Biografie artisti
Vernon Ah Kee (Innisfail, Queensland, 1967)
Vernon Ah Kee vive e lavora a Brisbane, nel Queensland. Ah Kee è membro delle popolazioni Kuku Yalanji, Waanji, Yidinji, Gugu Yimithirr e Koko Berrin. La sua pratica, che include disegno, scrittura, video, fotografia e installazione, ruota intorno a una critica della cultura australiana dal punto di vista dell’esperienza delle popolazioni aborigene. Le opere di Ah Kee rispondono alla storia della ritrattistica dei “primitivi” e riposizionano gli aborigeni in Australia quale popolo contemporaneo che abita spazi e tempi reali e attuali. Mostre personali includono: Vernon Ah Kee: The Island, Campbelltown Arts Centre, New South Wales (2020); Will I Live, Apartment der Kunst, Monaco (2017); Waru, Queensland Art Gallery | Gallery of Modern Art, Brisbane e Kick Arts, Contemporary Arts, Cairns, Queensland (2010). Mostre collettive includono: ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); A Year in Art: Australia 1992, Tate Modern, Londra (2021); 14th Istanbul Biennial (2015); unDisclosed: 2nd National Indigenous Art Triennial, National Gallery of Australia, Canberra (2012); Once Removed, Padiglione australiano, Biennale di Venezia (2009); 16th Biennale of Sydney (2008).
Cornelia Badelita (Radauti, Romania, 1982)
Cornelia Badelita vive e lavora a Torino. I suoi dipinti, che si sviluppano orizzontalmente, traggono ispirazione dalle predelle, le tele orizzontali che corredavano le pale d’altare quali appendici alla narrazione rappresentata nei pannelli centrali. Allo stesso modo, i quadri di Badelina sono storie accessorie, note a piè di pagina di una narrazione ignota allo spettatore. Mostre personali includono: Continuu, Galleria Peola Simondi, Torino (2022); Dublu, Galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea, Monza (2021); Reflecție Repetiție, Galleria Alberto Peola, Torino (2021). Mostre collettive includono: Tra Ottocento vigezzino e arte contemporanea, Casa De Rodis, Domodossola (2022); Waiting for the Prince, Videoinsight Foundation, Torino (2021); Anni zero, il decennio liquido, BAM Biennale del Piemonte, Casa del Conte Verde, Rivoli (2020); Passare il segno, Pinacoteca Albertina, Torino (2017); Biennale del Piemonte, Il cuore sacro dell’Arte, Castello di Moncalieri (2015); Guardiani del tempo, Gemine Muse, MAO – Museo d’arte orientale, Torino (2010).
Nora Berman (Los Angeles, 1990)
Nora Berman vive e lavora a Los Angeles. Spaziando dalla performance alla pittura e alla scultura, la sua ricerca è incentrata su diversi aspetti della contemporaneità, tra cui le dinamiche di potere, il linguaggio, la religione, la spiritualità, la sessualità, la presenza digitale, il Dark Web, le teorie del complotto e la violenza. Con le sue visioni colorate, Berman cerca di rendere tangibile l’intangibile, di operare trasformazioni magiche, di dare forma a figure ultraterrene. Mostre personali includono: Heart Ships, Stars Gallery, Los Angeles (2022); Miracle Zone, Le Maximum, Los Angeles (2021); Sparkly22Miracles, Five Car Garage, Los Angeles (2020). Mostre collettive includono: Borderlinking, High Art, Paris (2020); Atlas of Heavens. “Next generation”, Kunsthaus Baselland, Basel (2018); Welcome to Longtang, Longtang, Zürich (2018); As Above, So Below: Portals, Visions, Spirits & Mystics, IMMA – Irish Museum of Modern Art, Dublin (2017); Friendly Takeover, Marta Herford Museum, Herford (2014).
Valerio Berruti (Alba, Cuneo, 1977)
Valerio Berruti dal 1995 vive e lavora a Verduno, Alba, in una chiesa sconsacrata del XVII secolo da lui restaurata. La sua ricerca include lo studio di antiche tecniche, tra cui quella dell’affresco. Assolute ed essenziali, le sue figurazioni sono spesso ispirate al mondo della famiglia, degli affetti e dell’infanzia. Mostre personali includono: Amai, Art Square Felissimo Museum, Kobe (2021); La giostra di Nina, Galleria Grande, Reggia di Venaria, Venaria (2020); Endless Love, Istituto Italiano di Cultura, Los Angeles (2018). Mostre collettive includono: Além de 2020, Arte italiana na pandemia, MAC – Museu de Arte Contemporãnea, San Paolo (2021); The Intuitionist, The Drawing Center, New York (2014); Detour, Centre Pompidou, Parigi (2008). Nel 2009 è stato tra gli artisti che hanno rappresentato il Padiglione Italia alla 53. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia.
Rossella Biscotti (Molfetta, Bari, 1978)
Rossella Biscotti vive e lavora tra Rotterdam e Bruxelles. La sua produzione artistica attraversa il film, la performance e la scultura. Con ricerche d’archivio e indagini orali, l’artista esplora momenti oscuri della storia recente, analizzandone in particolare il sistema istituzionale, per ricostruire narrative individuali che si innestano nel presente. Mostre personali includono: Rossella Biscotti, new work, Witte de With, Rotterdam (2019); The City, Kunsthaus Baselland, Basel (2018); The Trial, GULAG History State Museum, Moscow (2016); The Undercover Man, Sculpture Center, New York (2014). Mostre collettive includono: 55. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2013); 13th Istanbul Biennal, Istanbul (2013); dOCUMENTA (13), Kassel (2012); Manifesta 9, Genk (2012). Ha vinto, tra gli altri, il Premio ACACIA (2017), il Premio Quadriennale di Roma (2016), il Mies van der Rohe Preis, Kunstmuseen Krefeld (2013), il Premio Italia Arte Contemporanea, MAXXI, Roma (2010).
Anna Boghiguian (Il Cairo, 1946)
Di origine armene, Anna Boghiguian vive e lavora nomadicamente tra Europa, Asia, Africa e nelle Americhe, pur mantenendo lo studio e la casa al Cairo. Empatica osservatrice della condizione umana, nelle sue opere Boghiguian offre una interpretazione unica della vita contemporanea, tra passato e presente, poesia e politica, osservazione critica del mondo. Le sue opere combinano una umanità dispersa, sofferente e nomade, vittima della Storia e dei suoi conflitti. Mostre personali includono: Anna Boghiguian, Kunsthaus Bregenz (2022); Anna Boghiguian, Tate St Ives, St Ives (2019); The Loom of History, New Museum, New York (2018); Anna Boghiguian, Sharjah Art Foundation, Sharjah (2018); Anna Boghiguian, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2017). Mostre collettive includono: ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); Padiglione della Repubblica dell’Armenia, 56. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2015), padiglione vincitore del Leone d’Oro per la migliore Partecipazione Nazionale; 14th Istanbul Biennial (2015); dOCUMENTA (13), Kassel (2012); Sharjah Biennial, Sharjah (2011); 11th International Istanbul Biennial (2009).
Nicola Bolla (Saluzzo, 1963)
Nicola Bolla vive e lavora a Torino. Affascinato dal mondo del collezionismo e dalle Wunderkammer, colleziona oggetti antichi e curiosi. Attraverso la sua pratica, che spazia dalla pittura alla scultura e all’installazione, Bolla produce delle vanitas, figure simboliche che rimandano all’idea di caducità della vita con teschi, animali, mandala, utilizzando svariati materiali, tra cui cristalli di Swarovski e carte da gioco. Mostre personali includono: Nicola Bolla. Senza Titolo!, Complesso della Cavallerizza, Torino (2022); Nicola Bolla, Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (2021); Sonata A Kreutzer, Fondazione Ducci, Roma (2014). Mostre collettive includono: Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali, Musei Reali, Torino (2022); Palazzo con vista, The Pool NYC, Venezia (2015); Orpheus Dream, Padiglione Italia, 53a Biennale di Venezia (2009).
Benni Bosetto (Merate, 1987)
Benni Bosetto vive e lavora a Milano. Al centro della sua pratica, che combina disegno, scultura, installazione e performance, è il corpo, decostruito e re-immaginato, e i suoi gesti. Ispirandosi a narrazioni antropologiche, religiose, a credenze popolari e alla storia dell’arte, le opere di Bosetto pongono lo spettatore in uno spazio senza tempo, in cui l’oggettività e le spiegazioni unitarie sono abbandonate a favore di una concezione frammentata della realtà. Mostre personali includono: Stultifera, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (2022); Il Portico, Almanac, Torino (2020); Ambiente X, Kunstraum, Londra (2019). Mostre collettive includono: Afterimage, MAXXI L’Aquila (2022); Io dico Io – I say I, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2021); FUORI, Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2020).
Sol Calero (Caracas, 1982)
Sol Calero vive e lavora a Berlino. Con la pittura quale elemento centrale della sua pratica, Calero realizza lavori luminosi, colorati e vibranti, che riflettono sull’iconografia dell’America Latina e sui suoi cliché, e su questioni di genere, identità, rappresentazione, sfruttamento, migrazione, emarginazione. L’artista realizza anche grandi installazioni immersive, scenografie che ricordano set televisivi, dove la pittura si unisce alla scultura e al mosaico. Mostre personali includono: El barco de barro (The Clay Ship), Copenhagen Contemporary, Copenhagen (2020); El Autobus, Tate Liverpool, Liverpool (2019); Pica Pica, Düsseldorf Kunstverein, Düsseldorf (2018); La Sauna Caliente, Kunsthaus Bregenz, Bregenz (2016). Progetti curatoriali includono: Desde el Salón (From the Living Room). Sol Calero selects from the Hiscox Collection, Whitechapel Gallery, Londra (2021). Mostre collettive includono: ARS22 – Living Encounters, Museum of Contemporary Art Kiasma, Helsinki, 2022; Die Absurde Schönheit des Raumes, Hamburger Kunsthalle, Amburgo (2020); Amazonas Shopping Center, Preis der Nationalgalerie, Hamburger Bahnhof – Museum for Gegenwart, Berlino (2017); Salon of Hybrid Things, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2015). Calero, con Christopher Kline, gestisce il project space Kinderhook and Caracas a Berlino. È cofondatrice del progetto CONGLOMERATE.
Ludovica Carbotta (Torino, 1982)
Ludovica Carbotta vive e lavora tra Torino e Barcellona. Il suo lavoro indaga l’individuo e il modo in cui abita l’ambiente che lo circonda. Combinando installazione, scultura, disegno, architettura, scrittura e performance, l’artista esplora ciò che definisce “fictional site specificity”, l’ideazione di luoghi immaginari o l’inserimento di luoghi reali in contesti di fantasia, riscoprendo l’immaginazione quale strumento di costruzione della conoscenza. Mostre personali includono: Monowe, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2019); Inches, Feet, Verse, Metre, Marsèlleria, New York (2018); Monowe, Remnants from the future, Kiosko, Santa Cruz de la Sierra (2016). Mostre collettive includono: 58. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2019); What’s Love Got to Do with It?, The Drawing Center, New York (2019); That’s IT!, MAMbo – Museo d’Arte Moderna, Bologna (2018). Nel 2018 ha vinto il New York Prize, Istituto Italiano di Cultura, New York, e nel 2016 la Menzione Speciale al Premio ITALIA, MAXXI, Roma. Carbotta è cofondatrice di Progetto Diogene, Torino, un programma di residenze internazionali, e di The Institute of Things to Come, un centro di ricerca su scenari futurologici.
Guglielmo Castelli (Torino, 1987)
Guglielmo Castelli vive e lavora a Torino. Attraverso la sua pratica, Castelli riflette sulla pittura osservando e dialogando con la storia dell’arte, la letteratura e molteplici spunti culturali. L’artista riconosce nella pittura uno tra i primi gesti umani compiuti con un’intenzionalità artistica a partire dai dipinti rupestri in epoca preistorica. Al centro dei suoi lavori si colloca la ricerca sul corpo, in una dimensione evanescente, onirica, in cui figurazione e astrazione si incontrano. Mostre personali includono: The Cabin LA Presents: A Curated Flashback, Green Family Art Foundation, Dallas, Texas (2023); Ornate Impotence, The Cabin, La Brea Studio Residency, Los Angeles (2020); Sia inteso come tutto ciò che non pesa, Le nuove frontiere del contemporaneo, Fondazione Coppola, Vicenza (2019); Goodmorning Bambino, Künstlerhaus Bethanien, Berlino (2018). Mostre collettive includono: Pittura italiana oggi, Triennale di Milano (2023); ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); FUORI, 17a Quadriennale d’arte 2020, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2020); A Strong Desire, PS120, Berlino (2018); Biennale internationale d’art contemporain de Melle (2018); Recto/Verso 2, Fondation Louis Vuitton, Le Secours populaire français, Parigi (2018). Nel 2015 ha vinto il Premio speciale sezione Pittura del Combat Prize.
Alex Cecchetti (Terni, 1977)
Alex Cecchetti vive e lavora a Parigi. Inclusiva di coreografia, performance, pittura, scultura, video e poesia, la sua pratica è da lui definita “art of avoidance” (arte di evitare). I molteplici interessi dell’artista includono l’intelligenza delle piante e il rapporto tra umani e non umani. Mostre personali includono: Je suis un monstre marin, Museum of Contemporary Art of Haute-Vienne, Château de Rochechouart (2023); Occupie Paradit, Netwerk, Aalst (2020); At The Gate Of The Music Palace, Spike Island, Bristol (2018); Tamam Shud, Centre For Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia (2017). Tra le altre, ha realizzato performance presso MAXXI, Roma (2020); Serpentine Galleries, Londra (2019), Centre Pompidou, Parigi (2017). Mostre collettive includono: Persones Persons, Biennale Gherdëina ∞ (8), Dolomiti (2022); Da parte degli artisti: dalla casa al museo, dal museo alla casa. Omaggi alle opere della Collezione Cerruti. Capitolo 2, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2019); Plant Sex, Serpentine Galleries, Londra (2019). Nel 2019 ha partecipato a Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019, rievocazione organizzata dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, e Fondazione CRC, Cuneo.
Manuele Cerutti (Torino, 1976)
Manuele Cerutti vive e lavora a Torino. La sua ricerca pittorica include l’attenzione al dettaglio, il frammento o l’oggetto, a partire da reperti che custodisce nel suo studio. Nelle sue opere quanto dipinto, per quanto piccolo e apparentemente insignificante, diventa un personaggio specifico, protagonista di grandi tableaux vivants e non nature morte. Mostre personali includono: Dona Ferentes, Studio Museo Felice Casorati, Pavarolo, Torino (2020); Gleiches zu Gleichem, Wilhelm Hack Museum, Ludwigshafen am Rhein (2017); Proprioception, Istituto Italiano di Cultura, Londra (2016). Mostre collettive includono: Prima che il gallo canti, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene, Cuneo (2021); Ciò che vedo. Nuova Figurazione in Italia, MART, Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto (2020); Premio Lissone 2018, MAC – Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (2018). Tra gli altri riconoscimenti, ha vinto l’Illy Present Future Prize nel 2004. È il vincitore dell’Italian Fellowship in Visual Arts 2021/2022 dell’American Academy in Rome. È cofondatore di Progetto Diogene, Torino.
Claudia Comte (Grancy, Svizzera, 1983)
Claudia Comte vive e lavora a Basilea. A partire dall’osservazione della natura e dei suoi mutevoli schemi, l’artista elabora ampie installazioni ambientali che incorporano il mondo dalla prospettiva dell’esperienza del digitale. Affrontando temi di urgente attualità come il cambiamento climatico, l’ecologia e l’inquinamento globale, l’artista racconta anche la memoria dei materiali e la saggezza del lavoro manuale. Mostre personali includono: From Where We Rise, Fundacíon Casa Wabi, Puerto Escondido (2023); After Nature, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid (2021); How to Grow and Still Stay the Same Shape, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2019-2021); I have grown taller from standing with Trees, Copenhagen Contemporary, Copenhagen (2019). Mostre collettive includono: Futuros abundantes, C3A Centro de Creación Contemporánea de Andalucía, Córdoba (2022); More, More, More, TANK, Shanghai (2020); Salon Suisse: ATARAXIA, evento collaterale alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2016); The Language of Things, Public Art Fund, City Hall Park, New York (2016). Comte ha vinto, tra gli altri, il Prix de la Ville du Locle, Triennale de l’Art Imprime Contemporain (2015) e lo Swiss Art Award (2014).
Regina de Miguel (Malaga, 1977)
Regina de Miguel vive e lavora a Berlino. La sua pratica interdisciplinare, che comprende disegno, pittura, scultura, fotografia e video, riflette sulla presunta oggettività dei dispositivi scientifici di rappresentazione e sulle condizioni di produzione della conoscenza scientifica. Partendo da una ricerca che unisce filosofia della scienza, ecofemminismo e speculative fiction, nelle sue opere de Miguel sottolinea le relazioni mutevoli e multiformi che definiscono la realtà del singolo e i diversi legami che si stabiliscono con l’ambiente circostante. Mostre personali includono: Arbustos de nervios como bosques de coral, The Green Parrot, Barcellona (2021); Rising Anxiety, Maisterravalbuena, Madrid (2019); But reality has no synonyms, SAVVY Contemporary, Berlino (2018); Aura Nera, Centro Cultural Santa Mónica, Barcellona (2016); All knowledge is enveloped in darkness, Kunsthalle São Paulo, San Paolo (2014). Mostre collettive includono: Encuentros: obras de la Colección TBA21, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid (2023); Wie geht es jetzt weiter? Zwölf Erzählungen aktueller Kunst aus Spanien, Frankfurter Kunstverein, Francoforte (2022); Futuros abundantes, C3A Centro de Creación Contemporánea de Andalucía, Córdoba (2022).
Barbara De Vivi (Venezia, 1992)
Barbara De Vivi vive e lavora tra Venezia e Newcastle. La sua pittura rielabora temi iconografici che attraversano la storia dell’arte, in particolare relativi alla mitologia e ad antiche leggende, unite al proprio vissuto personale e familiare. Sulle tele prendono forma paesaggi onirici in cui i soggetti e i vari elementi in scena si configurano in racconti aperti, narrazioni frammentarie e allusive. Mostre personali includono: Artificial Arcadia, Photo Open Up, Padova (2023); Snap Trap, Palazzo Merulana, Roma (2021); Immaginifico, Spazio Siracusa, Agrigento (2019); La scintilla latente, Ca’ dei Ricchi, Treviso (2019). Mostre collettive includono: Come un’onda, come in volo, Museo Francesco Baracca, Lugo (2023); Les danses nocturnes, a cura di Eastcontemporary, Entrevaux (2021); Danae Revisited, Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (2021); Premio Francesco Fabbri, Villa Brandolini, Pieve di Soligo (2020); 101ma Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2017). Ha vinto il Combat Prize, sezione Pittura, nel 2017.
Patrizio di Massimo (Jesi, Ancona, 1983)
Patrizio di Massimo vive e lavora a Londra. Interrogandosi sull’idea del ritratto come veicolo di espressione e rappresentazione di precisi stati d’animo, l’artista include riferimenti alla storia della pittura e all’arte del Novecento. Giorgio de Chirico, Otto Dix e il movimento tedesco della Nuova Oggettività sono solo alcuni tra i numerosi riferimenti riscontrabili nelle opere dell’artista. Mostre personali includono: Antologia/Anthology (2013-2023), Musei Civici – Palazzo Pianetti, Jesi (2023); Il ciclo de La Risalita, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020-2021); Patrizio Di Massimo, Palazzo Ducale, Urbino (2019); KURA., Fonderia Artistica Battaglia, Milano (2019); Me, Mum, Mister, Mad, Kunsthalle Lissabon, Lisbona (2014); The Lustfult Turk, Gasworks, Londra (2013). Mostre collettive includono: ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); Garden of Six Seasons, ParaSite, Honk Kong (2020), ÜberMauer, Biennale Arcipelago Mediterraneo, Palermo (2019); EVA International, Limerick (2018); Ennesima, Triennale di Milano (2015); Ritratto dell’artista da giovane, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2014); Premio Italia 2012, MAXXI, Roma (2012).
Bracha L. Ettinger (Tel Aviv, 1948)
Bracha L. Ettinger vive e lavora tra Parigi e Tel Aviv. La pratica dell’artista affonda le radici nel suo passato autobiografico, nella storia dei genitori sopravvissuti all’Olocausto, e analizza i concetti di trauma, oblio, sguardo femminile e “matrixial” (matriciale), di spazio dell’inconscio e di passaggio dall’invisibile al visibile enfatizzando le proprietà dell’arte di curare e guarire l’individuo e la società. I suoi dipinti sono caratterizzati da una dimensione in bilico tra astratto e figurativo ottenuta attraverso tratti finissimi, nonché l’applicazione di strati di colore e la definizione di forme che creano un’atmosfera obliqua fra oscurità e luce e invitano lo spettatore a immergersi in un tempo intimo e spirituale. Mostre personali includono: Bracha Lichtenberg Ettinger, Radicals, Parigi (2022); Bracha’s Notebooks, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2021); Bracha L. Ettinger: Eurydice – Medusai, 14th Istanbul Biennial (2015); Alma Matrix. Bracha L. Ettinger and Ria Verhaeghe, Fundació Antoni Tàpies, Barcellona (2010); Bracha L. Ettinger: Notebooks, KIASMA Museum of Contemporary Art, Helsinki (2006). Mostre collettive includono: Artists in a Time of War, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2023); Espressioni. La proposizione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2021); Spaces in Crisis, Haifa Museum of Art (2020); Cuore di tenebra / Heart of Darkness, OGR Officine Grandi Riparazioni, Torino (2019); dOCUMENTA (13) (2012); ELLES [elles@centrepompidou], Centre George Pompidou, Parigi (2011).
Francesca Ferreri (Savigliano, 1981)
Francesca Ferreri vive e lavora a Torino. La sua ricerca artistica indaga il rapporto tra restauro e algoritmi matematici come punto di partenza di un processo di rappresentazione volto ad analizzare la materia in relazione alla sua dimensione spazio-temporale e alla percezione. Muovendo da oggetti o frammenti esistenti, attraverso una forma personale di “restauro”, Ferreri suggerisce nelle sue opere l’azione di ricostruire un oggetto immaginario. Mostre personali includono: Dona Ferentes, Museo Felice Casorati, Pavarolo (2022); GAUSSIANA, Museo Casa Morandi, Bologna (2020); Fuzzy Traces, P/////AKT – Amsterdam (2016). Mostre collettive includono: Eclettica!, Museo Ettore Fico, Torino (2022); Collezione (in) particolare, Museo d’Arte Contemporanea Lissone (2021); Failures of Cohabitation, M HKA, Anversa (2019).
Camille Henrot (Parigi, 1978)
Camille Henrot vive e lavora a New York. Con una pratica che spazia tra pittura, film, installazione, performance, disegno e scultura, Henrot trae ispirazione dalla letteratura, dalla mitologia, dall’antropologia culturale, dal cinema, dalla biologia evoluzionistica, dalla religione, della psicanalisi, dai social media e dalla quotidianità. Nei suoi disegni, l’artista predilige linee fluide, organiche, e colori pastello, rievocando il mondo infantile. Mostre personali includono: Is Today Tomorrow, National Gallery of Victoria, Melbourne (2021); Days are Dogs, Palais de Tokyo, Parigi (2017); IF WISHES WERE HORSES, Kunsthalle Wien, Vienna (2017); The Restless Earth, New Museum, New York (2014); The Pale Fox, Kunsthal Charlottenborg, Copenhagen (2014); Snake Grass, Schinkel Pavillon, Berlino (2014). Mostre collettive includono: Liverpool Biennial (2021); 9th Berlin Biennale, Berlino (2016); Taipei Biennial (2014); Gwangju Biennial (2014); 55. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2013), dove ha vinto il Leone d’Argento. Ha inoltre vinto il Nam Jun Paik Award nel 2014 e l’Edvard Munch Award nel 2015.
Golnaz Hosseini (Teheran, Iran, 1990)
Golnaz Hosseini vive e lavora a Basilea. Nella sua pratica pittorica, Hosseini indaga il significato e la funzione delle strutture visive proprie del sistema di rappresentazione pittorico attraverso una pratica che sperimenta l’unione di astrazione e figurazione. Mostre personali includono: Herbarium, Life-Minimus, Salts-Mario Kreuzberg, Basilea (2023); Dry Mouth, Responsibility, Basilea (2020); Pentimento, Die Treppe, Basilea (2022). Mostre collettive includono: Amore, Social Club, Basilea (2023); I Hear A New World – 14 Miaows Of The Future. 25 Years Of Fondation Beyeler, Fondation Beyeler, Riehen (2022); Peace or Never «Next Generation», Kunsthaus Baselland, Basilea (2022).
Anne Imhof (Gießen, Germania, 1978)
Anne Imhof vive e lavora a Berlino e New York. Attraverso performance, pittura, scultura, installazione e suono, l’artista riflette sull’esperienza del mondo contemporaneo nel quale la fisicità è sempre più mediata dalla comunicazione digitale e dall’uso massiccio dei social media. Nuove forme di narcisismo, alienazione, distacco e specifiche gestualità sono alla base delle sue durational performances, azioni che Imhof realizza in stretta collaborazione con altri artisti e musicisti. Mostre personali includono: YOUTH, Stedelijk Museum, Amsterdam; Natures Mortes, Palais de Tokyo, Parigi (2021); SEX, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020-21), Art Institute of Chicago, Chicago (2019), Tate Modern, Londra (2019); Angst, Kunsthalle Basel, Basilea (2016); Deal, MoMA PS1, New York (2015). Mostre collettive includono: The Paradox of Stillness, Walker Art Center, Minneapolis (2020); The Violence of Gender, Tai Kwun, Hong Kong (2019); Biennale de Montréal, Montréal (2016). Imhof ha rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia del 2017, in occasione della quale ha ricevuto il Leone d’Oro per la migliore Partecipazione Nazionale. Ha inoltre vinto l’Absolut Art Award (2017) e il Preis der Nationalgalerie (2015).
Diego Kohli (Madrid, 1991)
Diego Kohli vive e lavora tra Barcellona e Berna. Nella sua ricerca pittorica, Kohli indaga l’effetto che la trasparenza del colore ha sulla spazialità dell’immagine. La riflessione sul gioco pittorico si combina con l’osservazione del mondo esterno e dei processi naturali, nel loro aspetto esperienziale ma anche formale e strutturale. Mostre collettive includono: Aschlimann Corti-Stipendium 2023, Kunstmuseum Thun (2023); Cantonale 22, Kunsthaus Langenthal (2022); PEACE OR NEVER, Kunsthaus Baselland, Basilea (2022); PamPam 22, Museo Reales de Atarazanas, Valencia (2022); Salon Brand New, Museo de Arte Contemporáneo CondeDuque, Madrid (2021).
Agnieszka Kurant (Łódź, Polonia, 1978)
Agnieszka Kurant vive e lavora a New York. La pratica di Kurant indaga temi quali l’intelligenza collettiva, le intelligenze non umane e lo sfruttamento del capitale sociale all’interno del capitalismo di sorveglianza. La sua ricerca si pone in dialogo con molteplici autori provenienti da diversi ambiti disciplinari, tra cui gli scritti sulla plasticità e gli automatismi di Catherine Malabou e Franco Bifo Berardi, il lavoro di Manuel DeLanda e gli scritti del neuroscienziato Antonio Damasio. Mostre personali includono: Agnieszka Kurant. Uncomputables, Kunstverein Hannover (2023); Agnieszka Kurant. Crowd Crystal, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2021); Errorism, Muzeum Sztuki, Łódź (2021); 019 Public Billboard Program, Design Museum Gent, Gand (2019); The End of Signature, Guggenheim Museum, New York (2015). Mostre collettive includono: Broken Nature, Museum of Modern Art, New York (2020); Cybernetics of the Poor, Kunsthalle Wien, Vienna (2020); 16th Istanbul Biennial (2019); Art and Space, Guggenheim Bilbao (2017); Storylines: Contemporary Art at the Guggenheim, Solomon R. Guggenheim Foundation, New York (2015); 72 hours of Truce, MoMA PS1, New York (2013).
Andrea Massaioli (Torino, 1960)
Andrea Massaioli vive e lavora a Torino. Attraverso pittura e scultura, l’artista compone paesaggi lirici e poetici, popolati da soggetti provenienti dal mondo animale e vegetale. Eventuali riferimenti all’essere umano sono resi come dettagli anatomici o figure di neonati. Nei suoi dipinti, Massaioli predilige l’utilizzo dell’oltremare, colore di cui apprezza il fulgore elettrico, non riproducibile digitalmente. Mostre personali includono: Deep Blue, Palazzo Botton, Castello di Castellamonte, Castellamonte (2016); Primordium, Galleria 41 Artecontemporanea, Torino (2008); Ciocca Artecontemporanea, Milano (2008); Chiudimi in un bacio, Studio Ercolani, Bologna (2004). Mostre collettive includono: Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea, La Venaria Reale, Venaria (2021); What can we see from silk road, 7th Beijing International Art Biennal, National art Museum of China, Pechino (2017); Imago Mundi – Luciano Benetton Collection: Praestigium Italia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2015).
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984)
Elena Mazzi vive e lavora a Torino e a Venezia. Partendo dall’esame di casi specifici, nelle sue opere rilegge il patrimonio culturale e naturale di determinati luoghi o situazioni, intrecciando fatti documentati e storie trasmesse dalle comunità locali, guardando alle complesse relazioni tra esseri umani, natura e cultura. Mostre personali includono: Di rame, cera, ferro, glicini e ghiaccio, PAV, Torino (2022); Routes, Der Tank, Basilea (2021); Silver Rights, ar/ge kunst Gallery, Bolzano e Sodertalje Konsthall, Stoccolma (2021); Una Boccata d’Arte. Spicule, Galleria Continua presso Cervo, Liguria (2019). Mostre collettive includono: Rethinking nature, MADRE, Napoli (2020-2021); That’s IT!, MAMbo – Museo d’Arte Moderna, Bologna (2018-2019), 14th Istanbul Biennial, Istanbul (2015). È vincitrice, tra gli altri, del bando pubblico Cantica21, promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali (2020), e della 7. edizione dell’Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali (2019).
Daniele Milvio (Genova, 1988)
Daniele Milvio vive e lavora tra Milano e Ansedonia, Grosseto. L’artista adotta molteplici linguaggi e formati, mantenendo un’attitudine pittorica anche nelle sculture di piccolo formato. Appropriandosi di repertori iconografici tradizionali, l’artista ne manipola simbologie e metafore. Nelle sue opere ricorrono figure scarne e convulse, fisionomicamente deturpate. Questi personaggi sono inseriti in luoghi che sembrano essere fuori dal controllo del tempo. Mostre personali includono Die besten Jahre unseres Lebens, Weiss Falk, Basilea (2019); Brache, Supportico Lopez, Berlino (2017). Mostre collettive includono The Estate, Kim? Contemporary Art Centre, Riga (2019); I sette messaggeri, Marselleria, Milano (2017).
Ad Minoliti (Buenos Aires, 1980)
Ad Minoliti vive e lavora a Buenos Aires. Nella pratica dell’artista, che comprende disegno, installazione, grafica digitale, il linguaggio dell’astrazione geometrica si mescola alle teorie di genere. Minoliti concepisce la pittura non come un mero formato espressivo ma piuttosto come un insieme di idee visive, spesso declinate in scenari post-umani, atte ad aprire nuove prospettive sulle nozioni di sessualità e biologia. Mostre personali includono: Biosfera Peluche/ Biosphere Plush, Tate St Ives (2022); Biosfera Peluche, BALTIC Centre for Contemporary Art, Newcastle (2021); Fantasias Modulares, MASS Moca, Massachusetts (2021); Atrium Project, Museum of Contemporary Art Chicago (2019). Mostre collettive includono: Forget Sorrow Grass, Guangdong Times Museum, Guangzhou (2019); Still I Rise, Nottingham Contemporary, Nottingham (2019).
Pietro Moretti (Roma, 1996)
Pietro Moretti vive e lavora a Roma. Le sue opere pittoriche rappresentano scene di vita quotidiana, con elementi autobiografici, traendo spunto da atmosfere fiabesche, dai fumetti e dal grottesco. In una tensione tra pittura figurativa e astratta e attraverso l’impiego di colori non naturalistici, i quadri di Moretti accentuano gli stati fisici e psicologici dei personaggi ritratti, immersi in un’atmosfera familiare e onirica al tempo stesso. Mostre personali includono: Le storture del cactus, Galleria Doris Ghetta, Milano (2023); Pietro Moretti – La carrozza Porosa e altri inizi, SARP Palazzo Previtera, Linguaglossa (2022). Mostre collettive includono: Figure Out, unosunove – arte contemporanea, Roma (2022), The Eternity Exhibition, My Beautiful City, The Painting Rooms, Londra.
Giuseppe Mulas (Alghero, 1995)
Giuseppe Mulas vive e lavora a Torino. La sua pratica artistica, che include pittura, scultura e installazione, indaga il tema del corpo e dalla sessualità, quest’ultima intesa come l’impulso a ricercare stimoli sensoriali nel reale. Il concetto di corpo è anche indagato in relazione al concetto di casa, lo spazio intimo della dimensione corporea, che nella contemporaneità vive una profonda trasformazione causata dalla digitalizzazione dei luoghi e delle esperienze. Mostre personali includono: Sleep Well Childhood, Galleria Alberto Peola, Torino (2020). Mostre collettive includono: 6 pittori, Museo Studio Felice Casorati, Pavarolo (2021); Artissima Unplugged, GAM – Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2020).
Francis Offman (Butare, Ruanda, 1987)
Francis Offman vive e lavora a Bologna. La sua pratica si sviluppa come una forma di cura per lo scarto. Tutti i materiali adottati – tele, carta, cemento, gesso di Bologna, fondi di caffè e la pittura stessa – sono infatti recuperati e anche la decisione di non servirsi di telai discende da questa logica. L’abbandono del figuratismo è da ascrivere più alle labili e stratificate reminiscenze del proprio vissuto che ad una tensione verso l’Astrattismo europeo. Mostre personali includono: Quotidiana: Paesaggio, Quadriennale di Roma, Palazzo Braschi, Roma (2022); Francis Offman, Herald St | Museum St, Londra (2021); You Might Know, MA*GA, Gallarate (2021). Nel 2021, ha partecipato alla 19. Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo e nel 2023 alla Liverpool Biennial. Nel 2020, ha ottenuto il Premio Regione Emilia-Romagna per supportare e promuovere l’arte contemporanea.
Rudi Ninov (Teteven, Bulgaria, 1992)
Rudi Ninov vive e lavora a Francoforte. La sua pratica, che si compone di disegno, pittura e scultura, nasce da un interesse per il linguaggio, la fonetica, la costruzione dei fonemi e i meccanismi della scrittura. Nei suoi lavori forme astratte si combinano con la rappresentazione figurativa di oggetti, ritagli di fumetti e appunti scritti, proponendo storie di fantasia che indagano il linguaggio scritto come forma di esperienza personale sintetica. Mostre personali includono: Writing Paintings, Galleria Continua, San Gimignano (2023); Colour Notes in Epilogue, Fondazione Elpis, Portico e San Benedetto (2021); Flatlands, American University of Bulgaria, Blagoevgrad (2018). Mostre collettive includono: Brittle Power, Kunsthal 44Møen, Møn (2021); Pretty sure it’s just the wind, Swimming Pool and Goethe-Institut, Sofia (2021); ORBIT, Messeturm, Francoforte (2020); EY-Benefizauktion, Museum für angewandte Kunst, Francoforte (2019).
Seth Price (Gerusalemme, 1973)
Seth Price vive e lavora a New York. Price utilizza ogni tipo di medium, dalla scultura al film, dal web design alla musica, dagli abiti alla poesia, per scandagliare l’infinta flessibilità del mondo digitale, la sua immaterialità totalizzante e le profonde trasformazioni che la tecnologia ha operato sulla contemporaneità. Il processo di ripetizione, ingrandimento ed elisione fa dei suoi foto-collage delle pagine che compongono un racconto di superfici, tra le quali si riconoscono la pelle umana, la carta e la pellicola sintetica. Mostre personali includono: Da parte degli artisti: dalla casa al museo, dal museo alla casa. Omaggi alle opere della Collezione Cerruti. Capitolo 1, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2019); Seth Price: Danny, Mila, Hannah, Ariana, Bob, Brad, MoMA PS1, New York (2018); Social Synthetic, Stedelijk Museum, Amsterdam (2017). Mostre collettive includono: A Leap into the Void: Art beyond matter, GAMeC Bergamo (2023); Collection 1970 – Today, Search Engines, Museum of Modern Art, New York (2020); Phantom Plane, Cyberpunk in the Year of the Future, Tai Kwun Centre for Heritage & Arts, Hong Kong (2019); Art in the Age of the Internet, 1989 to Today, Institute of Contemporary Art, Boston (2018). Nel 2018 ha partecipato alla 13. Biennale di Shanghai.
Tabita Rezaire (Parigi, 1989)
Tabita Rezaire vive e lavora a Johannesburg. La sua pratica, che comprende arte digitale e video, ma anche forme artistiche più tradizionali come gli arazzi, esplora il colonialismo e i suoi effetti sull’identità, la tecnologia, la sessualità, la salute e la dimensione spirituale, proponendo una lettura della realtà che si discosta dall’egemonia della cultura occidentale. Mostre personali includono: Fusion élémen.terre, Les Abattoirs, Tolosa (2023), Premium Connect, Batalha Centro de Cinema, Porto (2022); Immaculate Symbiosis, Centraal Museum, Utrecht (2021); Premium Connect, Hiroshima Museum of Art (2019). Mostre collettive includono: CONNECTING, KANAL Centre Pompidou, Bruxelles (2023); NTU, Nolan Oswald Dennis, Tabita Rezaire, Bogosi Sekhukhuni, Kunsthalle Bern, Berna (2023); Helsinki Biennial 2023: New Directions, HAM, Helsinki Art Museum (2023); On Caring, Repairing and Healing, Gropius Bau, Berlino (2022); Reclaim the Earth, Palais de Tokyo, Parigi (2022); Rivus, Sydney Biennial (2022); Feminist Histories, MASP, San Paolo (2019); Biennale di Berlino (2016).
Mathilde Rosier (Parigi, 1973)
Mathilde Rosier vive e lavora nella Borgogna, in Francia. Attraverso la combinazione di disegno, pittura, film, danza e teatro, Rosier costruisce mondi rovesciati, la cui musica interiore coinvolge chi guarda, contribuendo alla perdita delle coordinate spazio-temporali. Le sue opere mettono in scena rappresentazioni mistiche di animali nella cornice di scenografie ispirate alla natura. Mostre personali includono: In the Fields of Intensive Prosperity, Fondation d’entreprise Pernod Ricard, Parigi (2023); Le Massacre du printemps, MADRE, Napoli (2020); Figures of Climax of the Impersonal Empire, Fondazione Guido Lodovico Luzzatto, Milano (2018). Mostre collettive includono: Kosmos Emma Kunz, Aargauer Kunsthaus, Aarau, 2021; Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2018).
Giangiacomo Rossetti (Milano, 1989)
Giangiacomo Rossetti vive e lavora a New York. I suoi dipinti lasciano spazio a soggettività a un tempo funeste e idilliache. Le sue pennellate precise e i passaggi chiaroscurali echeggiano una tensione tipica del barocco europeo, aprendo a una ricerca sulle tecniche illusorie della pittura moderna e contemporanea. Mostre personali includono: Lesson #12 – Giangiacomo Rossetti “Tower 1”, Fiorucci Art Trust, Londra (2021); Le Fantasie, Greene Naftali, New York (2020); Bones of the Men, Mendes Wood DM, Bruxelles (2019); Deepstaria Enigmatica, Riverside, Berna (2018). Mostre collettive includono: ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); Winterfest: An Exhibition of Arts and Crafts, Aspen Art Museum (2020); Techniques of the Observer, Greene Naftali Gallery, New York (2019); Nightfall, Mendes Wood DM, Bruxelles (2018); Verlörung, Art Berlin, Berlino (2018).
Giuliana Rosso (Torino, 1992)
Giuliana Rosso vive a lavora a Torino. La sua ricerca si muove tra pittura e disegno, con contaminazioni tridimensionali che pone in relazione stretta con lo spazio reale. Il suo lavoro indaga una condizione umana di inquietudine costante, intrisa di sentimenti contrapposti dove l’infanzia e l’adolescenza ne diventano metafora. Mostre personali includono: But I Doubt, I tremble, I see (shaking edges and) the wild thorn tree, Pina, Vienna (2021); Soltanto ora, perdute, mi diventano vere, VEDA, Firenze (2019). Mostre collettive includono: Espressioni. La proposizione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020); Capriccio 2000, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2019); Expdanded Painting, Galleria Massimo Minini, Brescia (2019).
Lin May Saeed (Würzburg, Germania, 1973 – Berlino, 2023)
Lin May Saeed ha vissuto e lavorato a Berlino. Il suo lavoro sviluppa uno studio approfondito dei miti delle civiltà antiche e del loro influsso sul pensiero politico e sociale dei giorni nostri. Questi importanti temi sono spesso declinati in opere fatte con il polistirolo espanso, materiale le cui caratteristiche sono in contrasto con la scultura tradizionale. Mostre personali includono: Lin May Saeed. Im Paradies fällt der Schnee langsam, Georg Kolbe Museum, Berlino (2023); Lin May Saeed. Arrival of the Animals, The Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts (2020); Lin May Saeed: Biene, Studio Voltaire, Londra (2018). Mostre collettive includono: Eurasia – A Landscape of Mutability, M HKA Museum of Contemporary Art Antwerp, Anversa (2021-2022); Espressioni. La proposizione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2021); Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2018); 9. Biennale di Berlino (2016).
Erik Saglia (Torino, 1989)
Erik Saglia vive e lavora a Torino. Nella sua opera pittorica lo spazio assume un ruolo essenziale. L’impostazione delle griglie simmetriche è per l’artista un momento rituale scandito dal suono del nastro adesivo che si srotola sulla tela mentre i movimenti del suo corpo si fanno sempre più meccanici e precisi nel pitturare, verniciare o stendere colori spray. Mostre personali includono: Una tranquilla Apocalisse, Spazio Lampo, Chiasso (2020); Pregenesi, Palazzo Lancia, Torino (2018). Mostre collettive includono: Collezione (in) particolare, Museo d’Arte Contemporanea Lissone, Lissone (2021); Looklock, Palazzo Ercolani, Bologna (2021); Sphères, Galleria Continua, Les Moulins, Boissy-le-Chàtel (2013). È uno dei cofondatori di Spazio Buonasera, Torino (2015-2019).
Georgia Sagri (Atene, 1979)
Georgia Sagri vive e lavora tra Atene e New York. La sua pratica include performance, scultura, video, scrittura e disegno. Influenzata dal suo impegno come attivista e utilizzando spesso il proprio corpo e la propria voce come punto focale delle sue opere, Sagri indaga la costruzione dell’identità, le norme sociali e le strutture di potere contemporanee, mettendo in discussione e sovvertendo gli schemi comportamentali e i sistemi di credenze. Mostre personali includono: Case_L, Kunsthalle Friart Fribourg (2022); IASI, Stage of Recovery, de Appel, Amsterdam (2019); GEORGIA SAGRI and I, Portikus, Francoforte (2018); Mona Lisa Effect, Kunsthalle Basel, Basilea (2013); Antigone Model / Μοντέλο της Αντιγόνης, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2013). Mostre collettive includono: YOYI! Care, Repair, Heal, Gropius Bau, Berlino (2022); Le Grand désenvoûtement Chapitre 1, Palais de Tokyo, Parigi (2022); Time Is Thirst, Kunsthalle Wien, Vienna (2019); dOCUMENTA 14, Atene e Kassel (2017); Manifesta 11, the European Biennial of Contemporary Art, Zurigo (2016); Secret Surface: Where Meaning Materializes, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2016); Biennale di Lione (2013); Whitney Biennial, New York (2012).
Alan Sierra (Sonora, Messico, 1990)
Alan Sierra vive e lavora a Basilea. I disegni di Sierra, centrali nella sua pratica che comprende anche scultura e performance, sono concepiti dall’artista come brevi testi i cui soggetti sono elementi ed esperienze di vita quotidiana, sovvertiti nei loro significati superficiali e riscritti secondo prospettive inedite. Mostre personali includono: Vísperas, la Capella, Barcellona (2022). Mostre collettive includono: El Gran Grito “Next Generation”, Kunsthaus Baselland, Muttenz (2023); Who Tells a Tale Adds a Tale, Denver Art Museum, Texas (2021), Omissísimo, Galeria Cavalo, Rio de Janeiro (2020).
Elisa Sighicelli (Torino, 1968)
Elisa Sighicelli vive e lavora a Torino. L’artista utilizza la fotografia per fare un lavoro sulla fotografia. Fondendosi con supporti tattili e materici, le sue immagini catturano gli echi del visibile, analizzando i modi in cui la realtà riflette su se stessa. Mostre personali includono: As Above, So Below, GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milano (2023); Carla Accardi and Elisa Sighicelli, 55 Walker Street, uno spazio di Bortolami Gallery, kaufmann repetto, Andrew Kreps Gallery, New York (2020); Da parte degli artisti: dalla casa al museo, dal museo alla casa. Omaggi alle opere della Collezione Cerruti. Capitolo 3 – Elisa Sighicelli, Lumenombra Lumenicta, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2019). Mostre collettive includono: Stasi Frenetica, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2020); Marking Time, MCA – Museum of Contemporary Art Australia, Sydney (2012). Nel 2009, è stata una delle artiste a rappresentare il Padiglione Italia in occasione della 53. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia.
Ania Soliman (Varsavia, 1970)
Ania Soliman vive e lavora a Parigi. Incentrandosi sulla relazione tra natura e tecnologia, la sua pratica di disegno abbraccia processi di mappatura, colorazione e cancellazione. I materiali di partenza si trasformano in opere sovrascritte, tracciando l’esperienza intima dell’artista nel vivere lo spazio digitale, fatto di discontinuità, reti subliminali e ripetizioni virali. Mostre personali includono: Inside the Thing is Nothing, Pera Museum, Istanbul (2015), in occasione della 14th Istanbul Biennial; Semiwild, Museum of Cultures, Basilea (2014). Mostre collettive includono: Unprecedented Times, Kunsthaus Bregenz, Bregenz (2020); Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2018). Nel 2010, ha partecipato alla Whitney Biennial, New York.
Marta Spagnoli (Verona, 1994)
Marta Spagnoli vive e lavora a Venezia. La sua pratica artistica si concentra sulla pittura e sul disegno, indagando la costante reciprocità tra l’esperienza umana, la dimensione animale e l’ambiente che li ospita. Nelle sue opere elementi organici, mitologici e antropomorfi si intrecciano tra loro e animano uno spazio in evoluzione, libero da collocazioni temporali e spaziali. Il bianco della tela è il punto di partenza per lo svolgimento cromatico e narrativo delle opere, in cui il colore e la sua materialità riscrivono costantemente la struttura di ogni immagine. Mostre personali includono: In primo luogo, Galleria Continua, Roma (2022); Earthly Body, Galleria Continua, Les Moulins (2021); Felicia Munera, Una Boccata d’Arte, Ronciglione (2020). Mostre collettive includono: De leur temps (7), un regard sur les collections privées françaises, Fonds régional d’art contemporain, Dunkerque (2023); DA→A Gli artisti della Collezione BLM 1998→2018, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2022); Italian Twist, Fondazione Imago Mundi, Treviso (2021); Libere Tutte, Casa Testori, Novate Milanese (2019).
Victoria Stoian (Chișinău, 1987)
Victoria Stoian vive e lavora a Torino. La memoria della sua terra, la Moldavia, è all’origine delle sue opere pittoriche. Riferimenti a tradizioni culturali, ma anche a catastrofi naturali oppure a tensioni politiche sono tra i soggetti che animano i suoi dipinti. Nelle sue tele, l’artista riflette sul caos, la fragilità e il conflitto articolandoli attraverso una pittura libera, nella quale il disegno è prodotto dall’accostamento di precise pennellate. Mostre personali includono: Nistru-Confines, Alberto Peola, Torino (2018); Rallenting. Codri Earthquake, Studio la Città, Verona (2015). Mostre collettive includono: Eclettica, MEF – Museo Ettore Fico, Torino (2022); 1000 EVENTI Storie di galleria, Giuseppe Pero, Milano (2018); 906090, Giuseppe Pero, Milano (2017); I capricci del destino, Giuseppe Pero, Milano (2015).
Sarah Sze (Boston, 1969)
Sarah Sze vive e lavora a New York. Attingendo al mondo fisico e a quello digitale, l’artista assembla complesse opere multimateriche che abbracciano scultura, pittura, disegno, incisione, video e installazione. Microscopici e macroscopici, questi universi catturano gli osservatori proponendo inedite esperienze intrise dell’effimera temporalità di umili oggetti quotidiani. Mostre personali includono: Sarah Sze, Nasher Sculpture Center, Dallas, Texas (2023); Night into Day, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi (2020-2021); Off the Wall, San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco (2020). Mostre collettive includono: .paint, Museum of Contemporary Art Chicago (2020); Surrounds, 11 Installations, The Museum of Modern Art, New York (2019). Nel 2016, ha ricevuto il Louise Blouin Foundation Award. Nel 2013, ha rappresentato gli Stati Uniti in occasione della 55. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia. Nel 2021 l’artista ha presentato la sua prima installazione video ambientale e monumentale nel contesto del programma Art Basel Parcours.
Inka ter Haar (Duisburg, Germania, 1980)
Inka ter Haar vive e lavora a Basilea. Nei suoi dipinti, che raccontano storie di amore, sessualità, violenza e morte, ter Haar ritrae oggetti d’arredo quotidiani – sedie, tavoli, lampade… – resi attraverso campiture di colore piene e vibranti, in cui il corpo umano compare solo come frammento. Sospendendo le leggi della prospettiva, le immagini di ter Harr sottolineano l’illusione dello spazio pittorico. Mostre personali includono: FREUD ME – Matthias Dornfeld & Inka ter Haar, Waldburger Wouters, Bruxelles (2023); Inka ter Haar. LOVE, Kunsthaus Langenthal (2021). Mostre collettive includono: We are so many here, Kunsthalle Basel, Basilea (2022); A–PART, Kunsthalle Basel, Basilea (2021).
Paolo Turco (Cuneo, 1981)
Paolo Turco vive e lavora a Mondovì. I luoghi che esplora gli fornisco non soltanto lo spunto concettuale ma anche i materiali per realizzare le sue opere. Pietre, terra, legno, ma anche rifiuti, soprattutto in plastica, sono raccolti in piccoli vasetti in vetro. Chiusi con coperchi in metallo, questi vasetti sono accostati come fossero tessere di un mosaico, delineando composizioni che riproducono ed interpretano gli originali paesaggi incontrati. Mostre personali includono: D’acque, di fiori, di montagne, Museo Civico della Stampa, Mondovì (2008); Natural-mente, Accademia Albertina di Belle Arti, Torino (2002). Mostre collettive includono: Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea, Reggia di Venaria Reale, Torino (2021); Italia Giovane Stato, Fondazione Peano, Cuneo (2011).
Alice Visentin (Ciriè, Torino, 1993)
Alice Visentin vive e lavora a Torino. I dialoghi con la nonna materna e le donne del borgo di montagna da cui proviene la sua famiglia ispirano le sue opere pittoriche. Menestrelli, giganti, gigantesse e pastori sono alcuni tra i personaggi che ricorrono nelle sue opere. Presentati con dignità quasi regale, essi sono i protagonisti di racconti fantastici, nei quali l’umano e dettagli di natura si uniscono talvolta confondendosi gli uni con gli altri. Mostre personali includono: The morning tide of moods, Lateral Roma (2023); Malefate, Almanac Project, Torino (2021); Planète, Istituto Italiano di Cultura, Parigi (2021); Una Boccata d’Arte. Il comizio, la merenda, il canto, Galleria Continua, Avise (2020). Nel 2019 ha interpretato Enrico Baj in Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019, rievocazione organizzata dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, e Fondazione CRC, Cuneo. Nel 2019 ha vinto il premio ACCADEMIBAC, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e dalla Fondazione La Quadriennale di Roma. È una delle cofondatrici di Spazio Buonasera, Torino (2015-2019). Nel 2023 è stata vincitrice di una borsa di studio in Arti Visive presso l’American Academy in Rome.
Zadie Xa (Vancouver, 1983)
Zadie Xa vive e lavora a Londra. Pittura, performance, video e tessuti sono mezzi attraverso cui l’artista si interroga su molteplici argomenti che, dall’ecologia, includono la fantascienza e le religioni antiche. Nelle sue opere, le tradizioni culturali coreane sono rilette in chiave post-digitale, dando vita a personaggi le cui storie propongono inedite mitologie. Mostre personali e performance includono: Child of Magohalmi and the Echoes of Creation, De La Warr Pavillion, Bexhill-on-Sea (2019); Tramway, Glasgow (2019); Yarat Contemporary Art Space, Baku (2019); Meetings on Art, 58. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2019). Mostre collettive includono: Lee Scratch Perry The Orbzerver, Museo MACRO, Roma; Still I Rise: Feminisms, Gender, Resistance – Act 3, Arnolfini, Bristol (2019); Body Armor, MoMA PS1, New York (2018). Nel 2021 è tra le artiste invitate a Bodies of Water, 13. Biennale di Shanghai.