Come è andata a Frieze 2023? Le vendite e i trend dalle fiere di Londra
Si avviano alla conclusione Frieze London e Frieze Masters a Londra. E le fiere di Londra diventano il test autunnale per provare a capire come si sta evolvendo il mercato dell'arte e cosa guardano i collezionisti internazionali
In un momento interlocutorio per il mercato dell’arte e con qualche nervosismo sulla tenuta del sistema, le preview di Frieze London e Frieze Masters sono state di certo molto meno affollate dell’anno scorso, anche se alcuni galleristi lo osservavano con un sospiro di sollievo, aspettando di riuscire a cucire conversazioni più concentrate e opportunità di networking più distese. E al di là della folla, che in una fiera non è necessariamente indice di produttività, non sono mancati collezionisti, operatori e istituzioni di spessore e nei corridoi di Frieze London si potevano incrociare da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo a Mary Rozell della UBS Art Collection, da Marc Spiegler a Uli Sigg. Le correzioni del mercato appaiono però ancora ben presenti e i range di prezzo delle vendite in fiera pare siano stati decisamente inferiori all’anno scorso, così come il ritmo generale non è stato entusiasmante. Ma di acquirenti attivi per fortuna ce ne sono stati. E Londra non sembra intenzionata a lasciare terreno a Parigi.
La nuova edizione di Frieze London
A grandi linee, Frieze London si è confermata nell’attitudine che le abbiamo visto assumere nelle ultime edizioni: un’offerta ammiccante, focalizzata per lo più su opere e interventi molto grandi, molto colorati, molto accessibili in termini di immaginario ed estetica. Piuttosto lontana dall’impronta sperimentale con cui era nata giusto venti anni fa. Tutto sembra dover essere ora masticabile a primo sguardo, più seducente che sfidante. In grado anche di far dimenticare le criticità di scenario in atto, tra inflazione, guerre, sterlina debole e alti tassi di interesse del denaro, per non parlare della competizione sempre più accesa con Parigi. Tra i 166 espositori di quest’anno, il 18% in più rispetto all’anno scorso, a rischiare meno nella messa a punto degli stand sono state, paradossalmente, proprio le gallerie più grandi, che hanno preferito stand rassicuranti a proposte più meditate. Mentre altre – e si distinguevano con facilità – hanno lavorato su una valorizzazione delle opere che passava anche da un più ampio respiro curatoriale e da uno sguardo più dritto. Da Marina Abramović a Philip Guston e El Anatsui, negli stand erano protagonisti molti artisti che sono in questo momento in mostra in importanti musei londinesi. Nelle cui sale, di ritorno, si intercetta con facilità la presenza delle gallerie di riferimento, con nomi e loghi ben leggibili.
Le proposte delle gallerie italiane a Frieze London
A Frieze quest’anno c’era anche Massimo De Carlo, che deroga alla recente strategia di non partecipare alle fiere di città in cui la galleria ha una delle sue sedi. “Londra per noi è una postazione importante per il mercato dell’arte”, evidenziano dalla galleria. “Il nostro ritorno a Frieze quest’anno coincide con il nostro primo compleanno nella nostra nuova galleria di Clifford Street, nel cuore di Mayfair”. L’intero booth era dedicato all’artista di origini cinesi e di stanza a Berlino Xiyao Wang. Dal titolo En l’air, il progetto si articolava in cinque grandi tele immersive che il primo giorno erano già tutte vendute, con prezzi tra $47,700–$74,300. Sold out anche dalla bolognese P420 per le opere di Shafei Xia, andate a ruba in poche ore dall’apertura della fiera. “È stato un inizio molto positivo, abbiamo riscontrato interesse e curiosità per le nostre proposte e il nostro programma. Siamo soddisfatti anche degli incontri con curatori e critici. E abbiamo concluso diverse vendite tra cui Adelaide Cioni, Pieter Vermeersch, June Crespo e Shafei Xia”, ci hanno raccontato dalla galleria, mentre la fiera era ancora nel pieno del suo svolgimento. Al debutto a Frieze la galleria milanese Clima, nella sezione Focus, con un progetto espositivo interamente dedicato a Vijay Masharani: un video di circa 21 minuti e una serie di disegni, entro un range di prezzo di €10mila, per un bell’affondo coraggioso sulla pratica del giovane artista americano.
L’arte italiana a Frieze Masters a Londra
“L’atmosfera vivace del giorno di preview ha coinvolto i collezionisti che hanno dimostrato forte interesse per il dialogo tra i maestri italiani del Dopoguerra e gli artisti coreani Park Seo-Bo, Lee Seung Jio e Kil Sung, che il nostro stand congiuntamente a Kukje Gallery, presenta”, ha commentato Mazzoleni da Frieze Masters. Con opere che andavano dai 70.000 ai 3 milioni di dollari, la galleria ha concluso sin dall’avvio diverse vendite, tra cui Agostino Bonalumi, in un range di prezzo di 90.000-150.000 dollari. Dell’artista italiano ricorre quest’anno il decimo anniversario dalla morte e lo si ricorda con una mostra ora in galleria a Londra (The Paradox of Proximity: Agostino Bonalumi and Lee Seung Jio, a cura di Marco Scotini) e poi anche nella sede di Torino. Per la galleria sia la fiera sia la città restano snodi centrali del sistema artistico internazionale: “Frieze rimane un punto culminante del nostro calendario fieristico annuale. A differenza di qualsiasi altra città, Londra in questo periodo offre una combinazione unica di culture, attraverso un eclettico mix di mostre, aste e progetti trasversali”.
Le vendite delle gallerie internazionali da Frieze London
Sul versante di mega-gallerie e gallerie internazionali da Frieze London, tra le presentazioni sempre più impattanti si conferma anche quest’anno Gagosian, che ha venduto tutti e 12 i nuovi lavori di Damien Hirst, The Secret Garden Paintings, con prezzi tra $450,000-1 milione. Oltre il milione si sono registrate vendite di Georg Baselitz da Thaddaeus Ropac per quasi 1,5 milioni di dollari, El Anatsui a quasi 2 milioni da Goodman Gallery e le opere di Tracey Emin da White Cube e Xavier Hufkens. Continua poi la richiesta di artisti giovani e opere recenti e risponde, tra gli altri, Pace, dove un dipinto di Pam Evelyn, l’artista più giovane della galleria, dovrebbe essere costato intorno ai $75,000. Lunga lista d’attesa da Marianne Boesky per i dipinti di Danielle Mckinney. Complice anche il debutto da Christie’s la scorsa primavera con un’aggiudicazione record di oltre i 200mila dollari, le opere in fiera sono andate tutte vendute, anche prima dell’apertura sembrerebbe e con priorità ai posizionamenti museali. In galleria i prezzi per la giovane artista sono invece tra $45,000-$65,000, con l’intenzione di Boesky di tenerli in un regime “sano”, alla portata anche delle istituzioni. Tornando invece ai nomi più consolidati, Hauser & Wirth ha venduto intorno ai $120,000 due lavori su carta della scultrice Barbara Chase-Riboud a cui era dedicato tutto il booth della galleria.
Cristina Masturzo
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