Una selezione di circa 70 opere sarà portata all’attenzione del visitatore quale biglietto da visita dell’artista Maniquo e saranno esposte allo Spazio Musa di Torino dal 30 ottobre al 5 novembre 2023.
La mostra, curata da Sabrina Giogliali, è una produzione variegata che subisce varie ispirazioni e che darà modo di immergersi in una danza di colori sposati tra loro suscitando emozioni e sensazioni.
La tecnica, precisa e puntuale nel segno è uno dei fili conduttori: infiniti puntini realizzati con bastoncini di varie dimensioni si adagiano con immensa gentilezza, discrezione e determinazione su di una tela prevalentemente nera, stesa a terra, dando vita ad una moltitudine di soggetti e tematiche che spaziano in un surrealismo a volte figurativo a volte geometrico.
Forme che richiamano all’attenzione la natura, il cosmo, gli animali, gli elementi, la geometria in uno spazio senza tempo dove si possono gustare paesaggi onirici, rimandi ad altre culture, divinità tribali, doppi speculari, un puzzle tutt’oggi incomprensibile all’artista stesso.
L’acqua, elemento spesso ricorrente nei dipinti, diventa elemento imprescindibile che lega l’artista al suo lavoro. È presente in modo invisibile in tutte le opere, dando vita al colore nella mischia delle polveri e crea textures originali del tutto imprevedibili, modificando il dipinto stesso nel tempo.
Un lavoro che nutre ed alimenta l’immaginario stimolando spunti per nuove forme di comprensione della realtà contribuendo ad un processo di relazioni tra noi stessi e l’Universo.
Maniquo
«L’impertinenza dei colori, mio ultimo lavoro, trae ispirazione dall’arte e dall’antica cultura aborigeno australiana, i colori si uniscono e si fondono per liberare e vivere forme che parlano, raccontano storie danzano in uno spazio sconfinato, là dove tutti possono toccare le stelle o mangiare una mela…
La mia è una costante ricerca, la libera esplorazione dell’essere umano, a contatto con gli infiniti e mutevoli aspetti della mia anima.»
Biografia dell’artista
Maniquo è nato a Ferrara 54 anni fa, il 27 agosto.
Cresciuto in mezzo alla letteratura e all’arte, da subito abbraccia lo sport riconoscendo in esso un maestro di vita: disciplina e dedizione gli consentono di avvicinarsi alle discipline orientali studiandone profondamente teoria e pratica, fino a farne una professione.
In Oriente, nelle Arti Marziali, non è possibile prescindere dallo studio dell’arte pittorica: essenziale, quasi chirurgica nel tratto.
Inizia così a praticare il disegno e l’illustrazione da autodidatta.
Nel frattempo, si laurea, diventando un pedagogista.
Costruisce con sua moglie una famiglia ispirata da tre figli preziosi.
Nel 2012 inizia a dipingere seduto a terra.
Una tela, per lo più nera, lo accoglie magistralmente ogni volta.
Bastoncini di legno di varie dimensioni si bagnano di colore per ore e ore fino a perdersi.
L’Acqua onnipresente riporta i suoi piedi sulla terra.
Ciò che resta è sempre la bellezza di un attimo fatto di messaggi e racconti con significati inizialmente a lui sconosciuti.
Oggi ha ancora una scuola di discipline orientali, si occupa di comunicazione ma soprattutto dipinge, sempre mosso da un fuoco di potente serenità.