Al via Re – Action. Il primo Festival Internazionale di performing art del Montenegro
Marinella Senatore e Franko B sono i guest artist della prima edizione della rassegna che invita a reagire alle sollecitazioni di un mondo martoriato, mettendo in prima linea il corpo. Individuale e collettivo
In un mondo così “teatrale” e contraddistinto da una narrazione virtuale del reale, si fa sempre più urgente la volontà di esserci, di agire e di condividere.
Sulla base di questa premessa nasce RE-ACTION, la prima edizione dell’IPAF – International Performance Art Festival di Cetinje, in Montenegro, ideato dal Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Salvo Bitonti, e da Marko Markovic, Direttore della Facoltà di Belle Arti dell’Università di Cetinje. L’iniziativa rinsalda il legame che unisce l’Italia e il Montenegro attraverso il linguaggio delle arti performative, offrendo al pubblico un programma ricco di eventi che si svolgeranno il 19 e il 20 ottobre, a cura di Maja Šofranac, Vice Direttrice della Facoltà di Belle Arti dell’Università di Cetinje, e dell’artista e docente di tecniche performative Luigi Moio.
Re – action: tra arte e consapevolezza
Con l’idea di reagire, il Festival intende dare “risposte e visioni contrastanti di un mondo che si presenta impetuoso e spesso difficile, attraverso l’azione, l’arte performativa”.
Ritornare all’azione, infatti, è necessario per il pubblico e per la formazione degli artisti che parleranno al mondo di domani. Non a caso, il festival propone performance sviluppate con gli studenti montenegrini nel 2022, ma presenta al pubblico due guest artists di calibro internazionale quali Franko B e Marinella Senatore.
Il corpo individuale, iper-significante nell’esposizione sofferta di carne magmatica e poesia dura di Franko B (presente al festival con Reflecting Wounds), diventa contrappunto e complemento al corpo che da soggetto unico si fa collettivo e corale con Marinella Senatore, che porta il coraggio di sognare, la rigenerazione sociale e l’auto-formazione nella danza delicata, ma determinata, del suo pluriennale e pluripremiato progetto School of Narrative Dance. Un’onda d’energia che travalica i confini del flusso singolo, come del resto suggerisce la grafica del manifesto ufficiale firmato dall’artista Michela Troian.
Una presenza e una percezione trans-personale e inter-artistica che si fa espressione di cosa vuol dire essere un corpo umano ed azione d’arte nel mondo martoriato d’oggi.
Diana Gianquitto
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