La storia della galleria nomade MATTA che arriva a Parigi con un nuovo progetto

In mostra in una antica architettura parigina un nuovo capitolo della creatività operativa di MATTA, la galleria nomade fondata da tre italiani che arriva in città con le nuove opere dell'artista Francesco Snote

Si affaccia in agenda a Parigi, durante l’Art Week che ruota intorno alla seconda edizione di Paris+, anche un nuovo progetto di MATTA, uno dei più interessanti format di galleria che di recente ha intrapreso il proprio percorso facendo base a Milano, ma muovendosi in modalità nomadi e creative attraverso diverse sedi e modalità espositive. 
Nella capitale francese è in mostra, fino al 22 ottobre 2023 negli spazi di The Community House Onion Spirit – Act II, il secondo atto della mostra dell’artista Francesco Snote (Biella, 1991). Avviata lo scorso giugno nella sede temporanea di MATTA a Milano, al piano terra dello storico Palazzo INA di Corso Sempione progettato dall’architetto Piero Bottoni, la mostra parigina di Snote presenta lavori creati per l’occasione, una serie di disegni e di sculture in terracotta e polvere di metallo che indagano il passaggio del tempo, l’incertezza come fuoco d’indagine e le stratificazioni di significati che abitano gli spazi. Abbiamo raggiunto i fondatori della galleria per ripercorrere la loro storia fino al debutto parigino. 

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

Intervista ai fondatori di MATTA 

Quando è nata l’idea di MATTA e chi sono i suoi fondatori?
Giulio, Pietro e Pier Francesco fondano il 4 aprile 2022 MATTA. Dopo anni di esperienze in varie gallerie è cresciuto in noi il bisogno di pensare con gli artisti e progettare insieme nuovi sistemi. Ci muove la necessità di cogliere costantemente le sfumature del contemporaneo, masticarle e riproporle attraverso il dialogo con gli artisti con cui stiamo tracciando un percorso. 

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

Avete lavorato da allora in una modalità nomade, spostandovi tra un club storico della Milano Anni ’80, una pescheria pop-up in città e ora in un vecchio edificio parigino. Quali i luoghi che vi hanno ospitato finora e con quali motivazioni?
Le nostre motivazioni su questo versante sono figlie del dialogo con gli artisti e delle esigenze che si legano alla loro ricerca. Siamo partiti da una basilica romanica passando da un centro studi a Salina, per arrivare allo studio di Bernini a Roma, per poi trovarci ora in una vecchia town house Parigina. 

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

Che significato assume allora lo spazio che di volta in volta individuate?
L’eterogeneità nella scelta degli spazi ci permette di evolvere e questo approccio ci mette sempre in qualche modo davanti ad una nuova sfida. Abbiamo l’opportunità di creare ambienti che possano evocare sensazioni attraverso il dialogo tra artisti contemporanei e gli spazi, che per loro natura si portano dietro storie e memorie differenti. Lo spazio diventa uno dei veicoli per comunicare e valorizzare il progetto mostra, e l’analisi dell’ambiente ideale ci permette di esaltare il processo.

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

MATTA e il rapporto con gli artisti

Avete menzionato prima le esigenze che nascono dalla ricerca degli artisti con cui lavorate e che vi hanno indirizzato nel formato che vi siete dati. Come possiamo raccontarle e quanto i vostri percorsi precedenti influiscono nel rapporto con gli artisti? 
Ci reputiamo onnivori nel guardare, selettivi nel decifrare. Ogni esperienza passata è servita a sviluppare un nostro gusto e un approccio, crediamo nel nostro istinto e cerchiamo di far emergere questo aspetto il più possibile. La continua ricerca di nuovi artisti e figure con cui confrontarci è il nostro pane quotidiano: approcciarci a queste figure senza avere uno spazio fisso ci permette di traslare il dialogo immediatamente nella parte processuale, mettendo a nudo l’interlocutore.

Vogliamo tracciare un sentiero che porti ad una nuova idea di galleria, cercando di partire da ciò che per noi è più importante: costruire dei legami tra noi e i nostri artisti che possano essere duraturi e di continuo scambio e stimolo. 

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

Resterà questa la modalità anche nel futuro o cambierà?
Da novembre avremo una sede fisica, ma sarà più una nuova casa dove far nascere i progetti. Per il primo periodo le persone ci venivano a trovare nel salone di casa di Pietro adibito a galleria. Ora ci pare giusto che le persone che ci seguono vedano questa evoluzione e di rimando evolvano insieme a noi. 

Come avete trovato il nuovo spazio? 
È la sede che ha trovato noi. Sarà il luogo dove abbiamo aperto il primo atto della personale di Francesco Snote, e non sarà proprio il nuovo spazio espositivo che ospiterà tutti i prossimi progetti, ma una base dove continuare a rafforzare la nostra idea di creare sempre dialoghi tra spazi ad artisti.

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

Quali sono i progetti che vorreste sviluppare o gli artisti che vorreste trovare? 
Siamo e saremo sempre alla ricerca del nuovo Bruce Nauman. 

E come scegliete gli artisti con cui collaborare?
Pancia, occhio e cuore.

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

MATTA e il mercato dell’arte

Permettetemi di essere concreta. MATTA è una galleria, ha scelto di essere quindi un’attività legata al mercato. Come ha risposto finora il mercato alla vostra proposta?
Intanto grazie per la domanda. Alcune persone ci chiedono ancora se le opere sono in vendita! Questo pensiamo che succeda perché si cercano sempre degli esempi vicini per definire una realtà. Noi siamo una galleria che rappresenta artisti, quindi naturalmente siamo una galleria commerciale. Questo fraintendimento scemerà forse con il tempo. Intanto non cambierà il nostro approccio.

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

E allora, chiarito l’equivoco e detto che MATTA le opere le vende, che tipo di collezionisti costituiscono la vostra domanda?
Una delle cose che ci fa più piacere è vedere la quantità di giovani che si stanno interessando al progetto, e per noi è importante attorniarci di collezionisti giovani con cui intraprendere, insieme, un processo di crescita e di confronto.

La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta
La galleria MATTA. Photo Credit: Luisa Porta

Parliamo ancora un po’ del futuro di MATTA in quanto galleria. Avete in programma di iniziare a fare anche fiere?
Inizieremo a fare le fiere, sì. I nostri artisti dovranno crescere insieme a noi e il momento fiera è importante per avere tempo di qualità per parlare con più persone possibile del loro lavoro e far nascere progetti e nuove modalità di collaborazione.

Ci saranno cambiamenti nella vostra modalità operativa?
Cambiamenti intesi come giusta evoluzione del progetto sempre e poi l’effetto sorpresa è sempre stato un nostro forte!

Cristina Masturzo

MATTA
Corso Sempione, 33, Milano
www.mattamatta.it

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

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