La prima mostra antologica di Angelo Filomeno a Lecce
Il Must ospita oltre sessanta opere dell’artista salentino residente da tempo a New York. Filomeno da decenni innesta la tradizione sartoriale pugliese all’arte contemporanea
L’estetica del thanatos, l’armonia eraclitea degli opposti, la fusione di tradizione e innovazione, declinate attraverso la ricercata eleganza dei ricami, permeano la poiesis di Angelo Filomeno (Ostuni, 1963). Il Must di Lecce dedica all’artista italoamericano la mostra antologica Angelo Filomeno. Works. New Millennium, a cura di Massimo Guastella.
La mostra personale di Angelo Filomeno
Oltre sessanta opere realizzate dal 2001 al 2023 tra ricami, disegni, acquerelli, sculture e installazioni, narrano il percorso artistico di Filomeno, consacrato nel sistema dell’arte contemporanea alla 52° Biennale di Venezia e protagonista di una recente mostra al Mart di Rovereto. Durante l’infanzia a San Michele Salentino, l’artista apprende le tecniche della tessitura grazie alla madre ricamatrice e mette a frutto il sapere acquisito prima a Milano, dove lavora per le più grandi griffe della moda e poi, dal 1992, a New York, dove esporta l’arte sartoriale pugliese realizzando costumi per il teatro ed il cinema. Senza mai dimenticare le proprie radici identitarie, l’autore sperimenta, agli inizi del nuovo millennio, originali “pitture ricamate” realizzate con la macchina da cucire Singer. In questa fase della sua ricerca Filomeno evoca atmosfere oniriche, arcaiche e tribali attraverso un “bestiario” contemporaneo, composto da animali archetipici, ma anche creature mostruose cucite e ricamate con pietre preziose su tessuti quali shantung, lino, iuta, denim e mussole.
Le maschere di Angelo Filomeno
Ma ci sono anche maschere africane, teschi, scheletri: memento mori e vanitates contemporanei, caratterizzati da un paradossale contrasto tra gli abissi del thanatos e la vitalistica ricercatezza artigiana. Il catalogo che accompagna l’esposizione, edito da Sfera Srl – Must Edizioni, è curato da Massimo Guastella, e contiene i testi critici di Lia De Venere, dello stesso curatore, di Vittorio Sgarbi, della direttrice del Must Claudia Branca, oltre agli apparati filologici curati dalle ricercatrici dell’Università del Salento Alessia Brescia, Erika Presicce e Cristina Sergi.
Cecilia Pavone
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati