Giacomo Costantino Beltrami. Il sogno di un Nuovo Mondo
Un nuovo percorso espositivo, dedicato alla figura affascinante, poliedrica e senza dubbio avvincente, ma incredibilmente ancora poco conosciuta, dell’esploratore Giacomo Costantino Beltrami (Bergamo 1779 – Filottrano 1855).
Comunicato stampa
Dal 27 ottobre, apre al pubblico al Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo Alta un nuovo percorso espositivo, dedicato alla figura affascinante, poliedrica e senza dubbio avvincente, ma incredibilmente ancora poco conosciuta, dell’esploratore Giacomo Costantino Beltrami (Bergamo 1779 – Filottrano 1855). Realizzata da Comune di Bergamo e dal Museo Civico di Scienze Naturali, con la collaborazione di Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, Shakopee Mdewakanton Sioux Community e Beltrami County Historical Society, la mostra nasce da due occasioni: il bicentenario del viaggio di Beltrami alle sorgenti del Mississippi, che cade nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, e l’approdo al Museo di Bergamo dei materiali di Beltrami custoditi nel suo palazzo di Filottrano (Collezione Beltrami-Luchetti), così che tutta la collezione del viaggiatore è oggi riunita nella sua città natale.
Con l’aiuto di alcune comunità indiane dei territori da lui esplorati e prestiti provenienti da Istituti che custodiscono preziosi documenti originali (Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, Archivio di Stato di Macerata, Biblioteca Classense di Ravenna), l’esposizione, curata da Marco Valle & Barbara Mazzoleni, si propone di restituire a Beltrami il “suo” posto nella micro e macro storia e di indagare l’eredità con cui questa figura extra-ordinaria, attraverso le sue raccolte e i suoi scritti, arriva alla contemporaneità. La figura di Beltrami certamente sfugge ad ogni tentativo di collocazione nelle categorie canoniche della storia e della cultura. Rimasta prigioniera di un mito cresciuto dopo la sua morte - nato sulle ali della leggendaria “scoperta delle sorgenti del Mississippi” e dell’”uomo dall’ombrello rosso” a tu per tu con gli Indiani, ma anche dell’iconico ritratto ideale dell’indomito esploratore dipinto da Enrico Scuri – la saga di Beltrami è ancora in attesa di una obiettiva revisione storica e critica. Così come ancora attende di essere realmente conosciuta dal grande pubblico. Di Beltrami, la mostra vuole per la prima volta narrare tutte le “imprese”: esistenziali, geografiche, antropologiche, letterarie, al di qua e al di là dell’Oceano.
Al centro di una narrazione che si srotola tra immagini, parole, suoni, lettere, mappe, oggetti personali, diari di viaggio, ambientazioni visive e immersioni interattive, saranno i manufatti che il viaggiatore ha raccolto lungo il Mississippi, tra i più antichi sopravvissuti all’incontro fatale tra gli Indiani d’America e l’uomo bianco. Pochi viaggiatori, avventurieri, cacciatori di pellicce, bianchi stravaganti, avvicinarono le tribù indiane quando il loro sistema di vita era ancora autonomo e vitale e la guerra non era ancora l’unica forma di rapporto possibile. E Beltrami fu uno di questi. La narrazione espositiva segue la parabola della sua lunga avventura, punteggiata di colpi di scena. In un’epoca di grandi mutamenti storici e culturali, Beltrami si presenta rivoluzionario a Bergamo e poi imprenditore e uomo sospeso tra amore e giustizia nelle Marche. Con un repentino mutamento di identità, indossa i panni dell’indomito esploratore di terre selvagge e il racconto si apre al grande viaggio e all’incontro con l’universo “altro” dei nativi americani, restituito attraverso una selezione dei preziosi reperti che Costantino ha ricevuto in dono e scambiato con gli Indiani e poi ha avuto cura di portare con sé al suo ritorno nella “civiltà”. È l’opportunità di guardare il Nuovo Mondo con gli occhi del nostro viaggiatore tra materiali di viaggio, manufatti rituali e di uso quotidiano, armi per la caccia e la guerra, simbologie ricorrenti nelle tradizionali decorazioni dai colori accesi.
Tra archi, frecce, pipe, flauti, indumenti, borse da medicina e tamburi, il visitatore è “iniziato” a una visione spirituale molto lontana da quella “occidentale”, in cui il sacro e il soprannaturale sono integrati nella natura, nella vita quotidiana e nell’organizzazione sociale e politica. A chiudere il cerchio sull’esploratore, un piccolo “cabinet” documenta anche i viaggi di Beltrami in Messico e ad Haiti. E poi il ritorno in Europa e il ritiro nella “cella” di Filottrano, dove risuonano le parole amare del suo testamento olografo. Il capitolo conclusivo esplora a 360 gradi l’eredità di Costantino Beltrami: i suoi libri, i plagi letterari, la nascita della leggenda, l’istituzione della Contea Beltrami in Minnesota e anche il vocabolario Sioux, straordinario documento storico-etnografico. Nella volontà di diffondere al più ampio pubblico la conoscenza di Costantino Beltrami, di garantire la massima accessibilità e nella consapevolezza della forte valenza formativa della mostra, Comune di Bergamo ha scelto di mantenere invariato il prezzo del biglietto di ingresso al Museo (3 Euro).