Morto il fotografo Giovanni Chiaramonte. Aveva 75 anni
Fotografo e intellettuale di primo piano, Giovanni Chiaramonte si è spento la mattina del 18 ottobre all’età di 75 anni. Ne ripercorriamo vita, carriera e grandi amicizie. Come quella con Luigi Ghirri
È scomparsa una delle personalità più intelligenti e complesse della fotografia italiana, Giovanni Chiaramonte (Varese, 1948 – Milano, 2023). Era un fotografo raffinato, ma anche un uomo di studio, un organizzatore di mostre; tra poco aprirà al Centro Culturale di Milano una sua mostra dedicata a Luigi Ghirri. L’ultima volta che ci siamo incontrati è stato proprio in quel luogo, dove avevo curato una mostra dedicata a Giuseppe Cavalli. Giovanni aveva introdotto la serata. Come sempre il suo modo di spiegare aveva rapito, affascinato l’auditorio, c’erano molti ragazzi che erano rimasti colpiti da quel curioso signore con il mantello, dei piccoli occhiali posati sul naso, che tanto sapeva di storia della fotografia e che aveva parlato per tutto il tempo con gli occhi chiusi. Del resto, Giovanni aveva un bel rapporto con molti giovani fotografi, che lo seguivano con passione, che erano stimolati dalla sua intelligenza critica. La sua lettura dell’immagine era filosofica, profonda, andava ben oltre i soggetti, era metafisica.
Le tante sfaccettature di Giovanni Chiaramonte
Giovanni, uomo di fede, era stato grande amico di Luigi Ghirri, diverso da lui in questo senso, ma che con lui aveva vissuto l’avventura editoriale, la gioia della cultura per il piacere di studiare, di comprendere, per andare al di là delle apparenze. Insieme avevano lavorato alla casa editrice Punto e Virgola, avevano creato il fondamentale volume Viaggio in Italia, avevano affrontato le avversità che chiunque faccia editoria indipendente nel nostro Paese conosce bene. Giovanni si era poi avvicinato a Jaca Book, dove aveva continuato a fare editoria fotografica, ma non solo. Aveva fatto conoscere a molti di noi la scrittura di Andrej Tarkovskij, la sua imprescindibile lezione cinematografica.
Chiaramonte aveva una formazione filosofica che era diventata una storia di vita, si era laureato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano con Gianfranco Bettetini e fin da ragazzo si era interessato al cinema, all’immagine, che era poi divenuta fotografia.
Nonostante le numerose pubblicazioni dedicate al suo lavoro, mi sento di affermare che ancora manca una grande ricognizione sulla sua importante ricerca, influenzata, certo, dalle sue profonde conoscenze, e tuttavia ricca di un’intrinseca originalità iconografica, iconologica, di significato.
Chiaramonte è stato un maestro, nel senso più vero e più puro del termine. Ci mancheranno le sue letture, le sue parole e le sue immagini che fanno parte a pieno titolo della storia della fotografia e dell’arte contemporanea.
Angela Madesani
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