe, come Pattaya in Thailandia o Goa in India. 
I turisti arrivano in spiaggia con i loro abiti più belli, avvicinandosi con delicatezza alla battigia, desiderosi di immergere i piedi nella schiuma portata dalla marea. Stanno come pellegrini alla fine di un viaggio, contenti di guardare l’orizzonte oltre il mare. I commercianti ambulanti”, continua il fotografo, “cercano potenziali acquirenti tra gruppi di turisti, offrendo l’intera gamma di dolciumi o beni in loro possesso. Dopo aver vissuto negli Stati Uniti per diversi anni ed essere tornato a Cox’s Bazaar, sono rimasto sorpreso dalla cultura. Vedo i miei ricordi riflessi nei bagnanti che raccolgono conchiglie, realizzano sculture di sabbia o osservano coppie appena sposate che scattano foto sulla riva. È sempre lo stesso di quando sono cresciuto, ma rivela anche molte sorprese. Questa serie di foto”, conclude Ferdous, “rappresenta sia la connessione sia la disconnessione che provo nei confronti di un’area ricca di ricordi, sapendo che rappresenta la cultura balneare in Bangladesh”.

Francesca Magnani

Picto
77 Washington Avenue, Brooklyn
New York
www.pictony.com

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Francesca Magnani

Francesca Magnani

Francesca Magnani scrive e fotografa a New York dal 1997. Ha una formazione accademica in Classics e Antropologia alle università di Bologna, Padova, NYU; racconta con immagini e parole gli aspetti della vita delle persone che la toccano e raggiungono,…

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