Renata e Cristina Cosi – RivoluzionEvoluzione

Informazioni Evento

Luogo
PROGETTO ARTE ELM
Via Mario Fusetti 14, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal Lunedì al Venerdì , 16:00 – 19:30

Vernissage
26/10/2023

ore 18.30

Artisti
Renata e Cristina Cosi
Curatori
Paolo Repetto
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale.

Comunicato stampa

LA PIETRA CHE SI DISSOLVE IN ALA

La galleria Progettoarte Elm è lieta di annunciare la mostra “titolo”
dedicata a due giovani scultrici: Renata e Cristina Cosi; che si terrà nei nostri
spazi a Milano dal … ottobre al … dicembre.
Lavorando in stretta simbiosi, a quattro mani, in una inedita e originale
visione comunitaria, le sorelle Cosi modellano soprattutto il grès, un
materiale ceramico a pasta dura, ottenuto per cottura dell’argilla, a volte
mescolata con piccole quantità di altri elementi come il ferro, il silice, il
calcare. Il risultato è una serie variegata di forme molto ondulate, di color
avorio; forme dove la materia primordiale inizialmente spessa e grezza si
assottiglia in veli leggeri, sinuosi, candidi, avvolti di spontaneità e
freschezza. Il loro gesto fondamentale è quello alchemico della
trasfigurazione: il trasformare una materia dura, immobile, insensibile, in
qualcosa di aereo, libero, modellato dal pollice del vento. Una terra che si
trasforma in forme ondulate, in tendine, in pieghe, in percorsi elaborati da
intense curve che spesso dialogano con la resina, il legno ed il plexiglas.
L’umiltà di un semplice foglio, grazie alle loro mani, comincia a muoversi,
ad accennare ad increspature, minime vibrazioni, pieni e vuoti che poco a
poco diventano piccole e intense onde. La purezza dell’avorio che a volte
dialoga con il nero dell’antracite, diventa un breve movimento molto mosso,
ondulato, in disegni liberamente equorei. Ondulazioni, frastagliati tremori,
un fitto intrecciarsi di concavi e convessi dove la grande tradizione della
scultura barocca, da Bernini a Puget, idealmente si riallaccia anche al
percorso barocco di Lucio Fontana e Fausto Melotti, come un libero omaggio
che le giovani scultrici operano ispirandosi a intimi particolari o piccoli
dettagli, idealmente ripresi dai grandi panneggi di una gloriosa, marmorea
storia scolpita. Ma il ricordo barocco di queste intime sculture in grès, non
ha nulla di scenografico, retorico, celebrativo; tutta l’enfasi di quella
grandiosa memoria si comprime in gesti sobri, calibrati, umili: lievi soffi di
terra bianca, spume rapprese in linee ondeggianti, un tremore di metafisiche
tendine, cartocci di seta e luce.
Ma un’altra trasfigurazione fonda il loro gesto, forse liberamente
ispirandosi alla Venere degli stracci di Pistoletto; lo straccio, la presenza e il
ricordo di questo materiale umile, dimesso, molto povero, di scarto, nelle
abili quattro mani delle sorelle Cosi si trasforma in qualcosa di prezioso,
unico, un velo abitato dal vento. Come in un pezzo musicale, una forma
invisibile, un soffio, un pneuma, si mescola e da forma ad una entità visibile,
un sibilo di materia, un’acqua solidificata, un grumo di vento. Ma nella loro
volontà anche un fatto più concreto, sociale, da senso a queste forme: “la
capacità dell’uomo di mettersi in relazione con i propri simili riuscendo a
creare relazioni complesse.” E ancora: “Quando all’interno delle nostre
opere scegliamo di rappresentare visivamente l’individuo lo facciamo
inserendo resina e punte di terra nera, spesso tracciandone il percorso e le
relazioni con intricate ragnatele di filo che mettono tutto in collegamento.
Mettendo il focus sulla continua trasformazione della società è inevitabile
che questo fermento si ritrovi anche visivamente nel movimento e nel
panneggio del tessuto ceramico da noi creato.”
Una storia fatta di piccole forme, di candidi veli, di panni elaborati ed
eleganti dove una forte sensibilità sociale, interpersonale, sa innalzarsi in
visioni particolari: la pietra che si dissolve in ala; dove il peso della materia
diviene leggerezza, e il silenzio della ceramica si fa elegante danza e puro
canto.
Paolo Repett