La rivincita dell’iperlocale al festival Agorà Design in Salento
Si può essere contemporaneamente locali, cioè interessati all’identità e ai problemi del territorio, e globali, sollevando temi di interesse generale? Questo festival di design ci dice di sì
C’è vita nelle periferie del sistema design. La constatazione può sembrare banale, ma l’alta concentrazione di manifestazioni nel Sud Italia nelle ultime settimane – dal Materia Festival a Tropea, che proponeva un inedito focus sul turismo e sulle vacanze, ad Agorà Design a Martano, per concludere con il successo della quinta edizione di EDIT Napoli e con iDesign a Palermo, in corso proprio in questi giorni – ci ha ricordato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il ragionamento su questi temi avviene a qualunque latitudine e non soltanto nei salotti milanesi o nelle industrie del Nord. Il bacino del Mediterraneo, in particolare, centro di tutti gli scambi e commerci in un lontano passato e periferia di oggi, per lo meno nel senso del fare industriale, può (anzi, deve) far valere le sue risorse e la sua identità culturale diventando volano di cultura e di riflessioni oltre che culla di esperienze interessanti che mescolano saperi tradizionali e nuove tecnologie.
Il festival Agorà: architettura e design iperlocali
Raccolto intorno alla sua piazza principale dominata dal Palazzo Baronale, Martano è un borgo della Grecìa salentina, un insieme di dodici comuni in cui ancora oggi si tramanda il griko, un dialetto di origine greca. Qui, l’eredità di un evento preesistente, una sorta di mostra mercato dedicata all’artigianato locale, è stata ripresa e rimaneggiata alcuni anni fa in chiave decisamente più contemporanea dall’associazione culturale Agorà Design, nata su impulso di un’azienda (la Sprech, specialista delle coperture modulari, dalle pergole ai gazebi) con i piedi ben piantati sul territorio e ambizioni globali. L’edizione 2023 del festival Agorà Design si è svolta dal 28 settembre al primo ottobre e ha raccolto migliaia di persone, tra professionisti, studenti, giornalisti e visitatori, intorno al tema dell’iperlocale.
“Abbiamo scelto di avviare un confronto su questo concetto in architettura e nel design perché crediamo che sia una chiave di lettura per interpretare sia il mondo della creatività che quello dell’industria nel prossimo futuro”, ci ha spiegato Lucia Rescio, presidente dell’associazione e giovane general manager di Sprech. “Iperlocale è per noi un percorso di ricerca delle tradizioni e soprattutto di comprensione dei materiali, delle tecniche, delle tecnologie locali e di quella che erano le maestranze artigiane peculiari dei territori in cui affondiamo le nostre radici”.
Il concorso di idee e i progetti vincitori
Il piatto forte di Agorà, assieme ai talk e ai laboratori che hanno coinvolto personaggi del calibro di Giovanna Castiglioni e Riccardo Falcinelli, è stato la mostra allestita nelle sale del Palazzo Baronale con i 120 progetti finalisti del concorso di idee lanciato nei primi mesi del 2023 e conclusosi a luglio.
Nella sezione Living, dedicata a complementi d’arredo, tessuti e rivestimenti, si è aggiudicata il primo premio tra i prototipi presentati da designer a architetti in attività la seduta Linfa – Il riposo che nutre l’anima di Davide Decarli, realizzata con lana di pecora autoctona pugliese (la Gentile di Puglia, detta anche “Merinos del Sud”) tinteggiata con tecniche e piante tintorie tipiche della macchia mediterranea in collaborazione con PecoreAttive, una realtà attiva da circa un decennio nell’Alta Murgia barese. Al secondo posto si è classificata Hydria di Tommaso Schiuma, una riserva per germogli e semi che sfrutta le proprietà intrinseche del tufo e la sua capacità di immagazzinare acqua, mentre al terzo posto troviamo Fragment di Simona De Fazio e Carmen Carugno, che valorizza il legno d’ulivo utilizzandolo come materiale principale per una maniglia. A proposito di ulivi, una risorsa importante per il Salento minacciata dalla Xylella, il concorso prevedeva anche una Menzione Speciale per il riuso del legno proveniente dagli alberi disseccati dal batterio, assegnata alla Lampada ad angolo di Andrea Arciuolo. Tra gli studenti è stata premiata Searamic, una lampada autoprodotta da Giulio Bragagnolo e Paolo Sgarzi.
Nella sezione Garden, dedicata all’outdoor, i premi sono stati assegnati a Felicità, del designer colombiano Samuel David Silva Batista, Apulia di Daniele Cicero e Driades di Francesco Fontanella e Maria Kassola, mentre nella categoria studenti ha vinto Sicq, una seduta per esterno di Ludovica Quarta. “Tutti questi progetti sono stati espressione di materiali e tecniche differenti attraverso cui i designer hanno espresso conoscenze tipiche dei loro territori facendoci immergere in nuovi contesti e nuove prospettive di design”, ha confermato Lucia Rescio. “La risposta che abbiamo avuto da tanti territori diversi, parliamo di 13 Paesi dai quali sono arrivati elaborati e prototipi, ci ha dato la possibilità di avere una visione che supera l’iperlocale per diventare globale”.
Giulia Marani
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