EDIT Napoli 2023. Le cose migliori che abbiamo visto alla fiera di design
Ora che la fiera è terminata lo possiamo dire: è stata l'edizione più bella di tutte. Possiamo provare a spiegarvi il perché? Una nuova (e più grande) location, sette mostre diffuse, cento espositori tra designer indipendenti, autori, editori e produttori da ogni parte del mondo. E Napoli è sempre Napoli
In un mondo come quello del design che va velocissimo e che negli ultimi anni ha dato prova di possedere un’attitudine bulimica verso le novità e gli eventi, la fiera del design EDITNapoli, giunta quest’anno alla sua quinta edizione, ci insegna il contrario. Ci insegna il valore di un tempo lento, fatto di qualità, di migliaia di piccole belle storie di artigianalità che vale la pena raccontare. Ci insegna che basta uscire dalle polarità canoniche, da quelle rotte trite e ritrite che il sistema ci ha imposto per anni, per scoprire nuovamente cosa siano la sperimentazione e lo stupore (e non è cosa da poco per chi, addetto al settore, vede pure troppo). Ci insegna, infine, che non è vero che sono tutti competitor, anzi, che il design vero è rete, territorio, persone ed esperienze che dialogano, crescono e si arricchiscono a vicenda. Anno dopo anno. Di certo la sua natura editoriale – al centro di un bel talk sabato mattina con GiulioIacchetti – mette ancor più in evidenza l’autorialità indipendente dei suoi protagonisti: a EDIT si respira un certo grado di libertà e di freschezza nelle ricerche. Dobbiamo dare merito di questo alle due curatrici che, dopo una quarta edizione leggermente più fiacca, con un colpo di coda hanno aumentato il numero degli espositori delle collaborazioni culturali (con l’Ambasciata e il Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia, l’Instituto Cervantes e l’Accademia di Francia) e gli eventi collaterali. Ma soprattutto, ad EmiliaPetruccelli e DomitillaDardi, va dato merito della qualità altissima della selezione curatoriale, che infatti ha decretato un numero crescente di visitatori alla fiera. “Anno dopo anno i progetti presenti sono semprepiùmaturi” commentano “siamo molto soddisfatte dell’incremento dei visitatori, del consolidamento delle presenze internazionali e dalle partnership siglate da EDIT con realtà di spicco del panorama culturale e imprenditoriale europeo. Questa edizione ha confermato non solo tanti addetti ai lavori tra stampa e buyer, ma visitatori internazionali. È stato bello vedere tante persone venire a Napoli per scoprirla attraverso punti di vista inediti, nei suoi luoghi più significativi ma con iniziative che ne rispettano e salvaguardano l’identità. Abbiamo avuto la conferma che, grazie a EDIT, anche i napoletani scoprono tesori della loro città“. A rendere indimenticabile questa edizione sicuramente ha influito anche il cambio di location: dopo quattro anni a San Domenico Maggiore, la fiera si è infatti spostata nell’Archivio di Stato, nel complesso monumentale dei SS. Severino e Sossio che già nel 2021 aveva ospitato la mostra di Lidewij Edelkoort su Anthon Beeke, con quattro suggestivi chiostri da scoprire e grandi stanze affrescate con faldoni antichi ovunque.
La giuria e i premi per il miglior inedito
Anche quest’anno, la giuria, composta da designer italiani e internazionali, esperti, giornalisti -Manuela Barretta di YOOX, Tom Dixon, Marina Lazarus Million-Brodaz di Le Bon Marché Rive Gauche, il designer Hannes Peer e il direttore web di ELLE Decor Italia Alessandro Valenti – ha assegnato un premio ai migliori progetti inediti: vincitore per l’area main il pouf Tracce di ruga.perissinotto, progetto nato da una ricerca per riscoprire le lane storiche del nord-est italiano, pezzo di una collezione di capi interamente realizzati a mano in lana Alpago e Lamon, un materiale naturale e sostenibile che non prevede processi di tintura. È stato invece GiorgioBena con la sua Lockwerk Shelf a vincere per la sezione Seminario, la speciale area della fiera che sostiene i lavori dei talenti del design under 30 e dei brand nati da meno di tre anni. Il progetto di Bena, classe 1995, è il secondo della collezione Lockwerk: prodotti che vogliono richiamare la dimensione estetica del laboratorio, che non vogliono essere classificati come “industriali” ma piuttosto si ispirano a un classicismo brutalista. Una menzione speciale, inoltre, è stata assegnata al lavoro di rehub con la collezione Nasse: oggetti realizzati con un processo per trasformare gli scarti delle fabbriche di vetro di Murano in una pasta che può essere stampata in 3D a temperatura ambiente.
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Il nostro Best Of
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Franca e Allegra – PuntoZero Architetti
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Onice 45 e Losanghe – MAS Design
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Violet – Marius Boekhorst
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Coimbra – Marco Ripa
5 / 9
Vetrografica – Giovanni Botticelli
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Very Simple Bar + Stamuli
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Positional – Lanificio Leo
8 / 9
CULT – Pedrali e DWA Design Studio – Palazzo Marigliano
9 / 9
CULT – Ranieri – “Lava” – Santa Maria la Nova
Lo studio di architettura romano PuntoZero(Giorgio Marchese, Arianna Nobile e Silvia Firmani) ha presentato ad Edit, con lo styling di Alessandra Orzali, la sua prima collezione di design: una serie di tavoli da pranzo e coffee table nati dalla ricerca di linee e forme per far incontrare gli anni ’60 con l’essenziale contemporaneo, tratto costante dei loro lavori di interior. Franca e Allegra – “sono due nonne, due ragazze, due aggettivi per case d’altri tempi ancora da venire” – sono tavoli in mdf levigati a mano con laccatura extra lucida antigraffio per esaltare le forme arrotondate dei pezzi, dal bordo del piano fino alle gambe. Un design monolitico e severo che è contemporaneamente allegro e giocoso, iconico e riconoscibile, versatile e adattabile ad ogni tipo di ambiente.
Un altro debutto col botto:Maria Adele Savioli, architetta e designer, che presenta per la prima volta la sua collezione di mobili, mini architetture per la vita quotidiana. Brand di arredi realizzati artigianalmente, MASDesign è un progetto che nasce dall’incontro tra lei e PaoloIammatteo, due amici con la passione per il design, e dalla maestria degli artigiani della sua terra di origine, la Romagna. La gamma di prodotti presentata in fiera include tavoli e credenze: Onice 45, composta da tavoli di diverse dimensioni, realizzati con piani in onice lavorati a 45 gradi e una struttura composta da profili a L in ferro laccati colorati e Losanghe, serie formata da un tavolino e due credenze caratterizzate da ante in vetro trasparente colorato su disegno, una base romboidale, profili in ferro laccati e dettagli in ottone.
Artista e designer olandese classe 1998, MariusBoekhorstcon Violet esplora il sentimento della nostalgia. Affascinato dagli aspetti sia estetici che funzionali del vetro ha riproposto il materiale in una scultura geometrica: un cubo che non accoglie i fiori, li nasconde. Così modellato, il vetro “smeriglia” i colori vivaci dei fiori sottostanti trasformandoli in un dipinto astratto. Il vetro funge da tela e i fiori da pittura, una natura morta tridimensionale. Una combinazione capace di creare un’illusione con un gioco di trasparenze, sfocature, visibilità e distanza. Raffinatissimo.
Può una seduta 100% alluminio essere comodissima (oltre che bella)? Per l’artigiano, designer, maker, editore marchigiano Marco Ripa sì. Ed è per questo che a Edit presenta Coimbra, una collezione disegnata in collaborazione con Roberto Cicchinè che riprende il concetto di “salotto buono” anni ’70. Composta da poltrona, divanetto e madia, Coimbra è una serie di arredi indoor/outdoor che rilegge l’immaginario fisico ed emotivo di questa convivialità, utilizzando ilmetallo a spessori sottilissimi (l’alluminio che è totalmente riciclabile e parzialmente riciclato, leggero, duttile) colori a polvere nelle nuancepastello, saldature invisibili.
I nuovi pezzi nella collezione Vetrografica – specchi decorativi a parete di proporzioni significative e sculture riflettenti da tavolo personalizzabili – rappresentano un ulteriore passo avanti nella vasta esplorazione delle capacità cromatiche e di texture del vetro float e degli specchi colorati che ormai da qualche anno conduce il designer GiovanniBotticelli. Al centro di questa collezione c’è un deliberato focus tematico, caratterizzato da motivi grafici geometrici ed essenziali, realizzati attraverso la giustapposizione strategica di superfici riflettenti e tonalità solide e vibranti. A migliorare ulteriormente il tutto, la sabbiatura dell’argento, che conferisce profondità sia alla superficie anteriore che a quella posteriore di questi specchi.
Un particolare apprezzamento va all’allestimento stesso della fiera, realizzato su progetto dello studio Stamuli: lo studio con sede a Stoccolma ha presentato un set up colorato, contemporaneo e minimale che ha lasciato ampio spazio all’architettura dell’Archivio di Stato. L’atrio di ingresso , dedicato all’accoglienza, al dialogo e alla convivialità, è stato allestito con un bar by Very Simple: Kitchen e da un sistema di sedute in gommapiuma realizzate grazie al supporto delle aziende Plastiz e Armacell. So fun!
Il LanificioLeo è la più antica fabbrica tessile della Calabria. Attiva dal 1873 oggi è un hub contemporaneo dalla vocazione sperimentale, innovativa e internazionale, una realtà manifatturiera in dialogo con le arti visive e i nuovi linguaggi. Progettato e prodotto interamente in Italia, Positional – collezione di articoli di cancelleria e di arredamento – è il risultato della collaborazione tra la casa editrice e tipografica Rubbettino, realtà storica calabrese, e Studio Eremo, studio di design della comunicazione con sede a Milano che si occupa di identità visiva e design del prodotto. Il Lanificio Leo contribuisce conuna collezione su misura, ampliando la gamma di prodotti con una serie di plaid in tessuti grafici.
Nella celebre Spaccanapoli, all’interno dello spazio Riot di Palazzo Marigliano, ci è piaciuto il progetto UNICO realizzato da Pedrali –storica azienda di design 100% Made in Italy – in collaborazione con DWA Design Studio, di Frederik De Wachter e Alberto Artesani. Frutto di questa sinergia è una suggestiva installazione nata dal riuso dei materiali derivanti dalle scarti di lavorazione di Pedrali: un progetto inedito e sperimentale nel quale si fondono artigianalità e tecnologia, sulla scia della sostenibilità e della conservazione ambientale.
Ranieri, eccellenza nella trasformazione artigianale della roccia vulcanica per l’arte, l’architettura e l’interior design, ha presentato un progetto nato dall’inedita trasformazione della pietra lavica. Il lavoro dell’azienda campana, accompagnata dalla direzione creativa dei designer e architetti Francesco Meda e David Lopez Quincoces, è stato presentato inserito all’interno della corte affrescata nella chiesa monumentale di Santa Maria la Nova.
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Franca e Allegra – PuntoZero Architetti
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Onice 45 e Losanghe – MAS Design
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Violet – Marius Boekhorst
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Coimbra – Marco Ripa
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Vetrografica – Giovanni Botticelli
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Very Simple Bar + Stamuli
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Positional – Lanificio Leo
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CULT – Pedrali e DWA Design Studio – Palazzo Marigliano
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CULT – Ranieri – “Lava” – Santa Maria la Nova
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Giulia Mura
Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con…