«Poco importa, infatti, se alle origini delle osservazioni di Nannini - spiega Ivan Quaroni - ci sono edifici e scorci della piana ferrarese. Quel che conta è la dimensione metafisica e assoluta di certe visioni sospese e stupefatte che potremmo trovare anche in un ipotetico altrove, nelle campagne dell’Iowa o nell’Europa centrale.»
Insomma, «una pianura uguale a mille altre, come dice l’artista stesso, da intendersi come una sorta di foglio bianco su cui scrivere qualsiasi cosa reale o immaginata.»
Nannini affronta nelle sue opere cicli tematici che vanno dalla catalogazione di tipologie umane e urbane a paesaggi di ampio respiro, quasi all'insegna di un'ambivalenza - a tratti disarmante - ma consapevole: tra esigenze simboliste e aspirazioni razionalistiche, la volontà dell’artista è quella di catalogare lucidamente l'ambiente circostante ed i suoi abitanti, creando così un'enciclopedia per immagini del nostro tempo.
Prospettive che appaiono improbabili o inverosimili sono funzionali alla visione su un mondo in divenire, mai bloccato, foriero di mille storie di persone, una nell'altra, quotidiane, normali e così umane, di terra e di cielo, di visibile e invisibile.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Vanillaedizioni, con testo critico di Ivan Quaroni e Francesco Mancini.
Cenni biografici
Nicola Nannini è nato a Bologna nel 1 972, vive e lavora tra Cento (FE) e Verona.
Attivo dalla metà degli anni Novanta, in quel periodo tiene mostre in Italia e all'estero tra le quali Bologna, Ferrara, Milano, Roma, Brindisi, Torino, Reggio Emilia, in personali e collettive. Dai primi anni 2000 espone in varie mostre personali a Den Haag, Amsterdam, Rotterdam e Londra; a Szekesfehervar (HU) presso la nazionale galleria d'arte moderna; Bologna al complesso monumentale di S. Maria della Vita; a Parigi e New York in collaborazione con WP Bologna; Verona al Museo d'arte di S. Fermo Maggiore e Vicenza.
Partecipa da anni alle principali fiere dell'Arte (Bologna, Milano, Bari, Verona, Padova, Strasburgo, Karlsruhe, Lille, Amburgo, Londra). Tra il 2005 e il 2010 è invitato a esposizioni quali "L'inquietudine del Volto" (BPL city, Lodi)," Arte Italiana 1968-2007" (Palazzo Reale, Milano) a cura di V.Sgarbi e "Nuovi Realismi" (PAC, Milano) a cura di M.Sciaccaluga. È invitato inoltre al Premio Aldo Roncaglia, Premio Sulmona, Premio Michetti, Premio Celeste, Premio Arciere (S.Antioco) e Festival dei Due Mondi di Spoleto. Espone alla Fondazione Durini e allo Spazio Guicciardini a Milano. Nel 2011 è invitato alla 54 Biennale di Venezia. Nel 2016 esce un saggio sui primi vent'anni del suo lavoro, "Imperfetto Presente" a cura di R. Cresti (Edizioni Pendragon) presentato al Festival della Letteratura di Pordenone con mostra personale. Nello stesso anno si tiene la personale "Declinazioni del Paesaggio" allo Stadtmuseum di Chiusa (BZ) e nel 2018 è allestita una prima antologica a Palazzo dei Principi, Correggio (RE). Continua la sua collaborazione con gallerie italiane quali Nino Sindoni (Asiago), Forni (Bologna), Punto sull'Arte (Varese), Il Ponte (Pieve di Cento), Le Muse (Andria) e AreaB (Milano). Nel 2020 è in mostra al Vittoriale degli Italiani con "Daccapo" a cura di G.B. Guerri e al PAC di Ferrara nella collettiva “Pittori Fantastici nella Valle del Po'” a cura di C. Langone. Nel 2021 è invitato alla mostra "Veneto Felice" al Museo Le Carceri di Asiago per il Premio Brazzale e in seguito presso il Museo Eremitani di Padova per "A Riveder le Stelle" a cura di B. Codogno. Proseguono nel 2022 le collettive in varie sedi italiane, tra le quali Andria, Brindisi, Varese, Bologna, Verona e nel 2023 presso il Museo Le Carceri di Asiago a cura di S. Annibaletto. È docente di pittura all'Accademia Cignaroli di Verona dal 2006. Numerose sono le pubblicazioni che lo riguardano e trattano la sua opera. |